Visualizza Versione Completa : Fuori sì o fuori no?
Ciao a tutte!
Secondo voi, è giusto portare fuori il proprio micio (che solitamente sta in casa) fuori con pettorina e guinzaglio?
Vi spiego: io e il mio fidanzato abbiamo cominciato a portare Tappy a fare qualche giretto con il guinzaglio, vuoi nel giardino dei genitori di lui vuoi nel cortile di casa, perché l'idea di tenerlo sempre segregato in casa non ci piaceva per nulla (ma, purtroppo, in una città come Roma e vivendo noi in un appartamento non è possibile fare altrimenti...).
Ora il mio dubbio è: non è che così è peggio? Una mia collega mi ha sconsigliato di farlo, perché in questo modo il gatto ha un'idea di cosa lo aspetta fuori e vorrà sempre di più uscire, soffrendo di più lo stare in casa... All'inizio mi sembrava una cosa assurda, ma ora mi sto cominciando a domandare se non avesse ragione...
Voi che ne pensate? Qualcuna porta mai il proprio gattino a fare un giretto?
Grazieee
e' ovvio che il gatto assporata la liberta' voglia uscire nuovamente,pero' se lo abitui a un'orario preciso e diventa un'abitudine costante penso che non ci siano problemi,io con il mio persiano esce ad orari lui lo sa e negli altri orari non chiede di uscire,i gatti sono intelligenti si abituano ai cambiamenti,basta pero' non fregarli,se gli fai uno scherzetto se lo ricordano.
Questo è un problema di coscienza che affiora quando riconosciamo la loro soggettività
Certo che in un giardino o anche in cortile sono più stimolati, si riavvicinano ad un mondo consono al loro motivo di esistere che non è il nostro appartamento. Quando stanno fuori capiamo di più di cosa abbiano effettivamente bisogno, che non è solo la sicurezza di un pasto, un comodo riparo e le cure veterinarie
Più il tuo micio andrà fuori più avrà desiderio di tornarci. Da qui la scelta: o portarlo spesso o tenerlo segregato
Se non potete portarlo regolarmente fuori (tipo cagnolino) meglio farlo disabituare...
Io -contrariamente ad altri- sono del parere che i gatti vivano benissimo anche solo in appartamento. Dei miei nessuno chiede di uscire (neppure l'ex randagia adottata da adulta o quella senior che nella sua prima famiglia usciva) giocano, corrono, saltano fra 4 mura!!
Certo se avessimo un giardino in assoluta sicurezza (per come la vedo io recintato anche sopra!!) sarebbe bellissimo farli uscire lì, ma purtroppo non l'abbiamo quindi ci accontentiamo della casa e alla fine ci stiamo bene!!!
gattinonero
04-04-2016, 10:06
Non credo sia il caso di portare il gatto fuori... assolutamente no nelle strade perché troppo sporche per animali abituati per lo più a stare in casa e quindi che non hanno i relativi anticorpi.. e poi perché non hanno necessità di luoghi aperti se il loro abituale territorio con le loro cose e i loro odori è la casa. I gatti sono, secondo me, molto abitudinari e uscire potrebbe causare dello stress, tra l'altro inutile. Diverso sarebbe se si dispone di uno spazio all'aperto, in totale sicurezza, ma che diviene il loro naturale e ordinario territorio, proprio come la casa... e piacerebbe anche a me avere un giardinetto tutto per loro... anche se adesso ho una gattina bianca ex randagia con delle orecchie molto delicate che probabilmente sono già state scottate dal sole.. e di cui mi hanno tutti avvertito di non farla stare al sole! Insomma poi ci sono anche questi problemi...
Se non potete portarlo regolarmente fuori (tipo cagnolino) meglio farlo disabituare...
Io -contrariamente ad altri- sono del parere che i gatti vivano benissimo anche solo in appartamento. Dei miei nessuno chiede di uscire (neppure l'ex randagia adottata da adulta o quella senior che nella sua prima famiglia usciva) giocano, corrono, saltano fra 4 mura!!
Certo se avessimo un giardino in assoluta sicurezza (per come la vedo io recintato anche sopra!!) sarebbe bellissimo farli uscire lì, ma purtroppo non l'abbiamo quindi ci accontentiamo della casa e alla fine ci stiamo bene!!!
Straquoto alla grande, mi è anzi capitato più di una volta di chiudere per errore Cleo sul balcone o fuori casa per le scale, inizia a piangere e urlare come un'ossessa, secondo me in casa sta benissimo. Anche io vivo a Roma e a parte il fatto che mal sopporta già il collare, figuriamoci la pettorina e il guinzaglio (sommo desiderio di mia mamma che se la porterebbe anche a fare la spesa) non la porterei in giro è troppo gatta da divano.
Io quando ho preso Maya (avevo solo lei) ed era piccolina avrei voluto abituarla ad uscire sempre con me con pettorina e guinzaglio (in Francia se ne vedono parecchi), ho comprato il tutto ed ho provato a metterli, ma era proprio paralizzata dalla paura, quindi ho deciso di lasciarla stare...
Starmaia
05-04-2016, 14:01
Ho provato per un periodo a portare Merlino in cortile con pettorina e corda lunga. Entusiasmo totale per lui ma dopo qualche tempo la giornata era così composta: 1 ora di girellamenti in cortile, 23 ore di pianti (e pisciate) davanti alla porta di casa.
Abbiamo appeso il guinzaglio al chiodo.
La gatta dello Zipo invece, una piccola maine coon prematuramente scomparsa, amava farsi portare in giro a guinzaglio ma solitamente stava sulle spalle dell'umano.
Fece storia quella volta che passò 8 ore in piazza a vendere le stelle di Natale per beneficenza :D
Secondo me dipende molto dal carattere. Esiste un 1% di gatti che paiono indifferenti al contesto esterno, ad es viaggiano, vanno in hotel, cambiano casa, escono in strada ecc.. seguono il padrone ovunque senza particolari problemi.. ma sono, per l'appunto, eccezioni.
Certo che per un gatto avere la possibilità di muoversi in un territorio "naturale", con vegetazione, prede, odori, suoni ecc sia impagabile. Chi è fortunato e può disporre di un territorio naturale in sicurezza (ad es giardini condominiali, giardini privati, spazi in campagna ecc) fa senz'altro la felicità del suo gatto.
Invece credo che il guinzaglio sia un po' una scelta innaturale. Anche se col filo lungo, comunque il gatto non è libero di esplorare, non è nel suo territorio, è un po' forzato ad un' "esplorazione coatta" che non può ripetere quando vuole. Mi lascia un po' dubbiosa. Poi con le millemila storie di gatti persi / trasportini che si aprono ecc, io non mi sentirei troppo sicura con un guinzaglio..
Comunque credo che siano in molti i padroni che vorrebbero far fare al micio l'esperienza della natura, ad es a Milano aprirà un "gattoparco", cioè un giardino diviso in lotti recintati in cui si potrà far scorrazzare il gatto a pagamento. Anche questo mi lascia un po' perplessa, perché non è il suo territorio, si rischia di eccitarlo e poi una volta a casa che rimanga stressato, inoltre dal punto di vista igienico avrei paura di malattie trasmissibili (anche se il lotto è frequentato un gatto alla volta)..
violapensiero
05-04-2016, 15:23
I Maine Coon sono tra i gatti che sopportano meglio pettorina e guinzaglio, anche a causa della mole...e poi sono tranquilli, dei piccoli leoni proprio, una amica allevatrice se ne porta uno sempre dietro, certo un micio di casa normale, rischia, una macchina, un cane che abbaia, l'imprevisto può succedere. Io non rischierei e lascerei perdere...
Certo che per un gatto avere la possibilità di muoversi in un territorio "naturale", con vegetazione, prede, odori, suoni ecc sia impagabile. Chi è fortunato e può disporre di un territorio naturale in sicurezza (ad es giardini condominiali, giardini privati, spazi in campagna ecc) fa senz'altro la felicità del suo gatto.
Invece credo che il guinzaglio sia un po' una scelta innaturale. Anche se col filo lungo, comunque il gatto non è libero di esplorare, non è nel suo territorio, è un po' forzato ad un' "esplorazione coatta" che non può ripetere quando vuole. Mi lascia un po' dubbiosa. Poi con le millemila storie di gatti persi / trasportini che si aprono ecc, io non mi sentirei troppo sicura con un guinzaglio..
Comunque credo che siano in molti i padroni che vorrebbero far fare al micio l'esperienza della natura, ad es a Milano aprirà un "gattoparco", cioè un giardino diviso in lotti recintati in cui si potrà far scorrazzare il gatto a pagamento. Anche questo mi lascia un po' perplessa, perché non è il suo territorio, si rischia di eccitarlo e poi una volta a casa che rimanga stressato, inoltre dal punto di vista igienico avrei paura di malattie trasmissibili (anche se il lotto è frequentato un gatto alla volta)..
Quoto.
Io in queste condizioni lascerei perdere e la pettorina mi fa un po' "strano" (però magari è anche un problema di percezione mia)
Starmaia
05-04-2016, 15:47
I Maine Coon sono tra i gatti che sopportano meglio pettorina e guinzaglio
Sì, poi lei era spavalda. Forse te la ricordi, Viola, Leeloo la mainecoonina rossa.
I Maine Coon sono tra i gatti che sopportano meglio pettorina e guinzaglio..
In teoria anche altre razze, ad es siamese, e anche devon.. io ho provato con la mia quando era piccina, le ho messo il guinzaglio e l'ho fatta uscire sul pianerottolo fuori dalla porta.. stava ferma e mi guardava molto perplessa. Dopo un po', ha iniziato a giocare con il filo del guinzaglio. Irrecuperabile. ;)
Starmaia
05-04-2016, 16:16
Merlino si è anche sfilato dalla pettorina e si è andato a nascondere sotto una catasta di legna :shy:
E dire che nonostante tutto ancora mi ama.
La gatta dello Zipo invece, una piccola maine coon prematuramente scomparsa, amava farsi portare in giro a guinzaglio ma solitamente stava sulle spalle dell'umano. Fece storia quella volta che passò 8 ore in piazza a vendere le stelle di Natale per beneficenza
Meraviglia :micimiao18:
Una delle prime volte che andavo dalla mia vet (avevo appena preso Maya) vidi una signora con un gatto bianconero al guinzaglio che entrava tranquillamente in sala d'aspetto dell'ambulatorio. Sarebbe stato il mio sogno!!!
violapensiero
05-04-2016, 17:23
Io ho provato a mettere il guinzaglio alla mia prima gatta, una persiana. Successe il finimondo, cominciò a volare per la stanza, non sapevo più come fare, in un momento di stasi, tra un soffio e un graffio, lo tolsi...alla siamese invece il collare la faceva immobilizzare dal terrore...
L'ho buttato.
violapensiero
05-04-2016, 17:23
Sì, poi lei era spavalda. Forse te la ricordi, Viola, Leeloo la mainecoonina rossa.
Sìì la ricordo, bellissima!
Milou gli ultimi anni che era con la sua vecchia famiglia per non farla uscire da sola (una volta non rientrò per una settimana e si spaventarono molto..) quando erano al mare la portavano con la pettorina in giardino e tutto sommato le piaceva.... Lei portava anche sempre il collarino...
il se metto il guinzaglio al mio persiano mi scortica viva...comunque e' vero ogni gatto e' diverso e bisogna appunto conoscerlo a fondo se e' un tipo da uscire e rientrare senza sofferenza,il mio persiano e' bravo non si arrampica,da i posti dove puo' stare,al richiamo viene subito e lui e' felice,lo vedo dalle feste che fa quando torna pieno di foglie nel pelo e i fuseggiamenti che fa per spazzolarlo.
babaferu
05-04-2016, 18:02
...nel mio mercato rionale c'è un signore che fa la spesa con la gatta al guinzaglio, la zona è pedonale e lui usa uno di quei guinzagli per cani allungabili, di modo che se lei vuole.... fa a farsi anche una passeggiata sugli alberelli (l'ho visto, lo giuro, la gatta che scala l'albero al guinzaglio e lui sotto che aspetta con pazienza....). anche questa, una gatta spavalda, per dire si tiene lontano benissimo i cani....
una bella europea grigia e bianca.
me l'avete fatta venire in mente, anche se non ho grandi consigli.
un bacio, ba
Io portavo fuori Shasa, il mio gatto diabetico supersfigato. Lui aveva, oltre al diabete, un insufficienza epatica e renale che non abbiamo mai saputo se fossero dovute al diabete di cui non c'eravamo accorti o ad un avvelenamento (aveva avuto una crisi per cui è stato in coma 20 giorni). Non poteva mangiare altro che il suo cibo medicato, se no stava male, ma era golosissimo. Io abitavo in campagna, con un treno molto grande che era impossibile mettere in sicurezza (e comunque non potevo essere sicura che non mangiasse schifezze).
Lo portavo fuori col guinzaglio legato ad un corda per stendere lunghissima :D. A lui piaceva tantissimo annusare ecc. , poi non dava segni di disagio quando era in casa.
A mio marito piacerebbe molto portarle fuori con la pettorina ma nessuna delle nostre l'ha mai sopportata è tutto sommato a me sta più che bene perché ho visto come se la sfilano facilmente anche se è stretta, manco Houdini, quindi avrei il terrore di una fuga improvvisa.....brividi e terrore, non sia mai.
Ufff... Ora sono decisamente confusa.
Il punto è che lo vedo così felice quando è fuori (alla fine è un gatto trovato in strada, quindi un ricordo del 'fuori' ce l'ha), anche se l'ultima volta non ha apprezzato moltissimo quando l'ho portato giù dal muretto che voleva scavalcare per andare dai gatti che stavano nel giardino accanto al nostro... Non l'ho mai visto così inferocito nei miei confronti!
Con la mia gattina precedente non avevo di questi problemi, perché l'ho adottata quando aveva due mesi ed è sempre rimasta in casa! Addirittura, una volta che siamo andati da mia nonna in campagna e abbiamo provato a farla uscire, dopo due-tre passi è scappata in casa al primo rumore! Però con Tappy la situazione è diversa, conoscendo la vita al di fuori delle nostre quattro mura mi sento di costringerlo e stressarlo... è possibile che si scordi mai cosa significhi stare fuori all'aria aperta, libero di fare tutto quello che vuole secondo voi?
Secondo me il discorso si riallaccia anche all'altro topic che ho aperto recentemente: secondo me Tappy miagola così tanto perché in casa con noi si annoia, non gli bastano i giochini, il tiragraffi e i mobili... Secondo la vostra esperienza, si abituerà a questo tipo di vita e divertimento, o sognerà sempre di tornare fuori? :(
mh...Becky viene da un allevamento, non conosce il fuori, ma nella casa precedente, piccola ma con un grande terrazzo, non voleva rientrare in nessuna maniera. Ora il terrazzo non ce l'ha, all'inizio ha fatto un po' di strorie ma ora non ci bada più, anche perchè abbiamo attrezzato casa con aree gioco e ha la "sorellina" con cui inventare guai. Secondo me dipende dal carattere.
Ufff... Ora sono decisamente confusa.
Il punto è che lo vedo così felice quando è fuori (alla fine è un gatto trovato in strada, quindi un ricordo del 'fuori' ce l'ha), anche se l'ultima volta non ha apprezzato moltissimo quando l'ho portato giù dal muretto che voleva scavalcare per andare dai gatti che stavano nel giardino accanto al nostro... Non l'ho mai visto così inferocito nei miei confronti!
Con la mia gattina precedente non avevo di questi problemi, perché l'ho adottata quando aveva due mesi ed è sempre rimasta in casa! Addirittura, una volta che siamo andati da mia nonna in campagna e abbiamo provato a farla uscire, dopo due-tre passi è scappata in casa al primo rumore! Però con Tappy la situazione è diversa, conoscendo la vita al di fuori delle nostre quattro mura mi sento di costringerlo e stressarlo... è possibile che si scordi mai cosa significhi stare fuori all'aria aperta, libero di fare tutto quello che vuole secondo voi?
