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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 02-02-2017, 12:01   #41
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linguadigatto
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Predefinito Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)

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Stanno bravissimi, nel senso che sono paralizzati dal terrore; di tutti i gatti che ho avuto finora nessuno ha mai gradito essere portato dal veterinario, anche se quasi tutti lo manifestavano in modo diverso (Matabà si pietrificava, Esmeralda e Edhel si contorcevano/contorcono e si divincola(va)no. Sophie si rintanava in fondo al trasportino e Chiquita aggredisce chiounque le capiti a tiro).
Tesla è il più selvatichino dei miei: non sale in braccio, accetta coccole solo in formato gattesco di testatine (massimo bacini sulla testa), caccia tantissimo, è un acrobata pazzo, adora stare seduto con noi ma non a contatto... insomma, ci siamo capiti, è un gatto doc
Ecco, lui dal veterinario si accozza a noi iniziando a fare delle fortissime fusa, senza tentare di scappare, e facendosi fare di tutto. io percepisco chiaramente il suo terrore, mi spezza il cuore vederlo così il mio selvatichino... ebbene, l'ultima volta una signora fa: oh che carino, gli piace venire dal veterinario, senti che fusa!


Anna Leo Ludo Tesla Sestosenso Conrad-Cispi ... Sharon Bender Trippy Romeo, Buscemino e Biri sotto il salice, Rourki sotto la quercia
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Vecchio 02-02-2017, 12:03   #42
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Franziska
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Predefinito Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)

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l'ultima volta una signora fa: oh che carino, gli piace venire dal veterinario, senti che fusa!
Se i gatti potessero parlare...
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Vecchio 02-02-2017, 12:03   #43
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luana68
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Predefinito Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)

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Argomento interessante; io, come sapete, non ho mai avuto gatti di razza, quindi le expo non le ho mai frequentate, nemmeno come visitatrice, anche se ho fatto un pensierino su quella che si è tenuta l'anno scorso qui a Torino.
Mi ricordo tuttavia del famoso gatto siamese del nostro vicino di campagna che, da pluri-vincitore di vari concorsi della penisola, veniva portato a tutte le expo dal proprietario (una volta lo aveva trascinato persino a Napoli da Torino, povera bestia); ebbene, diversi anni dopo la dipartita del gatto, abbiamo ereditato il trasportino da expo di Duca: una bellissima gabbietta in vimini, che però era più adatta ad un coniglio che non ad un gatto. Edhel, che è particolarmente longilinea di corporatura, ci stava dentro a malapena e non poteva nemmeno alzarsi in piedi (adesso le abbiamo preso un altro trasportino decisamente più plebeo in plastica in cui però per lo meno riesce a girarsi).
A me l'idea di 'sto povero cristo di un gatto stipato in un trasportino angusto per tutta la durata del viaggio fino a Napoli (e voglio sperare che nella sua carriera espositiva non sia sceso più in giù di Napoli) mi ha sempre fatto star male. E per cosa, poi? Per la vanità del proprietario; di certo al micio non gliene poteva fregare di meno di vincere una coccarda e una coppa.
Poi ci possono essere gatti più curiosi che magari non patiscono o patiscono meno, però in linea di massima mi sembra che lo stress del viaggio e di tutto il casino dell'expo (gente che si assiepa e parla attorno alle gabbie, giudici che li strapazzano- anche la posizione in cui vengono tenuti tutti allungati quando vengono esibiti mi sembra un po' innaturale-, odori di altri gatti...) sia uno strapazzo che francamente mette in inutile tensione il gatto.
Non so, non vorrei dire una bestialità, ma queste expo con deliri dei proprietari (tipo gli allevatori di persiani che fanno loro la messinpiega e li cotonano) mi ricordano un po' i concorsi di bellezza per bambine negli USA in cui si vedono delle povere bimbe di 6/8/10 anni vestite, pettinate e truccate di tutto punto trascinate da madri che hanno un concetto evidentemente un po' discutibile dell'amore materno e di cosa voglia dire occuparsi dei figli.
C'è anche da dire che per un allevatore la scelta di non partecipare ad un'esposizione è probabilmente controproducente, essendo questa un'occasione per farsi conoscere, per scambiare pareri con altri allevatori, per studiare le linee di sangue della concorrenza ed eventualmente acquistare (o scambiare?) esemplari per migliorare le proprie.


