Pumadi
10-08-2012, 08:29
Penso che la sezione malattie è ora che la lascio a chi ha bisogno di aiuto o supporto... però volevo scrivere un po' la storia di Trudi. Oggi sono otto giorni da quando mi ha lasciata e continua a mancarmi da impazzire. Lo so bene che devo avere pazienza, che arriverà il giorno in cui le lacrime lasceranno il posto alla tenerezza e che l'importante è l'affetto che ci legava... ma io, oggi, vorrei solo che lei fosse ancora qui.
Ho incontrato Trudi poco più di 18 anni fa, in una cucciolata di gattini randagi che sua mamma ha partorito nel nostro garage, riuscendo a entrare chissà come. Io ero in quinta elementare ed ero più che decisa a togliere quei micetti dalla strada. Avevo trovato casa per tre di loro, e li ho portati da me in attesa di darli ai loro nuovi padroni... anche un po' troppo presto per loro, ma ero piccolina e non sapevo attendere. Una delle persone che avevo trovato poi si è tirata indietro, e a me è rimasto uno sgorbietto grigio con le orecchie enormi. Una micina piccola, bruttina e cattivissima, appena la prendevi in mano cominciava ad urlare e ringhiare. Me ne sono innamorata immediatamente. Ha continuato a urlare e ringhiare fino agli ultimi giorni della sua vita... era veramente buffa, scatenava un putiferio e appena le cose tornavano di suo gradimento tornava con la coda dritta e la faccia serena, come niente fosse successo.
In ogni caso, in quella primavera di 18 anni fa, anche Trudi ha scelto me. E' diventata subito la mia gattina, dormiva con me, giocava sempre solo con me, si faceva prendere solo da me... fino alla vecchiaia è rimasta cattivissima, e l'unica persona che riusciva a convincerla a fare cose che lei non voleva ero io. Lo sgorbietto è diventato una splendida gatta grigia con dei bellissimi occhi grandi e gialli.
A causa della nostra ignoranza, non l'ho sterilizzata se non in tarda età. E questo ci ha portato ad avere qualche cucciolata, che io ricordo, nonostante sappia che è stato un errore, come alcune tra le esperienze più belle della mia vita. Sogno un giorno di poter ripetere l'esperienza, quando avrò il tempo e la possibilità di avere una micia da far partorire seriamente. Quando ha partorito, Trudi mi ha voluta al suo fianco. Aspettava me, e la dolcezza con cui mi lasciava fare di tutto ai suoi piccoli appena nati mi riempie ancora di tenerezza. La tigre mi lasciava i suoi piccoli con una fiducia assoluta.
Poi, tre anni fa, il primo tumore. L'utero. Il mio veterinario l'ha salvata in un sabato pomeriggio in cui era stata malissimo... ecco qui, a non averla sterilizzata. Lo so bene. Ma quello che è stato fatto in passato, non posso cancellarlo. Trudi si è ripresa perfettamente da quell'operazione difficile, ed è diventata ancora più legata a me.
Quasi un anno fa, il secondo, la mammella. Un altro intervento, un'altra volta la micia miracolata, e lei sembrava averlo capito. Non mi mollava più, la belva miciosa era diventata una specie di pupazzetto sempre appiccicato a chiedere coccole.
Qualche mese fa la recidiva, apparentemente isolata, l'intervento... e poco dopo il versamento, un tumore invisibile agli strumenti ma presente e aggressivo... la mia belva ha deciso che è ora di smettere di prendere medicine, si opponeva con tutte le sue forze... e io non potevo imporle una routine di urla, graffi e morsi, per il mio egoismo di volerla qui qualche altro mese.
Se ne è andata in silenzio, e mi ha risparmiato per qualche ora lo strazio di portarla dal veterinario a farla addormentare.
Ora a casa ci sono suo figlio e un nuovo micetto che ho trovato poco prima che lei stesse male per l'ultima volta. Ma a me manca lei, la mia micia cattivissima che mi inondava di fusa.
Ho incontrato Trudi poco più di 18 anni fa, in una cucciolata di gattini randagi che sua mamma ha partorito nel nostro garage, riuscendo a entrare chissà come. Io ero in quinta elementare ed ero più che decisa a togliere quei micetti dalla strada. Avevo trovato casa per tre di loro, e li ho portati da me in attesa di darli ai loro nuovi padroni... anche un po' troppo presto per loro, ma ero piccolina e non sapevo attendere. Una delle persone che avevo trovato poi si è tirata indietro, e a me è rimasto uno sgorbietto grigio con le orecchie enormi. Una micina piccola, bruttina e cattivissima, appena la prendevi in mano cominciava ad urlare e ringhiare. Me ne sono innamorata immediatamente. Ha continuato a urlare e ringhiare fino agli ultimi giorni della sua vita... era veramente buffa, scatenava un putiferio e appena le cose tornavano di suo gradimento tornava con la coda dritta e la faccia serena, come niente fosse successo.
In ogni caso, in quella primavera di 18 anni fa, anche Trudi ha scelto me. E' diventata subito la mia gattina, dormiva con me, giocava sempre solo con me, si faceva prendere solo da me... fino alla vecchiaia è rimasta cattivissima, e l'unica persona che riusciva a convincerla a fare cose che lei non voleva ero io. Lo sgorbietto è diventato una splendida gatta grigia con dei bellissimi occhi grandi e gialli.
A causa della nostra ignoranza, non l'ho sterilizzata se non in tarda età. E questo ci ha portato ad avere qualche cucciolata, che io ricordo, nonostante sappia che è stato un errore, come alcune tra le esperienze più belle della mia vita. Sogno un giorno di poter ripetere l'esperienza, quando avrò il tempo e la possibilità di avere una micia da far partorire seriamente. Quando ha partorito, Trudi mi ha voluta al suo fianco. Aspettava me, e la dolcezza con cui mi lasciava fare di tutto ai suoi piccoli appena nati mi riempie ancora di tenerezza. La tigre mi lasciava i suoi piccoli con una fiducia assoluta.
Poi, tre anni fa, il primo tumore. L'utero. Il mio veterinario l'ha salvata in un sabato pomeriggio in cui era stata malissimo... ecco qui, a non averla sterilizzata. Lo so bene. Ma quello che è stato fatto in passato, non posso cancellarlo. Trudi si è ripresa perfettamente da quell'operazione difficile, ed è diventata ancora più legata a me.
Quasi un anno fa, il secondo, la mammella. Un altro intervento, un'altra volta la micia miracolata, e lei sembrava averlo capito. Non mi mollava più, la belva miciosa era diventata una specie di pupazzetto sempre appiccicato a chiedere coccole.
Qualche mese fa la recidiva, apparentemente isolata, l'intervento... e poco dopo il versamento, un tumore invisibile agli strumenti ma presente e aggressivo... la mia belva ha deciso che è ora di smettere di prendere medicine, si opponeva con tutte le sue forze... e io non potevo imporle una routine di urla, graffi e morsi, per il mio egoismo di volerla qui qualche altro mese.
Se ne è andata in silenzio, e mi ha risparmiato per qualche ora lo strazio di portarla dal veterinario a farla addormentare.
Ora a casa ci sono suo figlio e un nuovo micetto che ho trovato poco prima che lei stesse male per l'ultima volta. Ma a me manca lei, la mia micia cattivissima che mi inondava di fusa.