Secondo me il discorso si riallaccia anche all'altro topic che ho aperto recentemente: secondo me Tappy miagola così tanto perché in casa con noi si annoia, non gli bastano i giochini, il tiragraffi e i mobili... Secondo la vostra esperienza, si abituerà a questo tipo di vita e divertimento, o sognerà sempre di tornare fuori? :(
Secondo me sono pochi i gatti che sceglierebbero di vivere chiusi in casa, ci vivono perché per il loro "bene" li costringiamo, non hanno altra scelta, e così facendo li costringiamo a non potersi esprimere.
Intanto prima o poi si abitua: a me questa frase fa accapponare la pelle, non perché l'abbia detta tu che invece ti poni il problema, pensa se lo dicessero di noi! ma noi ci possiamo ribellare, questa scelta per loro non c'è e devono subire la nostra
Volland è un gatto di allevamento, da generazioni nati e cresciuti in casa, eppure andrebbe ovunque, ama il contatto con la terra, le piante, sdraiarsi al sole e predare
Buio, trovatello, vorrebbe un territorio più vasto. In questo periodo non possono andare nel terrazzo grande a causa dei lavori e lui miagola disperatamente
Berenice, trovatella, sta sdraiata per ore sotto l'ulivo tra l'erba gatta (quando c'è) a far finta si sonnecchiare, avendo qualche anno più degli altri è più tranquilla o forse lo è di indole
Non so se Tappy si accontenterà, ma ha dalla sua degli umani che sanno ascoltarlo e ne riconoscono le necessità di specie
Intanto prima o poi si abitua: a me questa frase fa accapponare la pelle, non perché l'abbia detta tu che invece ti poni il problema, pensa se lo dicessero di noi! ma noi ci possiamo ribellare, questa scelta per loro non c'è e devono subire la nostra
Non capisco cosa vuoi dire.... Certo che prima o poi si abitua!!
Dovremmo forse lasciarli uscire in mezzo ai pericoli?? A me questo farebbe accapponare la pelle!!
Detto da VETERINARI COMPORTAMENTALISTI molti gatti vivono bene e sono felici anche stando solo in casa.
@Nanaaah prendigli un fratellino/sorellina vedrai che avendo un compagno con cui giocare si divertirà tantissimo anche in casa e non chiederà più di uscire...
Non capisco cosa vuoi dire.... Certo che prima o poi si abitua!!
Dovremmo forse lasciarli uscire in mezzo ai pericoli?? A me questo farebbe accapponare la pelle!!
Detto da VETERINARI COMPORTAMENTALISTI molti gatti vivono bene e sono felici anche stando solo in casa. .......
Intendo dire che gli si nega la soggettività, è la faccia della medaglia che ci rifiutiamo di considerare: da un lato stanno bene in salute dall'altro sono sviliti nella loro essenza relegati ad un ruolo che non avrebbero scelto
Intendo dire che gli si nega la soggettività, è la faccia della medaglia che ci rifiutiamo di considerare: da un lato stanno bene in salute dall'altro sono sviliti nella loro essenza relegati ad un ruolo che non avrebbero scelto
Però è un po' lo stesso discorso della sterilizzazione.. un gatto da compagnia casalingo lasciato intero crea solo disagi per il padrone (e poi per sé stesso), però sterilizzandolo ovviamente perde un po' della sua "soggettività".. portando questo discorso all'estremo (non è il caso tuo) ci sono quelli che pensano "gli animali stanno bene liberi, in natura, non relegati fra quattro mura e trattati come dei bambini viziati".. me lo sono sentita dire tante volte..
Magari è anche vero, dal punto di vista strettamente "naturalistico", che il gatto sarebbe più felice a contatto con la natura, libero di accoppiarsi, di baruffarsi, di esplorare.. ma è un discorso quasi filosofico/esistenzialistico.. anche noi staremo molto meglio a fare dei lavoro a contatto con la natura invece che davanti al pc o pigiati come sardine sulla metro, ma purtroppo questo è il mondo in cui viviamo..
Starmaia
06-04-2016, 14:36
Merlino, nonostante la smania di fuga che ha sempre avuto, quando siamo venuti in questa casa con (piccolo) giardino, è scappato solo una volta. E' finito nel giardino dei vicini, è rimasto lì un tot, è tornato indietro e non ci ha mai più riprovato.
Agli altri non gliene può fregare di meno, solo Pinni esce ed ha eletto a suo territorio tre o quattro giardini limitrofi.
Gli altri lo vedono uscire, sanno benissimo come fa ma non ci provano.
E' una questione di scelte, noi forse facciamo un lavoro che non ci appaga, viviamo in agglomerati alienanti ecc, ma possiamo scegliere gli amici, di avere un hobby o altro che ci rimettono in pace con noi stessi, passare un fine settimana qui piuttosto che là e tutto ci rende una vita alienante più sopportabile. Loro non possono scegliere più nulla
Eppure la loro soggettività la abbiamo sotto gli occhi ma non riusciamo a farli essere
E' una questione di scelte, noi forse facciamo un lavoro che non ci appaga, viviamo in agglomerati alienanti ecc, ma possiamo scegliere gli amici, di avere un hobby o altro che ci rimettono in pace con noi stessi, passare un fine settimana qui piuttosto che là e tutto ci rende una vita alienante più sopportabile. Loro non possono scegliere più nulla
Eppure la loro soggettività la abbiamo sotto gli occhi ma non riusciamo a farli essere
Io posso anche darti ragione, anzi sono convintissima che tu ce l'abbia, ma non tutti possono disporre di un giardino o di un terrazzo... :(
Come ti comporteresti?
Io posso anche darti ragione, anzi sono convintissima che tu ce l'abbia, ma non tutti possono disporre di un giardino o di un terrazzo... :(
Come ti comporteresti?
Oddiiiiiio, la ragione è dei fessi :shy: :)
Secondo me è più importante la piena consapevolezza della loro individualità o soggettività che non avere un terrazzo o un giardino, altrimenti li svuotiamo di un loro diritto
Magari è anche vero, dal punto di vista strettamente "naturalistico", che il gatto sarebbe più felice a contatto con la natura, libero di accoppiarsi, di baruffarsi, di esplorare.. ma è un discorso quasi filosofico/esistenzialistico.. anche noi staremo molto meglio a fare dei lavoro a contatto con la natura invece che davanti al pc o pigiati come sardine sulla metro, ma purtroppo questo è il mondo in cui viviamo..
In effetti E' un discorso filosofico/esistenzialistico. A me piace la natura, ho sempre vissuto in paesini in mezzo alla campagna, ma, forse proprio per questo, non la mitizzo. Hai suoi lati buoni e quelli meno, se fosse stata così perfetta probabilmente non avremmo cercato di migliorare il nostro modo di vivere. Poi ci sta che ce ne siamo allontanati così tanto, specie chi vive in grandi città, che c'è chi guarda il "vivere naturale" con occhi nostalgici, direi a volte fin troppo.
Staremmo meglio lavorando a contatto della natura? Io quando ero più giovane ho spesso aiutato mio marito a fare la foglia e il fieno per i cavalli e preferisco di gran lunga stare davanti ad un pc e la natura godermela nei momenti di svago :).
Qua ci sono ancora tanti anziani che hanno lavorato nei campi e con le mucche e sono piegati dalla fatica e invecchiati molto più di chi ha fatto lavori d'ufficio.
Eppure la loro soggettività la abbiamo sotto gli occhi ma non riusciamo a farli essere
Io non direi però che in questo forum di veri amanti dei gatti c'è chi gli nega la soggettività.
Gli si nega un territorio vasto, questo è vero: anch'io, pur avendo un grande giardino so che loro spazierebbero molto oltre. Ci sono gatti che avendo la possibilità di uscire da un giardino non lo fanno o si allontanano pochissimo, i miei non sono di quelli (e le conseguenze si sono viste).
Però negargli l'esplorazione di un grande territorio e la caccia a prede adeguate non significa negargli ogni scelta e fargli fare una vita alienante.
Hanno giochi, affetto, cibo, interazioni con altri animali, per chi non è gatto unico...io credo che abbiano tanto. Poi certo, si può sempre avere di più...il mio sogno è una casa sulla spiaggia :), non ce l'ho e non potrò averla mai, ma ho tante altre cose e non posso dire che la mia vita è alienante e infelice.
Confondiamo il well being con il welfare
Confondiamo il well being con il welfare
Io non credo, almeno se capisco quello che intendi.
Io non credo, almeno se capisco quello che intendi.
Ma, c'è un solo modo di intendere
E questo thread nasce dalla differenza tra questi, da chi ha intuito che il welfare non è sufficiente, non si può sovrapporre e non può compensare il well being.
Si è andata consolidando l'idea che fosse sufficiente assicurare agli animali le necessità primarie per garantire loro il benessere (questo dalla metà del novecento circa), il paradosso è stato accentuato dall'intervento animalista negli anni '80, importantissimo per carità, che ha ridotto al minimo il carico del vivere, lo stress del vivere. Ma il benessere è la risultante di un equilibrio dinamico tra ciò che entra come gratificazione ed appagamento e ciò che esce come stress e fatica frustrazioni ecc, eliminando da uno dei due piatti della bilancia il negativo il soggetto si sbilancia. Scusate il gioco di parole e tra l'altro il paragone della bilancia suggerisce qualcosa di statico, mentre il benessere non lo è
Dici anche:....a me piace la natura...non la mitizzo. Ha i suoi lati buoni e quelli meno, se fosse stata così perfetta non avremmo cercato di migliorare il nostro modo di vivere...
Personalmente non penso che la natura sia perfetta o imperfetta, semplicemente E', ed è abbastanza ozioso mitizzarla idealizzarla o attribuirle colpe pretendendone la perfezione
Ritpetit
07-04-2016, 00:34
E quindi?
Dopo tante colte e forbite dissertazioni, dopo filosofiche comparazioni tra welfare e well being, io mica ho capito quale sarebbe la conclusione.
O per lo meno (e qua scusatemi l'entrata a gamba tesa) ma qualcuno mica ha la pretesa di pensare che la SUA soluzione sia la più corretta, o ancor meno applicabile a tutti i casi più disparati? Perché un gatto che "abita" in città riteniamo veramente furbo farlo uscire per non snaturarlo?
Negli ultimi 15 giorni, cercando Pedro ho visto facce distrutte di gattare: 5, dico CINQUE (e LO URLO) mici arrotati sono finiti sul ponte! E 2 erano gatti di casa, che uscivano "perché gli faceva piacere", come mi ha detto la sua mamma umana in lacrime, che augurandomi di trovare Pedeo mi ha implorato: mi giuri che se lo ritrova non lo farà uscire, non sfidi la sorte un'altra volta!
Erano belli liberi, liberi di essere straziati dalle ruote di un'auto.
Il mio Pedro ha sicuramente il suo well being, adesso: sono 34 giorni che wellbeingizza da qualche parte, sempre CHE NON SIA FINITO IN UN CASSONETTO DELLA SPAZZATURA anche lui, povero il mio micione.
E prima di finire a casa mia era praticamente cieco per una cheratite dovuta a rinite trascurata, e prima ancora era stato avvelenato.
Che figata non essere snaturato nella sua essenza si felino libero e cacciatore.
Quasi quasi non ti cerco più, micione mio, sicuramente stai meglio in strada ...: :cry:
E adesso mi attirerò sicuramente delle critiche per questo post non equilibrato, non politically correct: pazienza.
Sono appena rientrato col solito pugno di mosche in mano e il cuore rotto, gli occhi gonfi e una rabbia che spaccherei il mondo in 4.
Nient'altro può farmi male
Buio!
Ritpetit
07-04-2016, 00:43
Non ribatterò a chi mi risponderà, ne' se mi darà ragione o torto: auguro solo a chi pensa di far uscire il suo gatto perché crede di fargli del bene che non gli succeda di non vederlo tornare, perché se veramente lo ama conoscerà la devastazione interiore, e avrà sensi di colpa che non auguro al mio peggior nemico.
Vedrà solo il Buio!
Ivo, ti rispondo solo per dirti che , per lasciarli uscire tanto siamo in campagna (ma veramente io non avrei voluto, solo non riuscivo a convincere il marito a farmi la recinzione stile Alcatraz), sia Mia che Tigre hanno rischiato di morire e si sono salvati per vero miracolo e il senso di colpa è stato non indifferente. E non se ne andrà mai del tutto, sono lì a ricordarmelo una zampina che manca e una che zoppica.
Aletto, premesso che probabilmente solo il gatto ha la risposta giusta :) penso che su questo argomento siamo proprio in disaccordo sulle basi.
Per quanto mi riguarda, sarei molto più serena eliminando stress, fatica e frustrazioni :). E non parlo dello stress e della fatica "buoni", quelli che ci vogliono per raggiungere un obiettivo che piace, interessa, gratifica, ma di quelli che ci impone la vita per sopravvivere. Può essere che proietti il mio "senso della vita" sui gatti, però c'è una cosa che mi conforta, li vedo tranquilli e paciosi, non irrequieti o depressi.
C'è chi ha parlato (sia per gli umani che per gli animali) della "piramide dei bisogni". E' evidente che alla base ci sono quelli primari e salendo quelli meno "necessari".
Ora, io penso che sia tra gli umani che tra i gatti, siano veramente pochi quelli che arrivano al vertice della piramide, ma molti si posizionano su vari scalini a metà che significano comunque una buona vita.
E' evidente che se un gatto ha una casa, tutti i suoi bisogni soddisfatti (e lascio perdere la questione sterilizzazione che elimina uno degli istinti primari, ma sarebbe veramente lungo), un parco come quello che aveva Spartacus dell'amico di Malimigi, sarà al vertice della piramide.
Ma tutti quelli che il parco non ce l'hanno, e hanno un giardino, un terrazzo o un appartamento possono avere comunque una buona vita. Se questo permette loro di avercela, una vita non brevissima, meglio se senza handicap o disabilità , direi che ne vale veramente la pena.
Mia nonna quando ero ragazzina mi diceva a volte "non si può sciuscià e sciurbì" (non si può soffiare e aspirare nello stesso tempo) e questo direi che è uno di quei casi.
Non do' colpe alla natura, semplicemente per il mio modo di essere a volte è crudele.
Non ribatterò a chi mi risponderà, ne' se mi darà ragione o torto: auguro solo a chi pensa di far uscire il suo gatto perché crede di fargli del bene che non gli succeda di non vederlo tornare, perché se veramente lo ama conoscerà la devastazione interiore, e avrà sensi di colpa che non auguro al mio peggior nemico.
Vedrà solo il Buio!
Massima solidarietà per il tuo caso, e concordo su tutto quello che dici. Secondo me, i gatti o li si fa uscire in TOTALE sicurezza (=giardino recintato, o gatto che non si allontana MAI perchè il suo territorio copre una spanna) o meglio non lasciarli uscire proprio.
Se li considera come ANIMALI e basta, allora sì, per rispettare la loro natura andrebbero fatto uscire, accoppiare, cacciare, vagabondare, vivere in colonie, insomma fare tutto quello che il loro istinto gli dice, anche se è pericoloso per la loro stessa incolumità.
Se li si considera come ANIMALI DA AFFEZIONE, dobbiamo proteggerli come proteggiamo gli esseri viventi a cui siamo affezionati e a cui vogliamo risparmiare, per quanto possibilie, infermità, malattie, traumi e morti violente.
Brioche:)
07-04-2016, 07:32
E quindi?
Dopo tante colte e forbite dissertazioni, dopo filosofiche comparazioni tra welfare e well being, io mica ho capito quale sarebbe la conclusione.
O per lo meno (e qua scusatemi l'entrata a gamba tesa) ma qualcuno mica ha la pretesa di pensare che la SUA soluzione sia la più corretta, o ancor meno applicabile a tutti i casi più disparati? Perché un gatto che "abita" in città riteniamo veramente furbo farlo uscire per non snaturarlo?
Negli ultimi 15 giorni, cercando Pedro ho visto facce distrutte di gattare: 5, dico CINQUE (e LO URLO) mici arrotati sono finiti sul ponte! E 2 erano gatti di casa, che uscivano "perché gli faceva piacere", come mi ha detto la sua mamma umana in lacrime, che augurandomi di trovare Pedeo mi ha implorato: mi giuri che se lo ritrova non lo farà uscire, non sfidi la sorte un'altra volta!
Erano belli liberi, liberi di essere straziati dalle ruote di un'auto.