P.s.: ad un'expo virtuale con approfondimenti sull'alimentazione e l'etologia, seminari barf, ecc... ci andrei di corsa e molto volentieri.
da me c'è stata da poco l'expo felina e sabato e domenica cisarà quella canina.Io non ero mai andata ma più per vedere razze che altrimenti non potrei mai conoscere da vicino.I gatti ...a me hanno fatto una brutta impressione quelli che i giudici controllavano,non parevano neppure esseri viventi ma fantocci,il piano dove venivano messi era disinfettato in continuazione e poi spruzzavano felywey(si scrive così???) a manetta.li tenevano sospesi tra coda e mento e non potevano fare nulla ,forse l'unico momento in cui si divertivano era quando i giudici passavano con la piumetta di fagiano a vedere come reagivano...Poi guai a noi poveri mortali se chiedevamo di accarezzarli...c'erano gatti che venivano pure da un'allevamento in Russia quindi chissa che stress,io credo che alcuni gatti si abituino però a caro prezzo,ok che l'allevamento ne guadagna fama e visibilità ma alle bestiole anche se più calme reca comunque stress.
L'unica allevatrice umana che ho visto avrei voluto abbracciarla ,aveva pochi mici ma li faceva uscire dai gabbiotti e permetteva ai bambini di avvicinarsi e farli gocare con la cannetta o di dargli un bocconcino ovviamente non numerosi.Era un'allevatrice di maine coon bellissimi e mi ha fatto ricordare Morghi la nostra forumista allevatrice.I gatti sono creature meravigliose e vanno trattati con il rispetto che a loro compete non come burattini per una coppa o una coccarda in più


Minnie-Luana-Alba
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Vecchio 02-02-2017, 12:36   #44
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Aletto
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Predefinito Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)

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......Se non sbaglio ci sono documentazioni del fatto che furono i fenici a introdurre il F. lybica verso il mediterraneo (fra cui in Italia).....
... Ma mi risulta veramente difficile pensare che non abbiamo influito su quella che è stata la sua evoluzione; sopratutto tenendo conto del fatto che il gatto è un animale molto prolifico, la pratica della sterilizzazione è relativamente recente e che comunque le generazioni dei gatti sono più "brevi" delle nostre, quindi si può evolvere
Infatti in sardegna c'è il Felis lybica.
Avevo scritto che oltre al lybica ci sono stati anche i contributi dei gatti asiatici e nordeuropei
Io non so cosa intendiate per evoluzione, che avviene e sta avvenendo e continuerà a manifestarsi in tutte le specie prescindendo dalla presenza umana, se non per le attuali e drastiche variazioni ambientali, troppo veloci per un adattamento all'ambiente, ma da un articolo di Repubblica.it scienza e tecnologia del quasi lontano 2006....

"Enrico Alleva, zoologo dell'Istituto superiore di sanità, è convinto che il successo evolutivo dei felini, e dei gatti in particolare, non sia frutto del caso. "La natura li ha apparecchiati per tendere agguati. Sono predatori perfetti. Veloci, agili, dotati di sensi molto sviluppati grazie a strumenti sofisticati come le vibrisse, a proprio agio sia di giorno che di notte. Essendo animali piccoli, si accontentano di poco per nutrirsi e si spostano da una regione all'altra con facilità. Niente a che vedere con i rettili o gli animali di grandi dimensioni, molto rallentati nelle migrazioni. Immagino i primi gatti aggrappati a un tronco mentre vengono trasportati dalla corrente e colonizzano nuove aree".

