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Il Ponte dell'Arcobaleno Dediche e saluti per i nostri amici pelosi andati sul Ponte

 
 
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Vecchio 27-04-2019, 17:51   #1
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Moidil
Cucciolo
 
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Messaggi: 25
Predefinito addio Ettore

Ciao a tutti e a tutte.

Quella che sto per raccontare è la storia di Ettore, il micio più tenero che abbia mai avuto, ed è una storia che finisce male. È finita male tre settimane fa ed io non riesco a darmi pace. Ve la racconto perché ho bisogno di condividerla con persone che possano capirmi e perché continuo a colpevolizzarmi per non aver visto prima. Ve la racconto perché vorrei anche che mi diceste, senza mezzi termini, se secondo voi e la vostra esperienza sono stati commessi errori.

Grazie davvero di cuore a chi avrà la pazienza di leggere il tutto, grazie ancora di più a chi avrà la delicatezza di rispondermi. Spero di non sbagliare sezione.

***

Ettore nasce nel settembre 2010 da mamma semi-randagia e per certo non vaccinata. È una cucciolata di tre, più un quarto che trovo già morto. Ettore - è chiaro subito - ha alcune malformazioni: ha una sorta di codino a maialino, gli manca un "dito" ed è piccino piccino. Ovviamente nessuno lo vuole adottare e rimane con me. Rimane con me per otto anni e mezzo, è il più giovane dei miei gatti. In questi anni viene visitato e operato diverse volte:

- a poco più di un mese e mezzo di vita sembra quasi morto, dalla sera alla mattina, a causa di un'infezione intestinale dopo la quale si riprende alla grande;

- viene castrato prima del primo calore. Ha un testicolo "intercluso" (perdonatemi, non ricordo come si dica... ma mi riferisco al testicolo non sviluppato, che non raggiunge la sede opportuna).

- dopo un annetto dimostra problemi con una zampa posteriore, viene nuovamente operato a causa di un tendine che non permette il movimento e gli causa dolore (mi pare... il vet di allora non lasciava alcuna prova del suo operato... :-( ).

Nel mezzo Ettore sta bene. Beve tanto, beve sempre tanto. Per otto anni e mezzo ha sempre bevuto tanto e fatto tanta pipì. È dolcissimo, giocherellone, si fa proteggere dal maschio alfa (sì, ho un sacco di gatti...) e mangia tanto. Non pesa mai oltre i 3,3 kg ma sta bene. Ancora nel mezzo, io faccio quel che posso per aiutare altri gatti, ogni volta rimettendoci tempo e soldi (qui un esempio riportato su questo stesso forum). Testo fiv e felv ogni volta che mi viene suggerito, ma stupidamente non penso a testare i miei... che però, va detto, vivono senza avere contatti con gli altri.

A fine febbraio mi accorgo che Ettore, mentre mangia (tanto), fa uno strano rumore con la bocca. Dimostra fastidio durante la masticazione. Al mio primo giorno libero lo porto dalla mia veterinaria, che non è il massimo dell'empatia e della comunicazione, dato che mi fa sentire un'irresponsabile (come detto, il piccolo è sempre stato magro ed ha sempre bevuto tantissimo). La veterinaria però azzecca subito la diagnosi, che verrà poi confermata dall'esito delle analisi: insufficienza renale, fiv e stomatite (in realtà la parola "stomatite" non la dice lei, la dico io e lei dice sì). Io riconosco la gravità della situazione, ma non mi sembra vero: lui sta bene. Beve tanto (come sempre), fa tanta pipì (come sempre), mangia a gogo (come sempre). Iniziano le terapie: antibiotico per la stomatite (iniezioni di neotardocillina) e integratori nel cibo (le polverine chelanti del fosforo che conoscete bene). Le analisi sembrano assurde: urea 281 (range 10-45), creatinina 3.41 (0.50-1.50), fosforo 11 (2-5).

Dopo una settimana Ettore sembra star meglio: non si lamenta nel mangiare, il pelo è più sano. Sembra... perché a metà marzo (la terapia era iniziata il 2), c'è un nuovo crollo. La veterinaria (che spesso è irreperibile) mi dice di iniziare con il Baytril, con il quale si va avanti per una settimana. Quasi contemporaneamente si fa una settimana di fleboterapia quotidiana. La veterinaria non parla chiaro; se insisto nel voler capire (e credetemi, non sono una persona insistente) mi dice con tono fermo che si sta facendo tutto il possibile. Ettore però è stressatissimo e si vede. Mangia solo se preso per la gola. Un giorno sto vedendo Durante La Tormenta su Netflix con lui che dorme beatamente in braccio ed all'abbaiare del cane nel film si sveglia di soprassalto spaventatissimo. Arriva a pesare 2,5 kg. Non va bene.

La veterinaria mi saluta un venerdì mattina, perché di lì per 15 giorni non ci sarà. Le sue parole sono pesanti e forse insolitamente chiare proprio per la programmata assenza: "se vedi che va troppo in là... c'è una collega che lo viene a prendere e fa tutto lei". Mi avete capita.

Ripensandoci adesso, con quei valori di urea, non avrei fatto nulla. Lo avrei coccolato il più possibile e poi lo avrei lasciato andare. Ma non è quello che è successo. Il giorno dopo Ettore inizia a vomitare. Mangia poco e senza voglia, ma rigurgita tutto quanto. La (prima) veterinaria non c'è e non ho scelta: devo contattare qualcun altro. Contatto quindi una seconda veterinaria, molto più chiara e comunicativa, che mi dice di dargli protettori gastrici e antinausea. Dopo una sola iniezione Ettore sta meglio.