Il mio Pedro ha sicuramente il suo well being, adesso: sono 34 giorni che wellbeingizza da qualche parte, sempre CHE NON SIA FINITO IN UN CASSONETTO DELLA SPAZZATURA anche lui, povero il mio micione.
E prima di finire a casa mia era praticamente cieco per una cheratite dovuta a rinite trascurata, e prima ancora era stato avvelenato.
Che figata non essere snaturato nella sua essenza si felino libero e cacciatore.
Quasi quasi non ti cerco più, micione mio, sicuramente stai meglio in strada ...: :cry:
E adesso mi attirerò sicuramente delle critiche per questo post non equilibrato, non politically correct: pazienza.
Sono appena rientrato col solito pugno di mosche in mano e il cuore rotto, gli occhi gonfi e una rabbia che spaccherei il mondo in 4.
Nient'altro può farmi male
Buio!
Le mie, no!
Quoto tutto, le virgole, i punti e anche gli spazi vuoti!
E ti mando un abbraccio grande grande....perchè Pedro è sempre nei miei pensieri.
babaferu
07-04-2016, 07:54
Se li considera come ANIMALI e basta, allora sì, per rispettare la loro natura andrebbero fatto uscire, accoppiare, cacciare, vagabondare, vivere in colonie, insomma fare tutto quello che il loro istinto gli dice, anche se è pericoloso per la loro stessa incolumità.
Se li si considera come ANIMALI DA AFFEZIONE, dobbiamo proteggerli come proteggiamo gli esseri viventi a cui siamo affezionati e a cui vogliamo risparmiare, per quanto possibilie, infermità, malattie, traumi e morti violente.
Però Alimiao permettimi di dirti che il tuo pensiero è molto oggettivante, loro sono "da affezione" perchè noi abbiamo deciso cosa devono essere (abbiamo scelto uno tra mille) e devono durare il più possibile per non darci dispiacere.... e questo è anche sicuramente il meglio per loro (però il punto di vista è sempre il nostro....).
Per carità i miei non escono, non ho la possibilità di farlo, tantomeno ora all'8ttavo piano.... però credo che quel che vuole esprimere Aletto è che la cosa fondamentale sia tenere in conto la loro natura.... più della nostra ansia! proprio perchè vogliamo loro bene, il nostro preciso impegno deve tenere conto anche delle modalità con cui i gatti stanno nel territorio, e interrogarsi sul dare loro la possibilità di uscire (piccola o grande che sia lacasa, piccolo o grande che sia il giardino!) non significa essere incoscienti ma.... cercare di soddisfarla!
Quando Gabry -la gattina del centro sociale- si è ammalata di cuore, è stato molto penoso per noi decidere di continuare a lasciarla uscire.... quando l'abbiamo trovata morta -dopo averla data per dispersa 20 gg- senza neanche capire bene come, è stato uno strazio e qualcuno se lo ricorderà. però una malattia cardiaca ti mette seriamente di fronte al paradosso che proteggere può significare fare del male.... gabry era comunque a rischio, era più rischioso lo stress causato dal negare la sua natura, o non averla sempre sotto controllo?
Ritpetit, sei emotivo e fragile..... sicuramente però se ci pensi non è stata l'incoscienza a farti decidere di lasciare uscire Pedro.... e chissà chissà cosa ne sarebbe ora di pedro se tu non l'avessi mai fatto uscire.... purtroppo dei rischi ci sono ma nel valutare va messo in conto che per loro poter vivere il territorio non è semplicemente un di più, ma fa parte della loro essenza, e cercare di rispettarla come hai fatto tu con pedro è un grande atto d'amore.
un bacio grande, ba
ps per aletto.... ehm ce l'ho anche io un ulivetto.... per ora è alto una spanna!
Io la penso come Ivo. Le mie gatte non escono, punto. In ogni casa in cui ho abitato con gatti ho creato spazi esterni (quando c'erano) non blindati, di più, e comunque se uscivano mi mettevo di guardia a controllarle. Ora potrebbero stare sul balcone, super sicuro, ma non escono manco per niente. Ho imposto anche a mio marito la sorveglianza continua se proprio devono stare fuori, lui prima ha detto che esagero, poi ha capito ed è daccordo. Io lo dico sempre, non possiamo salvare tutti i gatti del mondo, ma abbiamo la responsabilità assoluta dei nostri. Indietro non si torna e il dolore è isopportabile.
E quindi?
Dopo tante colte e forbite dissertazioni, dopo filosofiche comparazioni tra welfare e well being, io mica ho capito quale sarebbe la conclusione.
O per lo meno (e qua scusatemi l'entrata a gamba tesa) ma qualcuno mica ha la pretesa di pensare che la SUA soluzione sia la più corretta, o ancor meno applicabile a tutti i casi più disparati?....
Non è la prima volta che il mio amore e l'attenzione per i gatti vengano sommariamente scherniti o fraintesi solo perché cerco di capirli
Ho adottato Berenice che era stata appena operata, in seguito a maltrattamenti aveva il diaframma sfondato. Ancora intera ed in calore, in seguito ad una svista di mia figlia, era comodamente scesa dal terrazzino per accoppiarsi col maschio del quartiere. Di sera e in inverno sono scesa senza neppure una giacca per cercarla. Dopo averla individuata per riprenderla sono dovuta entrare scavalcando le recinzioni dei condomini rischiando una denuncia, da sera era diventata notte e chi mi avesse visto avrebbe avuto tutto il diritto di chiamare i carabinieri. Berenice Buio e Volland non sono gatti che possono stare fuori, non hanno i mezzi per poterlo affrontare.
Ti sembrerà strano, ma ho la facoltà distinguere il bene dal male
I randagini che accudisco con la signora del pianterreno conoscono il territorio circostante, gironzolano nei giardini qui intorno assieme ad altri gatti "satellite" non li abbiamo mai visti in strada, nessuno, neppure gli altri gatti, hanno troppo verde per perdere tempo con la strada. La strada, l'asfalto gli fanno schifo
....
Secondo me è più importante la piena consapevolezza della loro individualità o soggettività che non avere un terrazzo o un giardino, altrimenti li svuotiamo di un loro diritto
Come vedi non ho dato soluzioni corrette, solo attenzioni alla loro esistenza
......Quando Gabry -la gattina del centro sociale- si è ammalata di cuore, è stato molto penoso per noi decidere di continuare a lasciarla uscire.... quando l'abbiamo trovata morta -dopo averla data per dispersa 20 gg- senza neanche capire bene come, è stato uno strazio e qualcuno se lo ricorderà.
Ricordo bene la piccola Gabry e la sua cardiopatia, piccola anima :cry:
ps per aletto.... ehm ce l'ho anche io un ulivetto.... per ora è alto una spanna!
:389:
Ma il mio è trent'anni che sta con me, anzi qualcosa in più, l'ho portato con me nei traslochi, era uno scriccioletto. Non che ora sia sto chissà che, ma Volland ci si arrampica facendomi tremare
Questo per me è un argomento doloroso, mi crea molte ansie.
Ho qui Amilcare e Liquirizia che si rotolano al sole, sul letto. Mi sembrano contenti, appagati. Sono ben pasciuti e quando vogliono mangiano.
Però non posso fare a meno di pensare che la loro felicità è quella di chi non sa che esiste altro. Mi immagino me stessa, presa e messa in una stanza, con il cibo più sano che c'è, ogni tanto uno snack, senza dolore fisico né tante pene mentali, la sopravvivenza assicurata. Qualche videogame, qualche passatempo, magari un'amico a cui voler bene. Mi basterebbe? Veramente?
Poi vedo Birba, a casa dei miei, con due terrazze giganti, un tetto, un albero su cui arrampicarsi... ogni tanto fugge dal portone e si fa un giro nel parco dietro casa. Adesso è primavera e lui... non entra più in casa! E' giorno e notte sul terrazzo, a cercare nidi di uccelli.
Io veramente non so, e ogni tanto mi chiedo se veramente la vita breve di un gatto di casa che esce quando vuole e finisce sotto una macchina per andarsene in qualche minuto sia peggiore di quella dei miei gatti che le macchine non le vedono però non possono cacciare, girare, correre veramente se non per otto metri. Certo io soffrirei moltissimo se Birba finisse male... soffrirei io, però. E lui? E loro?
Brioche:)
07-04-2016, 09:36
Questo per me è un argomento doloroso, mi crea molte ansie.
Ho qui Amilcare e Liquirizia che si rotolano al sole, sul letto. Mi sembrano contenti, appagati. Sono ben pasciuti e quando vogliono mangiano.
Però non posso fare a meno di pensare che la loro felicità è quella di chi non sa che esiste altro. Mi immagino me stessa, presa e messa in una stanza, con il cibo più sano che c'è, ogni tanto uno snack, senza dolore fisico né tante pene mentali, la sopravvivenza assicurata. Qualche videogame, qualche passatempo, magari un'amico a cui voler bene. Mi basterebbe? Veramente?
Poi vedo Birba, a casa dei miei, con due terrazze giganti, un tetto, un albero su cui arrampicarsi... ogni tanto fugge dal portone e si fa un giro nel parco dietro casa. Adesso è primavera e lui... non entra più in casa! E' giorno e notte sul terrazzo, a cercare nidi di uccelli.
Io veramente non so, e ogni tanto mi chiedo se veramente la vita breve di un gatto di casa che esce quando vuole e finisce sotto una macchina per andarsene in qualche minuto sia peggiore di quella dei miei gatti che le macchine non le vedono però non possono cacciare, girare, correre veramente se non per otto metri. Certo io soffrirei moltissimo se Birba finisse male... soffrirei io, però. E lui? E loro?
Scusami...ma credo che spiaccicato sull'asfalto, agonizzante dopo un investimento, in attesa di morire...forse soffrirebbe anche lui.
Damoncat
07-04-2016, 09:40
Leggendo questa discussione mi è venuta da fare una riflessione
Il mio Damon è uno Scottish Fold ed è un gatto già programmato geneticamente per stare in casa
Magari non è una caratteristica specifica della razza, ma sicuramente i suoi allevatori e quelli che li hanno preceduti hanno cercato di selezionare i mici scegliendo quelli più tranquilli e più adattabili alla vita di appartamento. Così credo sia anche per i ragdoll...altra razza nota per la sua mansuetudine e domesticità
Credo che il mio micio si troverebbe in pericolo già sul pianerottolo di casa, figuriamoci all'esterno. Infatti esce sul balcone solo se ci siamo noi a dargli sicurezza e il massimo del suo contatto con l'esterno è stare dietro ai vetri della finestra a guardare i merli in giardino
Lui non ama proprio stare fuori o in qualunque territorio esterno se non ci siamo noi come figure di riferimento: non so se mi spiego, posso tranquillamente portarlo con me in una camera sconosciuta di albergo ma mi vien male a pensarlo in una pensione tra persone che non conosce
Qui l'uomo quindi è intervenuto ancora più drasticamente...addirittura geneticamente sulla natura del gatto :confused:
Quindi c'è poco da distinguere dentro o fuori...continuiamo ad assoggettare gli animali alle nostre esigenze, c'è poco da fare...per quanto li amiamo
Leggendo questa discussione mi è venuta da fare una riflessione
Il mio Damon è uno Scottish Fold ed è un gatto già programmato geneticamente per stare in casa......Qui l'uomo quindi è intervenuto ancora più drasticamente...addirittura geneticamente sulla natura del gatto :confused:
Quindi c'è poco da distinguere dentro o fuori...continuiamo ad assoggettare gli animali alle nostre esigenze, c'è poco da fare...per quanto li amiamo
Ti do pienamente ragione, continuiamo ad assoggettare gli animali alle nostre esigenze, dagli allevamenti intensivi degli animali destinati alla macellazione agli allevamenti di animali destinati alla compagnia, anche se ci sono allevatori rispettosi che agiscono diversamente
Ritpetit
07-04-2016, 10:38
Ritpetit, sei emotivo e fragile..... sicuramente però se ci pensi non è stata l'incoscienza a farti decidere di lasciare uscire Pedro.... e chissà chissà cosa ne sarebbe ora di pedro se tu non l'avessi mai fatto uscire.... purtroppo dei rischi ci sono ma nel valutare va messo in conto che per loro poter vivere il territorio non è semplicemente un di più, ma fa parte della loro essenza, e cercare di rispettarla come hai fatto tu con pedro è un grande atto d'amore.
un bacio grande, ba
ps per aletto.... ehm ce l'ho anche io un ulivetto.... per ora è alto una spanna!
Piccola precisazione: NON HO FATTO USCIRE PEDRO, non ci pensavo manco per l'anima, visto che stando fuori prima di raccattarlo noi era stato prima avvelenato e poi quasi diventato cieco.
E gli erano rimasti gli strascici della rinite che lo facevano respirare con un piccolo rumore, nonché far venire mal di gola ogni volta che prendeva un po' d'aria
Questo per me è un argomento doloroso, mi crea molte ansie.
Ho qui Amilcare e Liquirizia che si rotolano al sole, sul letto. Mi sembrano contenti, appagati. Sono ben pasciuti e quando vogliono mangiano.
Però non posso fare a meno di pensare che la loro felicità è quella di chi non sa che esiste altro. Mi immagino me stessa, presa e messa in una stanza, con il cibo più sano che c'è, ogni tanto uno snack, senza dolore fisico né tante pene mentali, la sopravvivenza assicurata. Qualche videogame, qualche passatempo, magari un'amico a cui voler bene. Mi basterebbe? Veramente?
Poi vedo Birba, a casa dei miei, con due terrazze giganti, un tetto, un albero su cui arrampicarsi... ogni tanto fugge dal portone e si fa un giro nel parco dietro casa. Adesso è primavera e lui... non entra più in casa! E' giorno e notte sul terrazzo, a cercare nidi di uccelli.
Io veramente non so, e ogni tanto mi chiedo se veramente la vita breve di un gatto di casa che esce quando vuole e finisce sotto una macchina per andarsene in qualche minuto sia peggiore di quella dei miei gatti che le macchine non le vedono però non possono cacciare, girare, correre veramente se non per otto metri. Certo io soffrirei moltissimo se Birba finisse male... soffrirei io, però. E lui? E loro?
Allora, voglio offrire uno spunto di riflessione, un paragone che può sembrare assurdo ma è assolutamente calzante, nudo e crudo.
Facciamo l'equazione gatto-uomo.
Non so chi di voi è stato in Africa o in Asia, in Indocina o India: e non parlo di Malindi e i suoi resort superlusso di Briatore, né di alberghi da mille e una notte in Asia.
Io non sono stato in Africa, ma sono amico di chi ci va e spende tempo e soldi suoi per aiutare a fare una scuola o fare un pozzo per l'acqua, al di fuori di tante organizzazioni pseudo benefiche dove di 100 euro di donazioni 80 servono al sostentamento dell'organizzazione stessa, 10 finiscono in tangenti e FORSE 10 arrivano a chi di dovere.
Sono però stato in Indocina, l'ho girata tutta con mia moglie, e l'ho girata senza tanti tour.
Ho visto la gente non sapere cosa mangiare la sera, non il giorno dopo.
ho visto bambine piangere di felicità per aver loro regalato UN PEZZO di sapone (per poterne accontentare il più possibile).
In un continente dove il contatto fisico non è contemplato per cultura (ci si inchina al posto di stringersi la mano) ho visto andar via un mucchietto di pelle ed ossa raggiante per un pacchetto di biscotti ed una maglietta usata, fermarsi, tornare indietro, abbracciarmi e darmi un bacetto.
Ci sono MILIONI di persone che tutti i giorni o muoiono o rischiano di morire perché non hanno un pezzo di pane, un bicchiere d'acqua, per una banale dissenteria, per problemi che noi risolveremmo con un salto in farmacia.
Milioni.
MILIONI.
Queste sono persone, possiamo comunicare in una lingua comune, farci capire
Ci sono decine di migliaia di gatti randagi vicino a noi.
Mici che si contagiano con la Felv mangiando dalla stessa ciotola che gattare caritatevoli riempiono col cibo pagato da loro, col loro amore e il loro tempo.
Mici che finiscono sotto le ruote.
Mici che muoiono o perdono vista e occhi per riniti non curate.
Mici che vivono meno e peggio di come potrebbero, ma liberi di vivere la loro essenza.
Con questi mici possiamo comunicare amore, empatia, ma non possiamo insegnar loro di non uscire dal giardino;
non possiamo dirgli di non saltare dal terrazzo.