Così rapida è stata l'evoluzione dei felini che la ricostruzione dell'albero genealogico ha richiesto più fatica del previsto. "La suddivisione in specie - confermano gli studiosi - è stata recente e tumultuosa. Le differenze in termini di scheletro e denti sono minime e i resti fossili di cui disponiamo sono scarsi. Ma alla fine siamo riusciti a tracciare un albero suddiviso in otto rami". Il primo a staccarsi dai felidi e formare una linea a sé, una decina di milioni di anni fa, è stato il ramo "feroce", di cui fanno parte leoni, giaguari, leopardi delle nevi e tigri. Sono seguiti il caracal, l'ocelot, la lince e il puma. Sei milioni e mezzo fa sono apparsi i leopardi asiatici e per ultimi sono arrivati i gatti domestici. Sono passati 6,2 milioni di anni da allora.

La culla dei gatti moderni è l'Asia. "Da lì - spiegano i ricercatori di Science - questi animali hanno viaggiato, arrivando a compiere dieci migrazioni intercontinentali nel giro di una manciata di milioni di anni. Veramente un bel record". Popolata a dovere la Terra, i gatti hanno stretto un'alleanza con l'uomo. Due anni fa alcuni archeologi francesi ritrovarono a Cipro i resti di un gatto domestico. Le sue ossa erano all'interno di una tomba del neolitico risalente a circa 9 mila anni fa, accanto a quello che probabilmente era stato il suo padrone.

"La simbiosi fra uomini e felini - prosegue Alleva - inizi con la diffusione dell'agricoltura. I prodotti della terra venivano conservati nei magazzini e i topi ne furono subito attratti. Perdere il grano per colpa dei roditori, in un'epoca in cui le carestie erano ricorrenti, rappresentava una vera tragedia. Per questo la presenza dei gatti era così importante". Non è un caso che gli antichi egizi attribuissero al felino i connotati della divinità."


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 02-02-2017, 12:48   #45
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Predefinito Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)

Mi sento chiamata in causa, vi spiego come affronto e vivo la "questione" esposizione.

Faccio una premessa... Le esposizioni volenti o nolenti per gli allevatori sono praticamente obbligatorie. Nella mia associazione (Anfi) è richiesto che un gatto, perchè possa diventare riproduttore, debba ricevere almeno un ex (eccellenza) da un giudice e questo sinceramente non lo trovo nemmeno scorretto (se no finisce che si allevano british coon e devon delle foreste norvegesi). Quindi ogni riproduttore deve fare ALMENO una expò.
Sono anche necessarie se si vuole allevare in modo corretto, perchè solo il giudizio dei giudici e il confronto con gli altri gatti può fare capire a chi vuole allevare (almeno all'inizio) se si è nella direzione giusta o se si sta diventando solo degli scucciolatori.

Detto questo... sono pienamente d'accordo con voi che il gatto in expò non si diverte, sta sicuramente meglio a casa sua sul tiragraffi. Però... prima di tutto bisogna fare una distinzione tra il gatto "che regge" e il gatto "che non regge". Quello che non regge, ovvero che ha paura, che soffia, che si innervosisce DEVE restare a casa. Quello che "regge" (ovvero il gatto che anche a casa non ha paura degli estranei, dei rumori ecc..) si può portare tranquillamente facendolo però abituare.
Per farlo abituare bisogna portarlo in expò più volte possibile quando è cucciolo (ovvero quando è più adattabile ad ogni situazione), bisogna abituarlo ai rumori (magari portandolo fuori con il passeggino o nello zaino), bisogna abituarlo al bagnetto.
Con tutto questo, non dico che in esposizione si divertirà, ma sicuramente la vivrà in maniera tranquilla e serena....


... A meow massages the heart ...
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Vecchio 02-02-2017, 13:00   #46
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Predefinito Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)

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Infatti in sardegna c'è il Felis lybica.
Avevo scritto che oltre al lybica ci sono stati anche i contributi dei gatti asiatici e nordeuropei
Io non so cosa intendiate per evoluzione, che avviene e sta avvenendo e continuerà a manifestarsi in tutte le specie prescindendo dalla presenza umana, se non per le attuali e drastiche variazioni ambientali, troppo veloci per un adattamento all'ambiente...
Una curiosità banale giusto per chiarire quello che potrebbe essere l'intervento- anche fortuito, non sto parlando di selezione di razze- dell'uomo sul gatto; supponendo che il Felis Lybica e l'homo sapiens non si fossero mai incontrati, avremmo oggi quella varietà di mantelli che vediamo nei comuni gatti domestici, siano essi di casa o feral? Sarebbe mai stata possibile quella contaminazione e quel rimescolamento genetico di gatti africani, asiatici e nordeuropei?