Dopo due giorni lo porto alla clinica di questa seconda veterinaria, per visita ed ecografia. Da quest'ultima salta fuori che Ettore ha i reni policistici, una situazione congenita (mi vien detto). Mi viene data una speranza (purtroppo): sistemata e pulita la bocca, Ettore potrebbe ritrovare appetito e riprendersi un po', dando modo di curare poi l'insufficienza renale. Io purtroppo ci credo. Attenzione, non dico che la veterinaria non ci credesse o che volesse solo spillarmi soldi, credo però che siano state tutte sofferenze inutili.

Si ripetono le analisi, che confermano l'urea altissima (309 con range 20-65). Iniziano a sballare anche GPT (forse per gli antibiotici), LDH e colesterolo. Io mi aggrappo alla speranza, la veterinaria conferma la possibilità dell'intervento. Ettore viene operato il giorno del mio compleanno, la veterinaria mi aggiorna costantemente. Sembra essere andato tutto bene... via tre denti, una bella pulita generale. Pare avesse delle sacche di pus ovviamente infette e messe male. Mi vien detto che mangia. Paradossalmente, per quanto la situazione sia grave, sembra che quella speranza flebile prenda più forma. Mi illudo. Mentre è sotto flebo vengono ripetute le analisi, che non riportano né miglioramenti né peggioramenti.

Ma.

Tre giorni dopo l'intervento Ettore viene dimesso e torna a casa di sera tardi. Il piccolo non sta bene e dopo 8 anni e mezzo di convivenza quotidiana mi basta un attimo per capirlo. Emette uno strano verso, non da lui, e quella sera mangia pochissimo e a fatica. Sta comunque in braccio ed è coccoloso come sempre. Io sono preoccupata, mi preoccupa quel lamento. La veterinaria mi dice che quel verso non è di dolore, ma che il livello di urea nel sangue potrebbe aver generato qualche problema neurologico. Le credo.

L'indomani mattina Ettore non vuole nemmeno stare in braccio, non mangia. Continua a fare quella sorta di grido (che non dimenticherò mai), inizia a cercare i punti freddi della casa. Tienilo al caldo, mi viene detto, ed io lo faccio. Dopo qualche ora fa sempre più fatica a muoversi, fino a che non si ferma del tutto, con la testa poggiata sulla ciotola dell'acqua. Beve ogni tanto. Si lamenta. La veterinaria mi dice di dargli del tramadolo, che non sembra apportare miglioramenti. Ettore non può stare così, mi sembra che stia morendo. Tutta la disponibilità e la comunicazione della dottoressa dei giorni precedenti sembrano svanite nel nulla. Tuttavia decido di fare 60km e di correre da lei, perché è lei che l'ha operato, non posso fare altrimenti.

Mi viene detto che, evidentemente, una volta staccato dalla flebo, i reni non hanno più retto. Mi vengono proposte due alternative: un nuovo ricovero sotto flebo, con il 20% di possibilità che ce la faccia ("ma non è detto che la natura non faccia il suo corso stanotte"), o quella che purtroppo anche voi conoscete. Io piango da ore e ore. Lo vedo soffrire tantissimo, non sono lucida. Ho visto morire tanti gatti in via mia, conosco quelle terribili avvisaglie, conosco la sensazione di guardare il tuo gatto e non riconoscerlo nemmeno più. Quella smorfia di dolore. Prendo la decisione di cui poi mi pentirò: dico basta. Il piccolo smette di soffrire.

***

Il dolore, si sa, fa fare pensieri irrazionali. Guardo tutti i farmaci, la flebo che dovevo fargli quel giorno, i cibi specifici renal e le leccornie che gli avevo preso (alcune ordinate ed arrivate dopo la sua morte) e non me ne capacito. Cerco il suo odore. Abbraccio la scatoletta di tonnetto con triglia. A volte la capoccia mi fa credere che sia ancora ricoverato, per poi farmi rivivere il tutto ancora e ancora. Ho perso tanti gatti in vita mia, ma non ho mai sofferto come per lui, come per Ettore.

E me la prendo con me. Perché se mi fossi accorta prima di una o dell'altra patologia non si sarebbe arrivati a questo punto. Se fosse stato fatto un banale test fiv magari la stomatite si sarebbe potuta prevenire. Eppure non riesco a capire come a febbraio Ettore stesse apparentemente bene e come in poco più di un mese non ci sia più. Mi chiedo come una veterinaria (la seconda) possa dimettere un gatto in quelle condizioni e mi chiedo come diamine ho fatto a fidarmi di lei, 'che se non ha capito che lo stava mandando a casa a morire... figuriamoci quante altre cose non ha capito. Non riesco a non colpevolizzarmi per averlo sottoposto a quell'intervento e contemporaneamente non riesco a non pensare di aver sbagliato a dire basta... perché adesso quel 20% di possibilità sembra un valore enorme.

Guardo gli altri miei sette gatti, tutti più anziani di lui, ed ho paura. Vado in giro a parlare con altri veterinari, alla ricerca di qualcuno a cui poter dare fiducia per controlli e analisi a tappeto. Non riesco a reagire.

Ultima Modifica di Moidil; 27-04-2019 at 17:58.
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