Non possiamo spiegargli di divertirsi nel nostro cortile perché nel condominio accanto c'è UN ORCO che prende un gattino a calci in faccia (Che Dio ti procuri tutte le malattie veneree conosciute e testi su di te quelle nuove...)
Andate a chiedere a qualche uomo, donna o bambino malformato, senza cibo, acqua o medicine, che vive all'addiaccio o peggio in zone di guerra e/o dittature .... se per loro sarebbe peggio essere segregati in una "prigione dorata" (come noi facciamo vivere i nostri mici "privandoli della loro essenza"), con un tetto, una climatizzazione, un medico e medicine a loro disposizione, cibo, acqua, confort, televisione, giochini e altri esseri con cui interagire e ricevere SOLO AMORE,
OPPURE continuare la loro vita di pericoli o stenti, ma liberi nelle savane come i loro antenati Australopitechi (o magari negli Slums indiani, le favelas brasiliane o le baraccopoli di mille città)
L'avete mai vista DA VICINO, dal vivo e non in tv, la disperazione, la fame?
Cosa sarebbe meglio per loro se non poteste comunicare in un linguaggio comune ma aveste il potere di cambiare la situazione?
Ecco, adesso chiedetevi cosa è meglio per i vostri gatti, perché averlo in casa (anche se lo si fa uscire) è già aver snaturato il suo essere felino.
Ma non stavamo parlando di gatti che vivono in casa E possono uscire? Questi gatti non hanno problemi di fame, perché la loro ciotola li aspetta in casa. Non muoiono di malattie banalmente risolvibili, perché i loro proprietari li portano dal veterinario. Per lo stesso motivo, non hanno parassiti, pulci o vermi. Sono vaccinati per la felv.
Non sono malformati, non hanno penuria di cibo acqua o medicine.
Allora il paragone sta con me, non con le persone che vivono in Africa, no? Una me ipotetica a cui impediscono di uscire di casa perché potrei fare un incidente con la macchina.
Sono d'accordo che appartamento chiuso vince su randagio, ma appartamento chiuso vince su appartamento aperto? Per me è un problema irrisolto (per ME come individuo, intendo).
Ritpetit
07-04-2016, 11:18
Ma non stavamo parlando di gatti che vivono in casa E possono uscire? Questi gatti non hanno problemi di fame, perché la loro ciotola li aspetta in casa. Non muoiono di malattie banalmente risolvibili, perché i loro proprietari li portano dal veterinario. Per lo stesso motivo, non hanno parassiti, pulci o vermi. Sono vaccinati per la felv.
Non sono malformati, non hanno penuria di cibo acqua o medicine.
Allora il paragone sta con me, non con le persone che vivono in Africa, no? Una me ipotetica a cui impediscono di uscire di casa perché potrei fare un incidente con la macchina.
Sono d'accordo che appartamento chiuso vince su randagio, ma appartamento chiuso vince su appartamento aperto? Per me è un problema irrisolto (per ME come individuo, intendo).
Mi sembra che tu non abbia capito (o voluto capire) il paradosso che ho proposto.
Allora mettiamola giù ancora più dura, visto che si parla di filosofia del well being.
Hai 2 gatti, vedo dal tuo profilo.
Se sono maschietti o femminucce, hanno palle e ovaie? (poi magari tu non li hai sterilizzati, scelta personale, ci mancherebbe)
E ci facciamo seghe mentali se stanno bene in casa o li stressiamo se non li facciamo uscire quando il 95% dei gatti di casa di padroni responsabili sono sterilizzati?
ma scusate un attimo, ma qual è l'essenza della vita in tutto l'universo?
L'unica vera ragione di esistere dal più piccolo essere unicellulare alla megattera, dal moscerino al pomodoro?
Riprodursi!
portare avanti i propri geni.
RIPRODURSI!
Ecco, se non si ha voglia di riflettere sull'altro lungo, difficile e facilmente schivabile discorso che ho fatto, ve la dico papale papale: se si filosofeggia su cosa è meglio per i nostri mici (e si parte da un postulato già sbagliato: chi ci dà diritto di decidere per loro?), che diritto abbiamo di impedire ai nostri gatti l'essenza stessa dell'esistenza, la riproduzione?
Ma non stavamo parlando di gatti che vivono in casa E possono uscire? Questi gatti non hanno problemi di fame, perché la loro ciotola li aspetta in casa. Non muoiono di malattie banalmente risolvibili, perché i loro proprietari li portano dal veterinario. Per lo stesso motivo, non hanno parassiti, pulci o vermi. Sono vaccinati per la felv.
Non sono malformati, non hanno penuria di cibo acqua o medicine.
Allora il paragone sta con me, non con le persone che vivono in Africa, no? Una me ipotetica a cui impediscono di uscire di casa perché potrei fare un incidente con la macchina.
Sono d'accordo che appartamento chiuso vince su randagio, ma appartamento chiuso vince su appartamento aperto? Per me è un problema irrisolto (per ME come individuo, intendo).
Il paragone con l'incidente automobilistico secondo me non è del tutto corretto: una delle caratteristiche peculiari che ci distinguono dagli animali è la capacità di creare ed utilizzare strumenti (non che alcuni animali non ci riescano, ma non certo a livello umano e non riescono a creare strumenti per creare altri strumenti, scusa il gioco di parole). La capacità di apprendere l'uso dell'automobile è umana. Il paragone è con qualcosa che noi non sappiamo utilizzare, per esempio se vivessimo in un mondo in cui molti pericoli sono segnalati da odori che non riusciamo a distinguere.
Per il resto sono d'accordo con te, non so cosa sia meglio. So cosa posso offrire e so l'alternativa
Ritpetit, ho capito, però stai sviando dalla piccola questione che si stava affrontando.
In senso generale abbiamo diritto? No, nessuno. Non abbiamo alcun diritto di interferire con l'ordine delle cose, ma lo facciamo lo stesso, per nostro guadagno/diletto. Non avremmo nemmeno nessun diritto di tenere animali in casa, se è per quello.
Però si stava parlando di un problema circoscritto.
Il gatto esprime disagio per essere stato sterilizzato? Non direi. Non ho mai visto gatti piangere, perdere pelo, esibire comportamenti di disagio, dopo l'intervento di sterilizzazione. Però li ho visti farlo una volta che gli si impedisce di uscire. C'è un intervento per fare in modo che non sentano più l'istinto di uscire? Perché è quello che fai con la sterilizzazione, togli l'istinto. Sono anche dell'idea che sia orribile, ma il gatto soffre meno. Se la sterilizzazione impedisse fisicamente l'accoppiamento ma restasse l'istinto di riproduzione sarebbe un altro bel problema, non trovi?
Mirrina, sono d'accordo che il paragone non ci sta, ma mi sembra meno lontano del bambino africano che piange di felicità per un pugno di riso.
I miei gatti sono sterilizzati e NON escono. Ed è proprio questo a crearmi problemi esistenziali. Sarà che ho letto Sonia Campa, e mi sono sentita un carceriere.
Ritpetit
07-04-2016, 12:13
I miei gatti sono sterilizzati e NON escono. Ed è proprio questo a crearmi problemi esistenziali. Sarà che ho letto Sonia Campa, e mi sono sentita un carceriere.
Avevo detto che non avrei ribattuto, e ho scritto un poema.
E' comunque chiarissimo che ne parliamo perché vogliamo bene ai mici, è questa è l'unica vera verità.
Quello che cerco di esprimere è il concetto che non si può decontestualizzare un "problema" dal quadro complessivo.
Far uscire o meno il micio fa parte di un campo vasto, specie se si prova a dare la risposta in maniera filosofica.
Ma voi lo fate sesso?
Oltre alla riproduzione, vi appaga un pochino, solo un pochino?
E non vi sentite un po' delle me.... a negare lo stesso piacere ai vostri gatti?
O credete che loro NON GODANO?
ma porca miseria, oltre che bisogni fisiologici cibo e sesso sono tra i piaceri primari della vita, non fosse così anche i gatti non avrebbero il piacere di magiare una cosa e schifarne un'altra.
Eppure la maggior parte di noi negano (oltre all'essenza della vita) il PIACERE dell'atto riproduttivo ai loro amici pelosi PER TUTTA L'ESISTENZA.
Perché fate finta di non sentirla questa campana?
O non fa comodo perché il gatto che spisciazza per casa con gli ormoni a palla non è poi così una figata?
Eppure è la sua natura!
Se si guarda al benessere del gatto bisognerebbe cominciare a NON COMPRARE gatti dagli allevamenti, perché quella è una scelta egoistica dell'uomo nel volere il gatto blu, a pelo lungo, a pelo raso, senza pelo, con le orecchie piccole e piegate o come quelle di una lince.
Se si mette IN PRIMO PIANO il benessere del gatto si va a prendere il micetto dalla strada o dal rifugio, non c'è né se ne ma che reggano, se si parla di coscienza, se si mette davanti a tutto il benessere del gatto quella è l'unica via da seguire.
Ma sia ben chiaro, non mi sto permettendo di criticare la scelta di nessuno, ognuno ha il diritto di comprarsi un micio di una specie ben precisa se è il suo desiderio.
Però io sono voglio essere coerente: se parlo di natura e scelte etico/filosofiche, non posso non considerare contronatura selezionare, incrociare, allevare animali perché abbiano una forma o colore più consona al gusto di un cliente dell'allevatore: anzi, è una cosa che mi fa proprio schifo.
Fa sempre parte dello stesso quadro complessivo, non si può guardare una faccia del dado pensando che sia bidimensionale.
Ha 3 dimensioni, che vi piaccia o no, o le guardiamo tutte o ci raccontiamo della balle da soli!
Vorrei che il mio gatto godesse della massima felicità possibile: sì, ma che diamine, c'è da chiederlo?
Sarebbe più felice se potesse uscire, rincorrere lucertole e farfalle? Sì, solo un idiot@ lo negherebbe (salvo gatto fifone, ma non stiamo dicendo di obbligarlo ad uscire)
Io però metto sul piatto della bilancia pro e contro: lasciarlo uscire a quali possibili rischi sottopone il mio gatto? Molto semplice: molto, MOLTO MOLTO superiori al benessere psichico che potrebbe procurargli.
Perché il rischio massimo è la morte accidentale, ed io non trovo nessun possibile beneficio psicologico che possa compensare il rischio di vederlo morire (o che me lo rapiscano, come temo sia successo al mio Pedro).
Quindi cara Pumadi, non sentirti carceriera, sentiti angelo custode.
Io credo sia più giusto, ne discuto, e rispetto chi la pensa diversamente.
Invito solo a guardare oltre, a vedere tutto il quadro e valutare tutte le conseguenze.
alepuffola
07-04-2016, 12:15
Io veramente non so, e ogni tanto mi chiedo se veramente la vita breve di un gatto di casa che esce quando vuole e finisce sotto una macchina per andarsene in qualche minuto sia peggiore di quella dei miei gatti che le macchine non le vedono però non possono cacciare, girare, correre veramente se non per otto metri. Certo io soffrirei moltissimo se Birba finisse male... soffrirei io, però. E lui? E loro?
Ecco, secondo me no, non lo è.
Purtroppo mi son formato la convinzione, per errori fatti e in parte subiti da chi l'ha fatto con l'intenzione di proteggermi, che la vita e l'indole di ogni animale o umano ha le sue ragioni, e i suoi rischi, piccoli o grandi che siano. E sono d'accordo con Aletto, quando filosoficamente scrive che eliminare i rischi significa snaturare anche l'esperienza stessa, che si nutre di emozione, e l'emozione secondo me ha "bisogno" anche della consapevolezza che c'è un minimo di rischio, di imprevisto. E l'imprevisto può capitare che sia anche, per un caso fortuito, sproporzionato al rischio "standard" per quell'azione.
Ragionando sull'umano: sarebbe stato meglio per Maurizio Zanolla o Alex Honnold scalare sempre in cordata, o a un certo punto stare a sentire la loro esigenza di scalare pareti di centinaia di metri in free solo, senza nessuna assicurazione e dove affidi la vita a cinque o sei dita, ma una pietra staccata dalla roccia per sfortuna può farti cadere lo stesso, nonostante non fai nessun errore? Se non l'avesse fatto sarebbe stato un uomo incompleto e frustrato, come ha detto in qualche intervista.
Tornando sui gatti:Il gatto sale su un alberello di arance in fiore, intuendo che potrebbe cadere (rischio standard), ma non che potrebbe beccarsi una decina di punture di api che proprio in quel momento avvolgono l'albero per la fioritura, e magari ci rimane secco.
Ovviamente mi si può dire che l'uscire sull'asfalto e incontrare auto non è nella loro natura, ma non lo è neanche stare sempre al calduccio in casa, fra cuscini soffici e cibo sempre disponibile. C'è un "rischio", credo, anche nello stare sempre in casa, senza artigli affilati: quello di non conoscere l'emozione violenta di dover fare una corsa pazza per scappare da un cane, di incontrare gatti sconosciuti e di imparare a rapportarsi a loro.
Puffola è sempre stata in casa, e solo ultimamente, per situazioni contingenti, esce sull'uscio e incontra altri mici randagini. Ma di fatto non è più capace di rapportarsi a nessun gatto, piccolo o grande che sia. Se va bene riesce a stare nella stessa stanza senza lamentarsi. Se prova a rapportarsi la vedo commettere errori che le fanno beccare reazioni infastidite, tipo si avvicina troppo quando non dovrebbe farlo, o non reagisce quando l'altro micio si mette a pancia all'aria per voler giocare. Purtroppo penso che sette anni da gatta unica l'abbiano "disadattata" senza rimedio.
Forse la filosofia che vorrei far capire è quella descritta dal detto: "Il posto più sicuro e confortevole per una nave è il porto. Ma non è per stare lì che è stata costruita, anche se non lo sa."
:)
.... ve la dico papale papale: se si filosofeggia su cosa è meglio per i nostri mici...
Il verbo filosofeggiare ha una valenza dispregiativa nei confronti dei pensieri altrui
Filosofeggiare: atteggiarsi a filosofo, argomentare su questioni banali pretendendo di fare filosofia. Voler fare filosofia a sproposito. Ironico e dispregiativo
Spero di aver intuito male il senso di quanto hai scritto, in tal caso mi scuso
Ritpetit
07-04-2016, 12:34
Il verbo filosofeggiare ha una valenza dispregiativa nei confronti dei pensieri altrui
Filosofeggiare: atteggiarsi a filosofo, argomentare su questioni banali pretendendo di fare filosofia. Voler fare filosofia a sproposito. Ironico e dispregiativo
Spero di aver intuito male il senso di quanto hai scritto, in tal caso mi scuso
Probabilmente ho fatto anche errori grammaticali, o periodi sicuramente criticabili nella punteggiatura dall'Accademia della Crusca, sono abituato a scrivere di getto esattamente come risponderei ad un persona con la quale discuto "de visu".
Proprio come sto facendo adesso
Se dopo che ho scritto pagine e pagine ti fermi sulla semantica di una parola, credo non sia necessario dare nessuna spiegazione.
: molto, MOLTO MOLTO superiori al benessere psichico che potrebbe procurargli.
Perché il rischio massimo è la morte accidentale, ed io non trovo nessun possibile beneficio psicologico che possa compensare il rischio di vederlo morire
Non sono affatto sicura della prima frase.
Nella seconda, è il tuo personale punto di vista, non quello del tuo gatto.
Con questo non voglio togliere dignità al tuo dolore per Pedro, vi penso ogni giorno, ho setacciato gli annunci di animali ritrovati in Veneto (sai mai che sia salito su un camion) e spero ogni giorno di trovare la notizia che l'hai ritrovato qui sul tuo thread. I miei gatti non escono, perché io voglio proteggere me stessa.
PS Non è provato che gli altri animali (a parte alcuni primati e -scopro ora- i delfini, che si accoppiano anche in periodo non fertile) ricavino piacere dall'atto sessuale.
Damoncat
07-04-2016, 12:53
Non credete sia anche un fatto culturale o meglio...legato ai tempi?