L'evoluzione è un processo che va avanti da sé, su questo sono d'accordo, ma non è impermeabile alle influenze che provengono dall'ambiente e da altre specie, almeno credo.

P.s.: oddio l'immagine di un gatto aggrappato ad un tronco e trascinato dalla corrente di un fiume mi fa star male...
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Vecchio 02-02-2017, 13:16   #47
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Mi sento chiamata in causa, vi spiego come affronto e vivo la "questione" esposizione.

Faccio una premessa... Le esposizioni volenti o nolenti per gli allevatori sono praticamente obbligatorie. Nella mia associazione (Anfi) è richiesto che un gatto, perchè possa diventare riproduttore, debba ricevere almeno un ex (eccellenza) da un giudice e questo sinceramente non lo trovo nemmeno scorretto (se no finisce che si allevano british coon e devon delle foreste norvegesi). Quindi ogni riproduttore deve fare ALMENO una expò.
Sono anche necessarie se si vuole allevare in modo corretto, perchè solo il giudizio dei giudici e il confronto con gli altri gatti può fare capire a chi vuole allevare (almeno all'inizio) se si è nella direzione giusta o se si sta diventando solo degli scucciolatori.

Detto questo... sono pienamente d'accordo con voi che il gatto in expò non si diverte, sta sicuramente meglio a casa sua sul tiragraffi. Però... prima di tutto bisogna fare una distinzione tra il gatto "che regge" e il gatto "che non regge". Quello che non regge, ovvero che ha paura, che soffia, che si innervosisce DEVE restare a casa. Quello che "regge" (ovvero il gatto che anche a casa non ha paura degli estranei, dei rumori ecc..) si può portare tranquillamente facendolo però abituare.
Per farlo abituare bisogna portarlo in expò più volte possibile quando è cucciolo (ovvero quando è più adattabile ad ogni situazione), bisogna abituarlo ai rumori (magari portandolo fuori con il passeggino o nello zaino), bisogna abituarlo al bagnetto.
Con tutto questo, non dico che in esposizione si divertirà, ma sicuramente la vivrà in maniera tranquilla e serena....
Ti ringrazio, Morghi, della testimonianza: in effetti io penso che difficilmente un allevatore possa esimersi dal frequentare le esposizioni feline e, nel caso in cui decida di farlo, sarebbe una scelta un po' (tanto) suicida. E difatti ho un atteggiamento molto più indulgente verso gli allevatori che non verso i privati; ovvero, detto papale papale, mi viene da chiedermi: va bene, hai voluto il gatto di quella razza perché risponde a certe tue esigenze estetiche, perché ti piace avere un gatto blasonato- e fin qui, niente di male, per carità...-, ma non te lo puoi godere in privato e al limite mostrarlo con orgoglio a parenti, amici e conoscenti che frequentano casa tua? Devi proprio trascinarlo in giro per chilometri per una questione di vanità? (Sto parlando del privato, non dell'allevatore).
Mi chiedo inoltre quanto queste expo (sia quelle feline che canine, equine...) non siano colpite da un aderiva feticistica: gatti con la messinpiega, cavalli con gli occhi truccati esibiti come pupazzi... insomma che c'entra tutto questo con la selezione di una razza nella sua purezza? E infine, ultima domanda: non sarebbe più logico che i giudici diventassero itineranti con macchine fotografiche, pc e supporti digitali al seguito e guardassero/valutassero il gatto nel suo ambiente per vedere anche qual è il suo comportamento abituale e che magari può essere falsato dalla compresenza di diversi altri esemplari interi di altri allevamenti messi gli uni accanto agli altri in un ambiente estraneo? Anche perché credo che il giudizio si basi (o quantomeno, a mio modesto modo di vedere, dovrebbe basarsi) anche sul carattere del gatto, non soltanto sulla sua corrispondenza a determinati standard (altezza, ossatura, forma del cranio, taglio degli occhi, distanza delle orecchie...). Non lo so mi sembra una forzatura, anche se forse può essere necessaria. Poi gli allevatori per capire se e quanto sono fuori strada potrebbero farsi visita l'un l'altro.