Quando ero piccina (si parla di 45 - 50 anni fa), nella mia casa in campagna avevo dei gattini che venivano in casa a mangiare o a prendere le coccole, ma per il resto vivevano in giardino
Mai mi sarei sognata di chiudere il gatto in casa con tutto quel bel verde fuori, mi sarebbe sembrata una crudeltà. Il giardino non era in sicurezza e...diciamo che, brutto dirlo, ma sopravvivevano solo i più forti e fortunati:cry:
Già allora io e la mia famiglia eravamo considerati "strani" e io "viziata" dai nostri vicini, cultura contadina, perché facevamo entrare il gatto in casa e lo nutrivamo invece di affamarlo per fargli prendere i topi
Non parliamo poi di sterilizzazione ....questa sconosciuta
Come anche l'allevamento di un gatto di razza...tanto demonizzato da alcuni mi pare....era un fenomeno molto meno diffuso (forse c'era qualche siamese..)
Anche il tipo di vita che facciamo fare ai nostri animali, come la nostra, forse è un fenomeno in evoluzione (o in "involuzione"?):o
Se dopo che ho scritto pagine e pagine ti fermi sulla semantica di una parola, credo non sia necessario dare nessuna spiegazione.
Infatti, hai spiegato già benissimo
....
Forse la filosofia che vorrei far capire è quella descritta dal detto: "Il posto più sicuro e confortevole per una nave è il porto. Ma non è per stare lì che è stata costruita, anche se non lo sa."
:)
Carino questo detto, chiaro e sintetico :)
Se vogliamo fare della filosofia sullo stato di natura (il "male" che ci fa Rousseau dopo 200 e rotti anni è ancora evidente) dobbiamo però definirlo: quando si parla di natura a quale epoca e luogo ci riferiamo? Comprendiamo in questa natura la presenza dell'uomo? Le campagne della pianura padana cinquant'anni fa? L'Europa continentale del '300? L'Egitto dei faraoni? Quale di queste è natura? Se lo sono tutte allora quale differenza discriminante c'è tra queste realtà e la nostra urbana?
(Ovviamente escludo da questo mio ragionamento una realtà "alla Disney", mi sembra chiaro a tutti che non sia mai esistita)
Se le nostre case non sono natura, non lo sono nemmeno i nostri giardini: sono imitatio naturae, mettiamo assieme piante che non crescerebbero negli stessi luoghi, tagliamo l'erba. Allargando il discorso, anche sforzandoci il più possibile, non alimentiamo i nostri animali nel modo in cui lo fanno in natura; non catturerebbero mai un manzo. Anche avendo lo stomaco di dare prede intere sarebbero già morte e surgelate.
Bisogna chiarire il significato di "natura"; ma anche questo è un problema eminentemente umano
Però Alimiao permettimi di dirti che il tuo pensiero è molto oggettivante, loro sono "da affezione" perchè noi abbiamo deciso cosa devono essere (abbiamo scelto uno tra mille) e devono durare il più possibile per non darci dispiacere.... e questo è anche sicuramente il meglio per loro (però il punto di vista è sempre il nostro....).
In questa discussione non penso ci siano verità assolute, ma solo punti di vista tutti rispettabili, che dipendono anche dalla diversa sensibilità di ognuno.
Per come sono fatta io, sì, i miei gatti sono da affezione (perchè l'ho scelto io), sono "quei" gatti scelti da me (addirittura selezionati da un allevatore, e di una razza, il devon rex, che in natura sarebbe già estinta da 30 anni), devono durare il più a lungo possibile per non darmi dispiacere (nei limiti del possibile e della mia sensibilità.. ad es balconi in sicurezza, uscire fuori col guinzaglio no, vaccini, antiparassitari, però non sono neanche una che fa gli esami del sangue annuali se il gatto sta bene, per dire, altri lo fanno perchè hanno una diversa sensibilità/ansia, io li rispetto). Però non ho mai detto che questo sia meglio per il gatto in assoluto. Ho provato a chiederlo al mio gatto in effetti, ma non mi ha risposto (anzi mi ha guardato come a dire "scemina che fai ancora lì a fissare uno schermo? vieni a giocare!" :)) Questo è il meglio per il MIO gatto SECONDO me.
Quanto avete scritto :).
Comunque, no, non ho nessun dubbio esistenziale riguardo al fare uscire i gatti, anche se in genere sono una persona che si fa un sacco di problemi e molte domande.
Poi è chiaro che ognuno deve comportarsi secondo coscienza.
Per me la questione è questa: o consideriamo il gatto un animale selvatico, e allora lo lasciamo in natura, nei boschi, in un parco, a fare il suo ciclo naturale di vita, riproduzione compresa o lo consideriamo domestico, e allora divide la vita del umani e abbiamo delle responsabilità nei suoi confronti.
C'è chi parla del "diritto" di tenere un animale in casa, io lo vedo come il "dovere" di proteggerlo e nel caso di Mia e Tigre io sento di aver mancato a questo dovere.
Responsabilità significa fare delle scelte e il caso dell'animale domestico per me è come quello di un bambino, che segue degli istinti ma non sempre si rende conto delle conseguenze.
Nel caso di Tigre, ad esempio, il suo istinto lo avrebbe portato a morire a 13 mesi, perché non s'era reso conto del pericolo rappresentato da un cane: perché NON E' un gatto selvatico, la cui madre gli ha insegnato a diffidare dai predatori, ma è nato in una casa dove c'erano cani che gli è stato insegnato a considerare amici ed è entrato in un altra casa dove i cani erano amici.
Nel caso di Mia, il suo istinto l'avrebbe portata a morire a 3 anni, perché è nata in un agriturismo dove nessuno le ha insegnato a temere le auto.
La situazione ibrida, animale domestico libero di uscire, secondo me è molto pericolosa perché un animale nato e vissuto in casa NON HA le stesse risorse di un animale selvatico: non ha la diffidenza e lo stato di allarme perenne necessari per sopravvivere.
Quindi per me la domanda somma non è fuori sì o fuori no, ma è: come dobbiamo considerare il gatto? Un animale domestico o selvatico?
Già in una discussione del genere ho parlato di un documentario che avevo visto: parco australiano in cui gli animali vivono veramente secondo natura. C'è una giovane madre canguro incapace, nn abbastanza brava da insegnare ai cuccioli a sopravvivere: anno dopo anno, il cucciolo le muore e nel documentario filmano la morte del cucciolo, senza che nessuno intervenga perché appunto, le regole sono quelle. Ed è giusto che la madre "incapace" non trasmetta i sui geni.
E' la selezione naturale, sopravvive il più forte, ed è crudele, per me.
Dei miei 3 gatti, sarebbe sopravvissuta solo Lizzie, evidentemente è la più "attrezzata", ed infatti è la più diffidente e selvatica, anche con gli umani: se arriva qualcuno in casa Mia e Tigre vanno a farsi far coccole, lei si nasconde e non esce più.
Secondo me, oltre che al problema nella sua complessità globale, bisogna anche differenziare tra gatto e gatto; penso anch'io che l'unico punto fermo sia che amiamo i nostri gatti e, proprio perché li amiamo, ci facciamo un numero esorbitante di paranoie su cosa possiamo fare per farli star bene psicologicamente, oltre che fisicamente.
Io nella mia vita ho avuto diversi gatti e, riguardo alla questione "uscite", non ce n'erano due che la pensassero allo stesso modo; i casi più estremi erano Maktum (per cui uscire in mezzo al traffico di Torino, con noi che lo tenevamo al guinzaglio, era essenziale come respirare) e Sophie (che in campagna ha smesso di mangiare per lo stress di essere portata in un ambiente diverso dal suo, passando 2 settimane rintanata sotto un letto, tanto che alla fine ho dovuto riportarla in fretta e furia al chiuso dell'appartamento di Torino, insieme a Chiquita per farle coraggio e tenerle compagnia, e qui è "rinata" in men che non si dica). Esmeralda ha passato 8/10 anni in campagna, poi l'abbiamo adottata ed è venuta a vivere in appartamento con noi: lei era la più camaleontica, quando era a Torino, faceva la gatta di appartamento, appena la riportavamo in campagna, usciva a farsi le sue passeggiate, andava a caccia, ecc... Edhel e Chiquita si adattano bene tanto ad un contesto cittadino che alla campagna, anche se non cacciano (cioé, ci hanno provato il primo anno con una talpa, poi si sono prese paura e non l'hanno più fatto); il problema, semmai, è portarcele in campagna, visto che in macchina ci tirano scemi a forza di miagolii.
Quindi, secondo me, non si può parlare in astratto del benessere psicologico di un gatto, senza specificare a quale gatto ci stiamo riferendo, perché, giusto per citare di nuovo i miei, far uscire Maktum era fargli la cosa più gradita al mondo, far uscire Sophie era infliggerle attimi di puro terrore (peggio che portarla dal veterinario). Poi in mezzo ci sono infinite sfumature di gatti che forse sarebbero felici di poter andare fuori, ma non è che soffrano da matti in casa. Personalmente credo che i pericoli sopravanzino il beneficio psicologico e quindi, a meno di avere una proprietà recintatissima e a prova di felino (la mia in campagna non lo è), io mi sentirei meno in colpa a sapere di averlo condannato ad anni di noia, che non a rimpiangere di averlo fatto uscire perché poi l'ha preso sotto una macchina, l'ha sbranato il cane dei vicini, ecc...
Per rispondere ad Ivo, riguardo ai gatti di allevamento vs trovatelli (che esula dall'argomento di questo thread), anch'io preferisco dare una possibilità ad un gatto di gattile e spendere i soldi che avrei speso per comprarlo da un allevatore in pappe di buona qualità, cure veterinarie, accessori sfiziosi :p , ma devo confessare che vado matta per i maine coon, quindi magari prima o poi avrò anch'io un gatto di allevamento (preferibilmente un adulto). Però anche qui non possiamo generalizzare: magari una persona ha raccolto un gattino da una strada o l'ha adottato da un gattile e poi ha scoperto che quel gattino era ammalato di fiv/felv e magari, nel dolore, ha deciso che d'ora in poi avrebbe preferito andare sul sicuro prendendo il cucciolo da un allevamento anziché rischiare di nuovo con un orfanello. Insomma voglio dire che chi prende il gatto di razza da un allevamento può avere mille altre ragioni, tutte comprensibilissime, oltre alla vanità di volere il gatto crema, blu, con gli occhi ambra/azzurri/verde smeraldo, ecc...
Ehm, che si diceva a proposito di romanzi? :o
Serena, hai perfettamente ragione sull'individualità di ogni gatto. Io ad esempio temevo che Lizzie avrebbe sofferto trovandosi limitata da una recinzione, lei che era abituata a cacciare fuori, invece no, si è adattata benissimo, come controparte di non poter uscire dal giardino è diventata molto più coccolona.
Certo che se l'avessi vista miagolare sotto la recinzione come un'anima in pena un problema l'avrei avuto, perché non è che sono insensibile ai loro desideri.
Purtroppo Maktum si metteva davanti alla porta e piangeva disperato; a mia mamma è rimasta una sorta di imprinting, tanto che ancora adesso pensa che i nostri gatti soffrano a restare chiusi in casa per undici mesi all'anno. Chiquy ad esempio non perde occasione per lanciarsi su per le scale condominiali ogni volta che trova la porta di casa aperta (e poi mi tocca fare n piani a piedi per riportarla all'ovile); ma secondo me più che (in)sofferenza, è curiosità, la stessa curiosità, un po' sprovveduta, che può portare un bambino piccolo ad allontanarsi dai genitori e ad esplorare un posto in cui non è mai stato e che lo attrae.
Comunque, vista l'angoscia che mi piglia ogni volta che in campagna non la/le troviamo più nonostante medagliette, bossoli porta indirizzi, ecc..., io preferisco che si divertano un po' di meno, ma campino un po' di più (anche perché il primo anno Chiquita ci ha dato un saggio della sua avvedutezza di fronte ai pericoli: mentre stavamo trafficando in giardino, ad un certo punto un tizio ci chiama per chiederci se era nostro il gatto. "Quale gatto?" rispondo e intanto butto l'occhio giù in strada. E chi vedo? Chiquy piazzata in mezzo alla carreggiata, comodamente seduta sull'asfalto a mezzo metro dal muso di una Panda. E posso solo ringraziare che il conducente l'abbia visto, perché a lei non è nemmeno balenato per la mente di spostarsi).
C'è l'etogramma che è comune a tutti gli esponenti della specie, anche l'uomo lo ha, poi ci sono le tendenze caratteriali che differenziano gli individui, una di queste è l'atteggiamento verso il territorio che può essere espansivo o difensivo, quindi un micio si comporta diversamente da un altro, se lo ritrovo stasera vi metto il link dove questo è molto chiaro
Damoncat
07-04-2016, 14:45
se lo ritrovo stasera vi metto il link dove questo è molto chiaro
Si, dai...se lo trovi lo leggo volentieri
Così magari scopro che Damon non è un gatto fifone...è solo difensivo:D
Non lo trovo. Intanto ti metto questa foto, dai diversi itinerari dei gatti si vede quello più esplorativo e quello che si mantiene nelle immediate vicinanze di casa
http://ichef.bbci.co.uk/images/ic/640x360/p01b9ty2.jpg
Se vogliamo fare della filosofia sullo stato di natura (il "male" che ci fa Rousseau dopo 200 e rotti anni è ancora evidente) dobbiamo però definirlo: quando si parla di natura a quale epoca e luogo ci riferiamo? Comprendiamo in questa natura la presenza dell'uomo? Le campagne della pianura padana cinquant'anni fa? L'Europa continentale del '300? L'Egitto dei faraoni? Quale di queste è natura? Se lo sono tutte allora quale differenza discriminante c'è tra queste realtà e la nostra urbana?
(Ovviamente escludo da questo mio ragionamento una realtà "alla Disney", mi sembra chiaro a tutti che non sia mai esistita)
Se le nostre case non sono natura, non lo sono nemmeno i nostri giardini: sono imitatio naturae, mettiamo assieme piante che non crescerebbero negli stessi luoghi, tagliamo l'erba. Allargando il discorso, anche sforzandoci il più possibile, non alimentiamo i nostri animali nel modo in cui lo fanno in natura; non catturerebbero mai un manzo. Anche avendo lo stomaco di dare prede intere sarebbero già morte e surgelate.
Bisogna chiarire il significato di "natura"; ma anche questo è un problema eminentemente umano
Mi piace quello che hai scritto, penso che siano tutte natura. Le città sono piene di natura, basta non andar troppo di fretta. Se non ci fosse noi non esisteremmo
P.S. non trovo mai un colore decente per evidenziare :(
Vi spiego: io e il mio fidanzato abbiamo cominciato a portare Tappy a fare qualche giretto con il guinzaglio, vuoi nel giardino dei genitori di lui vuoi nel cortile di casa, perché l'idea di tenerlo sempre segregato in casa non ci piaceva per nulla (ma, purtroppo, in una città come Roma e vivendo noi in un appartamento non è possibile fare altrimenti...).
Ora il mio dubbio è: non è che così è peggio? Una mia collega mi ha sconsigliato di farlo, perché in questo modo il gatto ha un'idea di cosa lo aspetta fuori e vorrà sempre di più uscire, soffrendo di più lo stare in casa...
Ho portato le mie gatte fuori con pettorina e guinzaglio per anni, nel cortile di casa. Una delle due anche lungo la via dove abito.
Nessuna delle due ha mai sviluppato desideri di maggiore esplorazione.
Anzi, una delle due ha imparato a conoscere i limiti e ora la posso lasciare fuori senza il rischio che decida di passare la siepe o il confine con il vicino.
L'altra è così abituata ad andare in giro con il guinzaglio che durante i nostri giretti vedo gente che strabuzza gli occhi e ci chiede come sia possibile!
Tornando al quesito all'inizio del post, portare fuori i gatti con la pettorina sì o no, secondo me la risposta giusta è: dipende dal gatto (carattere, abitudini, grado di domesticità) e dal padrone. Ci sono dei rischi, sia di natura comportamentale, (il gatto si abitua poi quando rimane a casa è stressato) sia per la sua incolumità (scappa e si perde, o scappa e si fa male, fino a scappa e muore).
Se il padrone, presa coscienza dei rischi, per la sua sensibilità ritiene che comunque ne valga la pena e il suo gatto ne trarrà giovamento, allora può scegliere di portare fuori il suo gatto.
Tutto dipende dalla sensibilità personale. Ad es quando stavo scegliendo i miei gatti ho preso contatto con un allevamento, ho fatto presente le mie paure riguardo alla sicurezza (vivo ad un terzo piano alto con esposizione su giardino pieno di uccellini) e l'allevatrice mi ha risposto (testuali parole) "il gatto non è scemo! basta mostrare al cucciolo che c'è un'altezza e che c'è il vuoto e lui non si metterà in pericolo.. signora, il gatto è un piacere, se la prenda con meno ansia!". Ovviamente per come sono fatta io, la sua risposta non ha fatto che aggiungere più ansia, quindi mi sono rivolta ad un altro allevamento.
Ma questo non vuol dire che in assoluto il comportamento dell'allevatrice sia sbagliato e il mio giusto o viceversa. Lei conosce i suoi gatti e magari ha pure ragione nel caso specifico.. ma per la MIA sensibilità, lasciare anche un 1% di rischio che il gatto muoia cadendo dal balcone non mi fa vivere bene. (Quindi è un problema più mio che del gatto).
Starmaia
08-04-2016, 10:56
l'allevatrice mi ha risposto (testuali parole) ...
A me la comportamentalista aveva suggerito di cambiare casa (le avevamo detto che era nostra intenzione) e di sceglierne una con una terrazza a tasca così Merlino poteva uscire quando voleva e farsi i suoi giretti sui tetti limitrofi :10:
Brioche:)
08-04-2016, 12:05
Tornando al quesito all'inizio del post, portare fuori i gatti con la pettorina sì o no, secondo me la risposta giusta è: dipende dal gatto (carattere, abitudini, grado di domesticità) e dal padrone. Ci sono dei rischi, sia di natura comportamentale, (il gatto si abitua poi quando rimane a casa è stressato) sia per la sua incolumità (scappa e si perde, o scappa e si fa male, fino a scappa e muore).
Se il padrone, presa coscienza dei rischi, per la sua sensibilità ritiene che comunque ne valga la pena e il suo gatto ne trarrà giovamento, allora può scegliere di portare fuori il suo gatto.
Tutto dipende dalla sensibilità personale. Ad es quando stavo scegliendo i miei gatti ho preso contatto con un allevamento, ho fatto presente le mie paure riguardo alla sicurezza (vivo ad un terzo piano alto con esposizione su giardino pieno di uccellini) e l'allevatrice mi ha risposto (testuali parole) "il gatto non è scemo! basta mostrare al cucciolo che c'è un'altezza e che c'è il vuoto e lui non si metterà in pericolo.. signora, il gatto è un piacere, se la prenda con meno ansia!". Ovviamente per come sono fatta io, la sua risposta non ha fatto che aggiungere più ansia, quindi mi sono rivolta ad un altro allevamento.
Ma questo non vuol dire che in assoluto il comportamento dell'allevatrice sia sbagliato e il mio giusto o viceversa. Lei conosce i suoi gatti e magari ha pure ragione nel caso specifico.. ma per la MIA sensibilità, lasciare anche un 1% di rischio che il gatto muoia cadendo dal balcone non mi fa vivere bene. (Quindi è un problema più mio che del gatto).
Perdonami ma non sono d'accordo...i numerosi casi di mici feriti gravemente o deceduti a causa di cadute dai balconi mi fanno pensare che il problema non sia solo mio ma anche del gatto.
Perdonami ma non sono d'accordo...i numerosi casi di mici feriti gravemente o deceduti a causa di cadute dai balconi mi fanno pensare che il problema non sia solo mio ma anche del gatto.
Appunto! Il gatto di una mia amica è caduto dal settimo piano, morto sul colpo e sulla pagina Fb de "I gatti le foto più belle" ogni mese ce n'erano almeno un paio di caduti dal balcone, morti investiti o smarriti e mai più tornati, tanto che ho quasi smesso di leggere.
Ora, è vero, è una questione di priorità: viene prima proteggere o assecondare in tutto e per tutto la natura del gatto ?
E' ovvio che io sono condizionata dalle mie esperienze di sfiga indicibile, ma quando senti un gatto gridare di dolore per una zampa in cancrena o un femore spappolato, le tue priorità ti si chiariscono immediatamente. Soprattutto quando pensi che tutto quel dolore, loro e tuo, poteva essere evitato.
E ai miei è ancora andata bene, che sono stati soccorsi e curati e hanno riportato conseguenze di disabilità lievi. Ma quelli che restano ore ad agonizzare sull'asfalto? Quelli che rimangono gravemente disabili a vita, con fratture alla colonna, vescica da spremere ecc.?
Veramente, io non capisco.
Forse non sono stata chiara.. io volevo dire che ci sono vari punti di vista e sensibilità, quell'allevatrice si viveva i suoi gatti così ("senza ansie" secondo lei), chi sono io per giudicarla o per dire che TUTTI i gatti DEVONO avere il balcone in sicurezza? questo è a discrezione del padrone (come la storia della pettorina), purché uno sia cosciente dei rischi.
Io però i MIEI gatti non me li vivo così, quindi per ME no balcone in sicurezza, no gatto. E infatti alla fine ho scelto un allevatore che si vive i suoi gatti "con ansia" come me, così ci capiamo ;)
gattinonero
08-04-2016, 13:33
Non so perché ma leggendo gli interventi in questa discussione mi sono tornate tanto in mente le parole che diceva mio padre riguardo ai figli: " è meglio che piangano i figli perché non gli si permette di fare qualcosa piuttosto che piangano i genitori perché hanno permesso di fare qualcosa ai figli....." (per figli pensavo ai gatti naturalmente...)
No, ali, avevo capito, non mi riferivo a te ma al discorso in generale.
Io purtroppo "senza ansie" non so cosa voglia dire :D. Quando i miei uscivano era perché non riuscivo ad essere incisiva col marito nel mettere in sicurezza, tanto più che i vicini non volevano che ci appoggiassimo alla loro recinzione. E lui magari non mi prendeva troppo sul serio perché la zona sembrava sicura e i gatti in campagna escono.
Però mi sono ritrovata un sacco di volte, magari in pigiama, piumino a chiamare i gatti di notte ed ero veramente tranquilla solo quando erano in casa.
Poi dopo l'incidente di Tigre ha capito che o ricoverava me in una casa di cura per malati mentali o studiava il modo di fare una recinzione sicura :)
Ritpetit
08-04-2016, 13:59
Non so perché ma leggendo gli interventi in questa discussione mi sono tornate tanto in mente le parole che diceva mio padre riguardo ai figli: " è meglio che piangano i figli perché non gli si permette di fare qualcosa piuttosto che piangano i genitori perché hanno permesso di fare qualcosa ai figli....." (per figli pensavo ai gatti naturalmente...)
E' esattamente quello che pensiamo in molti.
E' esattamente quello che provavo a spiegare con esempi anche forti, con esperienze di vita vissute in altri ambiti.
E' esattamente il PRAGMATISMO che vorrei evidenziare nella figura della bilancia, dove da un lato metto il benessere psichico del gatto (il prato verde, la farfallina da rincorrere ..) e dall'altra il micio preso a calci in faccia dal bruto (la cui vicenda, raccontata qua sopra, tutti conosciamo) il gatto caduto dal balcone, menomato, disperso: il dolore, la menomazione, la morte.
Vorrei poter sapere il gattese, e chiedere ad un micio paralizzato, che si trascina e che può vivere perché qualcuno lo aiuta a fare i suoi bisogni corporali se non sarebbe stato meglio se lo avessero tenuto al sicuro in casa invece di farlo uscire!
Per un Freeclimber che c'è al mondo, ci sono MILIONI di persone che non vanno neanche sulle montagne russe, e non è proprio detto che la filosofia di vita corretta sia proprio quella del freeclimber.
O per lo meno: noi NON POSSIAMO spiegare al gatto quali sono i pericoli a cui va incontro, il freeclimber fa la sua scelta: quindi, noi decidiamo per il gatto, e la eventuale COLPA per sue malattie contratte all'esterno, menomazioni o morte, ricadono SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SULLA NOSTRA COSCIENZA, sulla nostra scelta; noi esercitiamo il libero arbitrio in vece sua, noi siamo i tutori che permettiamo ad un bambino di 5 anni (mi concedete ALMENO questo paragone?) di andare con la bicicletta con le rotelle dove cavolo gli pare senza il nostro controllo: non piangiamo contro il destino infausto se va su una strada e finisce sotto un TIR, è solo colpa nostra!
PER ME (senza pretesa che sia la verità incontrovertibile) la bilancia pende talmente forte da un piatto che l'altro manco lo vedo tanto sta in alto
Brioche:)
08-04-2016, 14:51
Forse non sono stata chiara.. io volevo dire che ci sono vari punti di vista e sensibilità, quell'allevatrice si viveva i suoi gatti così ("senza ansie" secondo lei), chi sono io per giudicarla o per dire che TUTTI i gatti DEVONO avere il balcone in sicurezza? questo è a discrezione del padrone (come la storia della pettorina), purché uno sia cosciente dei rischi.
Io però i MIEI gatti non me li vivo così, quindi per ME no balcone in sicurezza, no gatto. E infatti alla fine ho scelto un allevatore che si vive i suoi gatti "con ansia" come me, così ci capiamo ;)
No, ali, avevo capito, non mi riferivo a te ma al discorso in generale.
Io purtroppo "senza ansie" non so cosa voglia dire :D. Quando i miei uscivano era perché non riuscivo ad essere incisiva col marito nel mettere in sicurezza, tanto più che i vicini non volevano che ci appoggiassimo alla loro recinzione. E lui magari non mi prendeva troppo sul serio perché la zona sembrava sicura e i gatti in campagna escono.
Però mi sono ritrovata un sacco di volte, magari in pigiama, piumino a chiamare i gatti di notte ed ero veramente tranquilla solo quando erano in casa.
Poi dopo l'incidente di Tigre ha capito che o ricoverava me in una casa di cura per malati mentali o studiava il modo di fare una recinzione sicura :)
Anch'io avevo capito e mi riferivo al discorso in generale. Ho letto che tu, come me, non riesci a fare a meno di preoccuparti. Volevo dire che non sono d'accordo sul fatto che il problema è degli umani e non dei gatti.
Volevo dire che non sono d'accordo sul fatto che il problema è degli umani e non dei gatti.
Il problema è degli umani solo perché i gatti ignorano i potenziali pericoli a cui vanno incontro e quindi non possono porselo; sempre facendo riferimento ai miei gatti, di tutti quelli che ho avuto o tenuto in stallo, solo una era/è scema al punto tale da non aver capito che il balcone rappresenta un pericolo e da cadere dal terzo piano (dopo essere strisciata sotto un mobile e aver trovato l'unico punto in cui non era stata messa la protezione), con gli altri potrei dare ragione all'allevatrice.
Ma io non posso sapere a priori se il nuovo gatto che mi sono appena presa in casa è abbastanza furbo di suo o è irrimediabilmente scemo come Chiquita, quindi, per quel che mi riguarda, la rete resta, in campagna gli faccio mettere il collarino con la medaglietta e il bossolo portaindirizzi. Preferisco prendere mille precauzioni inutili che non mangiarmi le mani perché ho sottovalutato un problema (e questo è anche il motivo per cui i miei gatti continuano a fare il vaccino per la Felv per stare tranquilla quell'unico mese che vanno in campagna).
alepuffola
08-04-2016, 15:34
Non so perché ma leggendo gli interventi in questa discussione mi sono tornate tanto in mente le parole che diceva mio padre riguardo ai figli: " è meglio che piangano i figli perché non gli si permette di fare qualcosa piuttosto che piangano i genitori perché hanno permesso di fare qualcosa ai figli....." (per figli pensavo ai gatti naturalmente...)
Ecco, in realtà questo lo trovo giusto, nel senso che il genitore ha il dovere di mettere il bastone fra le ruote al figlio su qualcosa di rischioso.
Poi però il figlio ha il dovere di imporsi, e nel caso fare il "disobbediente" se valuta che per fare la sua strada è necessario bypassare quelle regole e rompere gli schemi, cosa che i genitori non possono sapere. Se riesce a esserne capace.
Se invece non ci riesce, dovrà pagarne il prezzo. E lo pagherà lui, non i genitori.
Brioche:)
08-04-2016, 17:46
Ecco, in realtà questo lo trovo giusto, nel senso che il genitore ha il dovere di mettere il bastone fra le ruote al figlio su qualcosa di rischioso.
Poi però il figlio ha il dovere di imporsi, e nel caso fare il "disobbediente" se valuta che per fare la sua strada è necessario bypassare quelle regole e rompere gli schemi, cosa che i genitori non possono sapere. Se riesce a esserne capace.
Se invece non ci riesce, dovrà pagarne il prezzo. E lo pagherà lui, non i genitori.
Anche se il figlio, avendo le capacità di bypassare i paletti, sbaglierà i suoi calcoli, ne pagherà il prezzo...ma anche i genitori.
alepuffola
08-04-2016, 20:05
Anche se il figlio, avendo le capacità di bypassare i paletti, sbaglierà i suoi calcoli, ne pagherà il prezzo...ma anche i genitori.
Può darsi, ma penso abbia il diritto ( e direi il dovere verso se stesso ) di tentare.
Non penso ci sia vero successo se in qualche punto del percorso non metti in gioco tutto te stesso, rischiando di fallire ( o anche di farti male ).
Tornando al tema gatto, Puffola ogni tanto si affaccia al portone, annusa i 3 o 4 mici stazionanti, dà una controllata ai loro spazi, alle ciotole, ma al primo rumore d'auto rientra di fretta. I mici non entrano in casa, se non raramente solo Birba, la cui presenza le dà meno fastidio degli altri, ma lei può annusare i loro spazi.
Non appena sente la mia presenza e vede il portone aperto si fa coraggio e fa queste piccole esplorazioni molto guardinghe
Se si allontanasse troppo dall'uscio, ha due o tre vie di fuga costituite da spazi semichiusi ai lati della strada e un profondo vicolo con un sacco di rifugi nei quali nessuno riuscirebbe a prendere un micio diffidente ( io stesso ho faticato quando s'è nascosta lì) .
Ma ovviamente la possibilità remota che calcoli male e si pietrifichi davanti a una macchina in arrivo e finisca arrotata in teoria esiste.
Come è già successo a Cristina, che però era praticamente cieca ma voleva uscire ugualmente.
Ma non me la sento di non lasciarle fare neanche questo, dopo anni di vita in quattro mura.
Ecco, in realtà questo lo trovo giusto, nel senso che il genitore ha il dovere di mettere il bastone fra le ruote al figlio su qualcosa di rischioso.
Poi però il figlio ha il dovere di imporsi, e nel caso fare il "disobbediente" se valuta che per fare la sua strada è necessario bypassare quelle regole e rompere gli schemi, cosa che i genitori non possono sapere. Se riesce a esserne capace.
Se invece non ci riesce, dovrà pagarne il prezzo. E lo pagherà lui, non i genitori.
Infatti il ruolo dei genitori è proprio questo. Mettere i bastoni tra le ruote fa arrabbiare i figli, ma li fa anche crescere. Il genitore si pone nell'interfaccia tra la le dotazioni in possesso del figlio e le richieste di esperienza se in quel momento sono eccessive per quelle dotazioni. I genitori lo portano così nel piano prossimale di esperienza per accrescere le sue dotazioni. Se il figlio sbaglia eccedendo e disobbedisce, può andar bene ma anche male. Se sbagliano i genitori nel non riconoscere le sue potenzialità, il bagaglio cognitivo e le possibilità di esperienza del figlio avranno un figlio che dovrà prima o poi elaborare la gestione genitoriale. Questo per sommi capi si intende ;)
Tornando al thread, se un gatto esce in sicurezza avrà maggiori dotazioni cognitive e sarà maggiore la sua capacità di elaborare ed affrontare le novità. Quindi torno a dire all'utente che ha aperto questa discussione: se hai tempo di portarlo fuori con la pettorina o in giardino dai genitori del tuo fidanzato (o marito non ricordo), portalo!!
Quando però facciamo il paragone gatto/figlio, a quale età del figlio pensiamo? Del cane si dice che raggiunga l'intelligenza, paragonandola a quella umana, di un bambino sui 3 anni. Non so del gatto, ma io se faccio quel paragone penso ad un bambino, che non ha ancora piena coscienza del pericolo, non a un adolescente (anche se la percezione del pericolo negli adolescenti non è come quella degli adulti) o ad un giovane adulto che ha diritto di fare le sue scelte anche rischiose.