P.s.: belli i British coon e i devon delle foreste norvegesi; quasi quasi ci faccio un pensierino! Magari un domani esisteranno davvero, chissà...
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Vecchio 02-02-2017, 13:19   #48
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Una curiosità banale giusto per chiarire quello che potrebbe essere l'intervento- anche fortuito, non sto parlando di selezione di razze- dell'uomo sul gatto; supponendo che il Felis Lybica e l'homo sapiens non si fossero mai incontrati, avremmo oggi quella varietà di mantelli che vediamo nei comuni gatti domestici, siano essi di casa o feral? Sarebbe mai stata possibile quella contaminazione e quel rimescolamento genetico di gatti africani, asiatici e nordeuropei?......
Sì, la loro territorialità è elastica non statica


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 02-02-2017, 13:52   #49
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Faccio una premessa... Le esposizioni volenti o nolenti per gli allevatori sono praticamente obbligatorie. Nella mia associazione (Anfi) è richiesto che un gatto, perchè possa diventare riproduttore, debba ricevere almeno un ex (eccellenza) da un giudice e questo sinceramente non lo trovo nemmeno scorretto (se no finisce che si allevano british coon e devon delle foreste norvegesi). Quindi ogni riproduttore deve fare ALMENO una expò.
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Detto questo... sono pienamente d'accordo con voi che il gatto in expò non si diverte, sta sicuramente meglio a casa sua sul tiragraffi. Però... prima di tutto bisogna fare una distinzione tra il gatto "che regge" e il gatto "che non regge". Quello che non regge, ovvero che ha paura, che soffia, che si innervosisce DEVE restare a casa. Quello che "regge" (ovvero il gatto che anche a casa non ha paura degli estranei, dei rumori ecc..) si può portare tranquillamente facendolo però abituare.
Per farlo abituare bisogna portarlo in expò più volte possibile quando è cucciolo (ovvero quando è più adattabile ad ogni situazione), bisogna abituarlo ai rumori (magari portandolo fuori con il passeggino o nello zaino), bisogna abituarlo al bagnetto.
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però io continuo a non capire nel modo più assoluto: perchè fare tutte queste cose ad un animale che si ama e rispetta?
è un mio limite?


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Vecchio 02-02-2017, 14:03   #50
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però io continuo a non capire nel modo più assoluto: perchè fare tutte queste cose ad un animale che si ama e rispetta?
è un mio limite?
No, no, è anche il mio; ora, io posso capire gli allevatori perché giustamente allevano per lucro (nulla di male: il fatto di fare una cosa in vista di un ritorno economico, non vuol dire farla senza coscienza o mettendo in secondo piano il benessere dell'animale) e hanno bisogno di ricevere un attestato di eccellenza/conformità agli standard della razza per poter allevare secondo i crismi stabiliti dall'Anfi e dalle altre associazioni.
Ma i privati, tipo il nostro ex vicino di campagna, che cappero portano i gatti in expo a fare? Non gli basta aver sborsato una quantità folle di soldi per aver comprato in Francia un siamese di rara bruttezza, ma con un pedigree lungo fino alla dinastia giulio-claudia? Cosa se ne fa di un titolo? Boh, i primi due anni il gatto è rimasto intero, quindi forse gli pagavano le monte (e più aveva vinto, più salivano le tariffe), ma, dacché la moglie gli ha imposto di castrarlo, perché ha continuato a trascinarlo in su e in giù per l'Italia alle mostre? Hanno proprio bisogno di sentirsi dire da un giudice che hanno un bel gatto?!
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