Il rapporto mamma umana/gatto non si evolve come quello mamma umana figlio, perché il gatto non si evolve nello stesso modo dell'essere umano.
Ci sono gatti caduti da balconi o investiti dalle auto che erano ormai adulti e quel gesto, saltare sulla ringhiera o attraversare una strada, l'avevano fatto centinaia di volte, per anni. Cos'è andato storto? Mi piacerebbe sapere se il gatto non si è MAI reso conto del pericolo o se è stata un'errata valutazione a causare un incidente.
Quello di cui SICURAMENTE il gatto non si rende conto, però, e che per me è la discriminante per essere in grado di fare una scelta o no, sono le CONSEGUENZE. Il gatto avvertirà di sicuro una qualche sensazione di allerta, ma non è in grado di proiettarsi nel futuro, immaginandosi dolorante, paralizzato o morto. Quindi sono io che ho la responsabilità di scegliere cosa è meglio per lui (e anche per me, certo).
Come ce l'ho in caso di cure, di cui il gatto farebbe volentieri a meno perché non si rende conto che lo aiuteranno a vivere o gli toglieranno il dolore.
Per me quello sì è stato un vero problema, l'intervento a Mia, ad esempio, perché anche qui , loro non possono scegliere.
Ritpetit
08-04-2016, 23:24
.....Quindi torno a dire all'utente che ha aperto questa discussione: se hai tempo di portarlo fuori con la pettorina o in giardino dai genitori del tuo fidanzato (o marito non ricordo), portalo!!
Poi, quando lo hai portato fuori con la pettorina, se passa un motorino fracassone, sbatte un portone, c'è un forte rumore, o mille altre possibilità affinché il tuo gatto si spaventi, e succede (ed è già successo mille volte, come già testimoniato qua sul forum), che si sfili la pettorina -per quanto tu stratta possa avergliela messa- ... Ebbene, puoi contattarmi: posso spiegarti tutto quello che è umanamente possibile fare per ritrovare il tuo gatto, di legale e anche di illegale.
Prenditi ferie, cerca giorno e notte, fa tutto quello che il tuo fisico e la tua mente riesce a reggere, spendi soldi tempo ed energie.
Quando dopo un mese e mezzo sarai in compagnia della tua angoscia, della tua solitudine e dei tuoi sensi di colpa, quando alla notte ti sveglierai di soprassalto con l'incubo del tuo gatto che scappa e ti renderai conto che la realtà è il vero incubo, sappi che tutto questo è gratis.
Per tutto il resto c'è mastercard.
Il paragone gatto-figlio umano non si può fare perché sono specie diverse con evoluzioni diverse proprie della specie finalizzate al posto che hanno in natura
L'etologia cognitiva valuta l'apprendimento come schema di elaborazione per l'interpretazione del problema libero da frequenze prestabilite. Il ruolo del genitore come vero e proprio piano prossimale di esperienza è comune seppure declinato alla specie in questione
violapensiero
09-04-2016, 14:47
Certo Marina, sicuramente il paragone è improprio dal punto di vista scientifico etologico, ma non dal punto di vista umano.
Il punto di vista etologico spesse volte dice il contrario di quello umano...e purtroppo con questa dialettica dobbiamo fare i conti...
babaferu
09-04-2016, 15:00
Poi, quando lo hai portato fuori con la pettorina, se passa un motorino fracassone, sbatte un portone, c'è un forte rumore, o mille altre possibilità affinché il tuo gatto si spaventi, e succede (ed è già successo mille volte, come già testimoniato qua sul forum), che si sfili la pettorina -per quanto tu stratta possa avergliela messa- ... Ebbene, puoi contattarmi: posso spiegarti tutto quello che è umanamente possibile fare per ritrovare il tuo gatto, di legale e anche di illegale.
Prenditi ferie, cerca giorno e notte, fa tutto quello che il tuo fisico e la tua mente riesce a reggere, spendi soldi tempo ed energie.
Quando dopo un mese e mezzo sarai in compagnia della tua angoscia, della tua solitudine e dei tuoi sensi di colpa, quando alla notte ti sveglierai di soprassalto con l'incubo del tuo gatto che scappa e ti renderai conto che la realtà è il vero incubo, sappi che tutto questo è gratis.
Per tutto il resto c'è mastercard.
Scusa ma ti leggo molto emotivo e poco lucido.
Oltretutto l'utente in questione metterebbe guinzaglio e pettorina per uscire dentro un cortile, non in strada....
Non so come hai perso Pedro perché non l'hai raccontato, ma non penso francamente che questo fatto giustifichi la tua invettiva....
Un abbraccio ba
Certo Marina, sicuramente il paragone è improprio dal punto di vista scientifico etologico, ma non dal punto di vista umano.
Il punto di vista etologico spesse volte dice il contrario di quello umano...e purtroppo con questa dialettica dobbiamo fare i conti...
Ciao Rita! certo che dobbiamo fare i conti col punto di vista umano! è la parte più difficile. L'etologia cognitiva coniugata alla zooantropologia ci permettono di valutare con la maggiore equidistanza possibile la specie in questione. Un decentramento molto difficile, io stessa che la seguo e tu ed altri lo sapete bene, faccio molta fatica. Mi aiuta il mio amore per gli animali, per i miei gatti, null'altro
O.T. o quasi, invece di andare a far la spesa mi sto riascoltando i file audio di zooantropologia :8:, stasera pane e olio, ma i gatti hanno il loro cibo :)
E' esattamente il PRAGMATISMO che vorrei evidenziare nella figura della bilancia, dove da un lato metto il benessere psichico del gatto (il prato verde, la farfallina da rincorrere ..) e dall'altra il micio preso a calci in faccia dal bruto (la cui vicenda, raccontata qua sopra, tutti conosciamo) il gatto caduto dal balcone, menomato, disperso: il dolore, la menomazione, la morte.
Vorrei poter sapere il gattese, e chiedere ad un micio paralizzato, che si trascina e che può vivere perché qualcuno lo aiuta a fare i suoi bisogni corporali se non sarebbe stato meglio se lo avessero tenuto al sicuro in casa invece di farlo uscire!
:micimiao45::micimiao49::micimiao45:
Non so perché ma leggendo gli interventi in questa discussione mi sono tornate tanto in mente le parole che diceva mio padre riguardo ai figli: " è meglio che piangano i figli perché non gli si permette di fare qualcosa piuttosto che piangano i genitori perché hanno permesso di fare qualcosa ai figli....." (per figli pensavo ai gatti naturalmente...)
:micimiao49::micimiao45::micimiao49:
Personalmente credo che i pericoli sopravanzino il beneficio psicologico e quindi, a meno di avere una proprietà recintatissima e a prova di felino (la mia in campagna non lo è), io mi sentirei meno in colpa a sapere di averlo condannato ad anni di noia, che non a rimpiangere di averlo fatto uscire perché poi l'ha preso sotto una macchina, l'ha sbranato il cane dei vicini, ecc...
:micimiao45::micimiao49::micimiao45:
E quindi?
Dopo tante colte e forbite dissertazioni, dopo filosofiche comparazioni tra welfare e well being, io mica ho capito quale sarebbe la conclusione.
O per lo meno (e qua scusatemi l'entrata a gamba tesa) ma qualcuno mica ha la pretesa di pensare che la SUA soluzione sia la più corretta, o ancor meno applicabile a tutti i casi più disparati? Perché un gatto che "abita" in città riteniamo veramente furbo farlo uscire per non snaturarlo?
Negli ultimi 15 giorni, cercando Pedro ho visto facce distrutte di gattare: 5, dico CINQUE (e LO URLO) mici arrotati sono finiti sul ponte! E 2 erano gatti di casa, che uscivano "perché gli faceva piacere", come mi ha detto la sua mamma umana in lacrime, che augurandomi di trovare Pedeo mi ha implorato: mi giuri che se lo ritrova non lo farà uscire, non sfidi la sorte un'altra volta!
Erano belli liberi, liberi di essere straziati dalle ruote di un'auto.
Il mio Pedro ha sicuramente il suo well being, adesso: sono 34 giorni che wellbeingizza da qualche parte, sempre CHE NON SIA FINITO IN UN CASSONETTO DELLA SPAZZATURA anche lui, povero il mio micione.
E prima di finire a casa mia era praticamente cieco per una cheratite dovuta a rinite trascurata, e prima ancora era stato avvelenato.
Che figata non essere snaturato nella sua essenza si felino libero e cacciatore.
Quasi quasi non ti cerco più, micione mio, sicuramente stai meglio in strada ...:
E adesso mi attirerò sicuramente delle critiche per questo post non equilibrato, non politically correct: pazienza.
Sono appena rientrato col solito pugno di mosche in mano e il cuore rotto, gli occhi gonfi e una rabbia che spaccherei il mondo in 4.
Nient'altro può farmi male
Buio!
GRANDE IVO!!
Avevo deciso di non leggere più questo thread perché vado in bestia quando sento qualcuno che si atteggia ad esperta etologa e ci riempie di paroloni (che a volte io fatico anche a comprendere), ma oggi ho deciso di guardarlo per sapere cosa ne pensano gli altri utenti e sono felice di leggere che, magari esprimendoli con modi meno "acidi" ed "integralisti" dei miei, sono in molti a pensare che è meglio una vita più lunga e sicura che ETOLOGICAMENTE CORRETTA (????????) ma più breve e piena di pericoli.
Siccome sono molto diretta, non ce la facevo a non dirlo!! Adesso non farò più polemica, promesso!! Almeno ci provo.....
Ritpetit
09-04-2016, 18:09
...........
Vi spiego: io e il mio fidanzato abbiamo cominciato a portare Tappy a fare qualche giretto con il guinzaglio, vuoi nel giardino dei genitori di lui vuoi nel cortile di casa,.......
Scusa ma ti leggo molto emotivo e poco lucido.
Oltretutto l'utente in questione metterebbe guinzaglio e pettorina per uscire dentro un cortile, non in strada....
Non so come hai perso Pedro perché non l'hai raccontato, ma non penso francamente che questo fatto giustifichi la tua invettiva....
Un abbraccio ba
1) leggo di cortile e giardino.
L'interessato ha scritto di cortile e giardino che NON PERMETTONO l'accesso all'esterno? Neanche ad un gatto? hanno solo muri perimetrali (alti, e con reti di contenimento) ed eventuali accessi, pedonali o carrabili non hanno sbarre o passaggi (non devo spiegare che ad un gatto bassa il passaggio tra le sbarre o 5/6 cm sotto il cancello per uscire, vero?)
Perché se io guardo la MAGGIORNAZA DEI GIARDINI e dei cortili che conosco, hanno muretti, siepi, cancellate.
Tutti posti dai quali un gatto esce come e quando vuole.
Ognuno porta solo la propria felice esperienza e non valuta mai le altre?
Ma credete veramente che un gatto, se spaventato, non si liberi da una pettorina?
Allora state parlando di cose che non conoscete, e quindi sarebbe meglio non dare consigli sbagliati.
Un micio può essere buonissimo e camminarvi a fianco come un cane, conosco mici che escono col solo guinzaglio, ne ho visti con la pettorina.
Ma ho visto la gattina di mia sorella, anni fa, essere portata in giardino con la pettorina (una soriana tra le più pacioccone del pianeta terra): a mia zia cade una padella che stava lavando, il botto spaventa la micia così tanto che comincia a tirare rinculando, e in men che non si dica si sfila la pettorina e schizza come un razzo verso destra, dove si infila sotto una siepe, oltre la quale c'è mezzo metro di muretto con sopra una cancellata protetta da una rete (messa per impedire che passanti maleducati gettassero spazzatura nelle mie siepi).
A sinistra c'era un cancello che da sulla strada.
Fosse schizzata a sinistra sarebbe uscita sicuramente.
Poi se restava a 30 metri, finiva sotto un'auto, spariva dalla circolazione o andava al bar a prendersi un caffè non lo so, ma mia sorella se l'è fatta tanto sotto che, recuperata la micia, ha direttamente buttato la pettorina nella spazzatura (pettorina provata più volte in casa prima che all'esterno, e la gatta sembrava portarla con nonchalace).
Ah, prevengo le obiezioni: la micia si è spellata un'ascella ed un'orecchia per sfilarsi la pettorina, non era stata messa "molla".
Ad un caro amico è successa la medesima cosa in casa (per sua fortuna).
QUA SUL FORUM (basta cercare) ci sono testimonianze di gatti che si sono sfilati la pettorina.
Questo va EVIDENZIATO e scritto in rosso a qualcuno inesperto che chiede consiglio se fare o meno uscire il proprio gatto, prima di dirgli di portarlo fuori.
Poi Dio gli ha dato il libero arbitrio e può decidere di far uscire l gatto con la pettorina, senza nulla, rinchiuderlo in una camera blindata, è una sua scelta. Ma gli vanno forniti tutti gli ELEMENTI CERTI per poter fare una valutazione OGGETTIVA della situazione, non basata sulle convinzioni etologiche, sulle proprie (per forza di cose limitate) esperienze, sulle proprie sensazioni, sul desiderio di ognuno di noi di far stare il gatto il meglio possibile (perché so benissimo che ognuno che scrive qua sopra vuole quasi più bene ai gatti che a se stesso, e ogni cosa che scrive lo fa in buona fede e con tutto l'amore del mondo)
Questo vorrei non fosse in discussione: posso essere in disaccordo su opinioni e pareri (siamo su di un forum per discutere, no?), ma non metto in dubbio la buona fede e l'amore per gli animali DI NESSUNO che scrive qua sopra
Se mi si chiede qual è il mezzo più sicuro per viaggiare, la risposta è: l'AEREO.
Perché statisticamente così è, e non mi importa se a uno fa paura volare, l'altro dice che preferisce la nave perché sa nuotare oppure l'auto "perché se vai piano, se hai fortuna che nessuno ti finisce contro ubriaco, perché io non ho mai avuto incidenti..."
L'aereo è il mezzo statisticamente (in rapporto viaggiatori/morti) più sicuro, più del treno, più di tutti gli altri mezzi. Punto e basta.
Questo è quello che devo consigliare.
Poi ognuno può decidere di viaggiare con una moto coi freni rotti, senza casco e distraendosi a guardare il panorama: caxxi suoi (e non è neanche vero, perché magari sono anche caxxi tuoi perché ti investe)
2) Pedro è scappato per una serie di circostanze che dimostrano che la fortuna e cieca e non solo la sfiga ci vede benissimo, ma è anche "bastard inside".
Non ho voglia di raccontare la catena di eventi che hanno permesso che accadesse perché già lo rivedo davanti agli occhi tutti i giorni e soprattutto tutte le notti.
Uno degli eventi è stato un motorino fracassone che deve anche emettere uno scoppio dalla marmitta proprio in quell'attimo.
babaferu
09-04-2016, 18:45
so benissimo che ognuno che scrive qua sopra vuole quasi più bene ai gatti che a se stesso, e ogni cosa che scrive lo fa in buona fede e con tutto l'amore del mondo)[/B]
Questo vorrei non fosse in discussione: posso essere in disaccordo su opinioni e pareri (siamo su di un forum per discutere, no?), ma non metto in dubbio la buona fede e l'amore per gli animali DI NESSUNO che scrive qua sopra
Se mi si chiede qual è il mezzo più sicuro per viaggiare, la risposta è: l'AEREO.
Emmeno male, almeno la buona fede....
Sull'aereo son d'accordo con te ma che c'entra?
La fanciulla non chiedeva se e' sicuro, ma se il gatto ne avrebbe sofferto.....
Siccome non prendo l'aereo per andare al lavoro, ma l'auto, so che non sempre la sicurezza e' un valore assoluto, d'altra parte se devo fare 10 km posso correre il rischio....
La sicurezza non è il mio unico valore-guida.... Non è l'unico neanche nel rapporto coi miei gatti.
Un bacio ba
Oltre ad essere PIENAMENTE d'accordo su quanto scrive Franca a proposito delle dottissime (ma a mio parere poco utili, visto che stiamo discutendo di qualcosa molto più terra terra per cui non c'è bisogno di scomodare Konrad Lorenz e colleghi) lezioni sull'etologia del gatto selvatico e delle altre specie naturali, secondo me Ritpetit (questa volta ti chiamo col nick ;) ) potrà anche essere aggressivo nei toni, ma non mi sembra affatto poco lucido e anzi trovo che scriva cose condivisibilissime anche da chi non ha avuto la sfortuna di perdere un gatto a cui era molto affezionato da così poco tempo.
Qui il problema si può sintetizzare molto grossolanamente come "felicità vs sicurezza"; purtroppo, proprio perché non tutti i gatti hanno lo stesso cervello, gli stessi desideri, ecc..., non c'è una risposta unica. Ciascun proprietario deve valutare quali sono i bisogni del suo gatto e decidere per lui, nella consapevolezza che queste decisioni possono avere conseguenze fatali e quindi generare un rimorso infinito.
Per parte mia, mi verrebbe da dire alla persona che ha aperto il thread che, se il suo gatto è come il mio Maktum (cioé non vive senza uscire e impazzisce in un appartamento), allora senz'altro dovrebbe prendere in considerazione l'idea di farlo uscire con le dovute precauzioni, se è come Sophie (terrore puro del mondo esterno) o come la media dei gatti ("non sarebbe male uscire, anzi penso proprio che mi divertirei un sacco, ma non me la passo poi così male sul divano") le ragioni della sicurezza, anche a costo di una vita meno piena e più monotona, dovrebbero prevalere sulle preoccupazioni, pur legittime, per il suo well being. Questa è la mia opinione, ovviamente discutibile e criticabile.
...
Avevo deciso di non leggere più questo thread perché vado in bestia quando sento qualcuno che si atteggia ad esperta etologa e ci riempie di paroloni (che a volte io fatico anche a comprendere), ma oggi ho deciso di guardarlo per sapere cosa ne pensano gli altri utenti e sono felice di leggere che, magari esprimendoli con modi meno "acidi" ed "integralisti" dei miei, sono in molti a pensare che è meglio una vita più lunga e sicura che ETOLOGICAMENTE CORRETTA (????????) ma più breve e piena di pericoli.....
Premesso non mi sembra di aver mai detto di far uscire i gatti se non sono in sicurezza
Sono sconcertata dall'intolleranza che manifesti nei miei confronti. Se studio etologia cognitiva lo faccio perché mi interessa, mi piace, mi è utile nel relazionarmi ai i miei gatti e condivido cose che penso possano essere utili agli utenti di un forum dedicato ai gatti. Se a te da fastidio, forse a qualcun altro non lo dà. Neppure a me interessano alcune cose, ma non vado a sbeffeggiare chi le scrive
Oltre ad essere PIENAMENTE d'accordo su quanto scrive Franca a proposito delle dottissime (ma a mio parere poco utili, visto che stiamo discutendo di qualcosa molto più terra terra per cui non c'è bisogno di scomodare Konrad Lorenz e colleghi) lezioni sull'etologia del gatto selvatico e delle altre specie naturali....
Il bello è che non sono neppure dottissime! O è un modo di sbeffeggiare anche questo? se neppure a te interessavano, era sufficiente non leggere
Dell'intolleranza nei miei confronti mi interessa poco, non ho mai scritto per avere i like
Quello che qui viene sbeffeggiato è il mio amore per gli animali, la mia dedizione totale nei confronti dei miei gatti e che ho pensato, erroneamente, di condividere
Chiedo pertanto la mia cancellazione dal forum
Certo Marina, sicuramente il paragone è improprio dal punto di vista scientifico etologico, ma non dal punto di vista umano.
Il punto di vista etologico spesse volte dice il contrario di quello umano...e purtroppo con questa dialettica dobbiamo fare i conti...
Anche io non sto intervenendo più. Quoto questo di violapensiero che esprime completamente il mio pensiero.
Dell'intolleranza nei miei confronti mi interessa poco, non ho mai scritto per avere i like
A me il tuo punto di vista interessa moltissimo. Come dicevo, ho letto Sonia Campa e ho fatto una gran fatica, perché scendere dal piedistallo di salvatrice di animali e giungere in quello di persona che scende a compromessi per il proprio benessere (proprio cioè mio) non è stato facile, e a dire il vero nella vita di tutti i giorni tendo ad ignorare quello che ho letto.
I tuoi interventi sono colmi di conoscenza e di amore per i gatti, li leggo sempre con piacere.
(Almeno lasciami un recapito dove continuare a leggerti...)
violapensiero
09-04-2016, 21:19
Ma non posso lasciare un momento il forum che accade il finimondo? Suvvia manteniamo la calma, ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione, nel modo che ritiene più opportuno, sappiamo bene cosa sta passando Ivo, sarebbe strano che non scrivesse quello che scrive, e sappiamo bene che Marina adora determinate branche dello scibile etologico, che senza di lei, in questo forum non sarebbero mai arrivate, si può essere d'accordo o no, ma tutti hanno il diritto di esprimere la loro opinione.
Non prendiamo esempio dai nostri politici, almeno noi felinomani comportiamoci bene.
E' un bel dibattito, la persona che ha chiesto consiglio avrà moltissimi spunti di riflessione...forse anche più di quelli che avrebbe pensato di avere.
Prendiamoci tutti una camomilla e domani la cosa apparirà diversamente, su.
Volemose bene...;)
Quello che qui viene sbeffeggiato è il mio amore per gli animali, la mia dedizione totale nei confronti dei miei gatti e che ho pensato, erroneamente, di condividere
Chiedo pertanto la mia cancellazione dal forum
Mi puoi citare le parole (mie o di qualunque altro utente) in cui il tuo amore per gli animali viene deriso e messo alla berlina? Perché, rileggendomi, non mi sembra questo il senso di quello che avevo scritto. Francamente non credo che la zooantropologia, l'etologia e la psicologia cognitiva a cui hai fatto numerosi riferimenti siano di grande aiuto per decidere, banalmente, se sia il caso di far uscire il gatto con pettorina e guinzaglio o sia meglio tenerlo in casa. Certo, ne possono scaturire discussioni affascinanti (per chi è in grado di seguirle), ma alla fine siamo sempre qui a domandarci cosa sia meglio fare (né si può dare una risposta senz'altro valida, prescindendo dall'indole del gatto, a chi ha posto il quesito).
Mi si permetta un'ulteriore digressione: premesso che non mi permetto di sbeffeggiare nessuno per il suo amore verso gli animali, la parola "amore" ha diverse accezioni che coesistono nel suo orizzonte semantico, ma che, prese a due a due, possono sembrare mutualmente escludentisi. Faccio un esempio: si può dire che amare equivalga a proteggere la persona amata, ma con lo stesso diritto si può anche affermare che amare significa lasciar liberi. Ma proteggere implica in molti casi una limitazione della libertà soggettiva dell'altro (dell'amato), della sua sfera d'azione, sfera d'azione che invece si pretende di mantenere intatta e inviolata quando si dice che amare vuol dire lasciar liberi, riconoscere la piena e autonoma individualità di soggetto dell'amato.
E allora? Allora bisogna scegliere; per me amare i miei gatti vuol dire proteggerli, magari tarpandogli un po' le ali (idem con un bambino molto piccolo). Con il mio compagno invece prevarrebbe l'accezione libertaria dell'amore, sennò vorrebbe dire che lo considero un minorato mentale.
Ora, mi piacerebbe sapere il gattese e fare quattro chiacchere con Chiquita (magari scoprirei che è molto meno deficiente e avventata di quello che sembra), ma, non potendolo fare, mi prendo la responsabilità di decidere io quello che è il bene per lei e cosa debba intendersi per amore (mio nei suoi confronti) e per me in questo caso, come nella stragrande maggioranza dei casi, fatte pochissime eccezioni (vedi Maktum), significa impedire che si perdano, che vengano aggrediti dai cani, malmenati o torturati dallo str...o bast...o di turno, investiti o che abbiano incidenti di sorta. Poi chiunque è liberissimo di optare per un diverso concetto di amore, ma il mio sconsiglio spassionato, per tornare all'argomento da cui si è originato il thread, è di non farlo uscire.
alepuffola
09-04-2016, 22:41
Ma non posso lasciare un momento il forum che accade il finimondo?
Prendiamoci tutti una camomilla e domani la cosa apparirà diversamente, su.
Volemose bene...;)
Non possiamo, vuoi dire...ormai è una cosa puntuale, statisticamente se non entro per oltre mezza giornata succede qualcosa di grosso ( non per dire che sia indispensabile la mia presenza eh, è per dire la strana casualità :p) L'ultima volta che mi sono assentato per tre o quattro giorni è cambiato lo staff...
@Aletto: non ci pensare neanche per scherzo...
Ciascun proprietario deve valutare quali sono i bisogni del suo gatto e decidere per lui, nella consapevolezza che queste decisioni possono avere conseguenze fatali e quindi generare un rimorso infinito.
Per parte mia, mi verrebbe da dire alla persona che ha aperto il thread che, se il suo gatto è come il mio Maktum (cioé non vive senza uscire e impazzisce in un appartamento), allora senz'altro dovrebbe prendere in considerazione l'idea di farlo uscire con le dovute precauzioni, se è come Sophie (terrore puro del mondo esterno) o come la media dei gatti ("non sarebbe male uscire, anzi penso proprio che mi divertirei un sacco, ma non me la passo poi così male sul divano") le ragioni della sicurezza, anche a costo di una vita meno piena e più monotona, dovrebbero prevalere sulle preoccupazioni, pur legittime, per il suo well being. Questa è la mia opinione, ovviamente discutibile e criticabile.
su questa cosa siamo d'accordo vedi? ci sono gatti che non possono vivere senza esplorare i dintorni, perchè semplicemente considerano "loro" anche il territorio all'esterno, e impedirgli di controllarlo ( e nel caso difenderlo ) probabilmente li fa vivere in uno stress troppo elevato.
Però la penso diversamente sul e quindi generare un rimorso infinito.. Se un mio gatto che come il tuo Maktum avesse bisogno di uscire morisse sotto un'auto certo ne soffrirei, ma non mi farei mangiare certo neanche dal rimorso, puoi scommetterci...in fondo andava fatto e accettato come parte della sua vita.
Saretta ♡
10-04-2016, 11:27
Io ho iniziato a farlo uscire con la pettolina l estate scorsa, sia nel giardino che sul balcone, ma quando tornava dentro piangeva che voleva uscire...
per un periodo è continuato così. .. poi si è abbituato a stare in casa, esce solo 10 minuti a mattina fuori al balcone privato della stanza da letto dei miei mentre mia madre fuma, poi dentro...
e se ce sole lo metto con la pettolina sul balcone lungo sempre sovvergliato e sta lì al sole per ore anche...
e dentro non piange più tranne quando sale qualche gatto sul balcone... inoltre e felice di stare in casa ora...
Premesso non mi sembra di aver mai detto di far uscire i gatti se non sono in sicurezza
Sono sconcertata dall'intolleranza che manifesti nei miei confronti. Se studio etologia cognitiva lo faccio perché mi interessa, mi piace, mi è utile nel relazionarmi ai i miei gatti e condivido cose che penso possano essere utili agli utenti di un forum dedicato ai gatti. Se a te da fastidio, forse a qualcun altro non lo dà. Neppure a me interessano alcune cose, ma non vado a sbeffeggiare chi le scrive
Il bello è che non sono neppure dottissime! O è un modo di sbeffeggiare anche questo? se neppure a te interessavano, era sufficiente non leggere
Dell'intolleranza nei miei confronti mi interessa poco, non ho mai scritto per avere i like
Quello che qui viene sbeffeggiato è il mio amore per gli animali, la mia dedizione totale nei confronti dei miei gatti e che ho pensato, erroneamente, di condividere
Chiedo pertanto la mia cancellazione dal forum
Sai Marina cosa mi dà fastidio di te (parere personale)? Che esponi le tue idee/teorie/cose lette con troppa presunzione, usando paroloni roboanti che quelli come me -poveri ignoranti- alle volte non capiscono neppure... hai sicuramente letto tanti libri, ma questo non fa di te un'etologa (io ho letto numerosi saggi di strategie belliche quando ero all'università, ma non per questo sono diventata un Generale di Corpo d'Armata!).
Intendiamoci, esprimere la propria opinione va benissimo (il forum serve a questo e se avessimo tutti la stessa visione delle cose non ci sarebbe dibattito), ma c'è modo e modo di farlo. Inoltre non tutto può essere ricondotto all'etologia e agli scritti di Sonia Campa.
Nessuno sbeffeggia il tuo amore per gli animali, che penso proprio sia sincero, quello che io contesto è il modo di esprimere certi concetti. Sempre mia opinione personale naturalmente, poi ci sono altri a cui il tuo modo di scrivere piace ed interessa.
Io sono da tanti anni su vari forum, di genitori ed altro, ed ho partecipato a discussioni molto più accese di queste. Sono del parere che confrontarsi sia sempre e comunque positivo. A volte si espongono le proprie idee magari con troppa veemenza, ma succede quando un argomento tocca da vicino.
Questo non vuol dire che venga a mancare il rispetto della persona, qui nessuno è arrivato agli insulti.
Il modo di scrivere di una persona può piacere o no, ma credo che nessuno abbia inteso sbeffeggiarti, Aletto, e tautomero mettere in dubbio il tuo amore per gli animali.
Sono d'accordo con te, Mialuce, che questa è ancora una discussione pacata in cui per fortuna siamo riusciti tutti a mantenerci entro i limiti del decoro e della buona educazione, ma, senza che questo debba intendersi come un giudizio sulla sua persona, condivido l'impressione di Franca che alcuni interventi di Aletto fossero eccessivamente dotti (ovvero facessero uso di una terminologia molto tecnica che non è di uso e comprensione generale).
Proveniamo tutti da contesti diversi, abbiamo fatto esperienze diverse (nei vari ambiti della nostra vita) e abbiamo alle spalle un bagaglio formativo diverso; molti di noi hanno una cultura generale di livello medio-alto, quando non addirittura eccellente, ma (forse perché non posso contarmi tra questi), non nascondo di aver avuto delle difficoltà ad afferrare il senso di alcuni suoi post per lo meno in prima battuta. Inoltre penso che quella di permettere o no al gatto di uscire sia una decisione quanto mai personale che deve tener conto di una serie di fattori molto specifici e che la conoscenza esaustiva del'etologia felina non possa essere d'aiuto fino in fondo.
Credo inoltre che l'amore per i gatti ce l'abbiamo tutti e lo manifestiamo in mille forme diverse: c'è chi si accolla, prendendoli in adozione, degli adorabili catorcetti, chi va a sfamare delle colonie, chi si informa sull'etologia e la psicologia felina, chi rischia la patologia mentale esaminando al microscopio millemila etichette di cibo per gatti nel tentativo di poter offrire ai suoi gatti il meglio che ci sia sul mercato... Insomma non c'è un'unica forma di amore per gli animali o i gatti e non è mia intenzione deridere chi ha fatto studi più approfonditi dei miei in un dato campo, anzi c'è solo da ammirarla. Ma il modo in cui sono stati espressi i concetti mi ha lasciato un po' interdetta, come se chi li ha scritti non ammettesse replica e li volesse far passare come l'unica verità possibile: sono sicura di aver equivocato, ma in tutta onestà questa è l'impressione che ne ho ricavato.
Chiedo scusa e mi ritiro dalla discussione.
alepuffola
10-04-2016, 14:33
Franca, un attimo. se uno studia sufficientemente a lungo, s'informa e resta aggiornato,per me lo diventa eccome, esperto in un campo. Il problema è studiare sulle fonti giuste
A mio parere non è che ci vuole sempre il pezzo di carta statale per potersi dire esperto. A parte che Marina non mi pare si sia mai proclamata esperto etologo.
Kass non è un veterinario, ma ne sà ben più di molti vet sulla Fip e sui gatti in generale. Anzi potrei dire che molti vet che ho incontrato sono medici veterinari sulla carta, ma nessuno andrà a indagare sulle fesserie che fanno, solo perchè possono trincerarsi dietro il pezzo di carta ufficiale. :)
Secondo me spesso si dà un pò troppo per scontato che chi scelga un comportamento o il suo contrario, non abbia valutato le conseguenze. Io lo so che Puffola potrebbe finire sotto un'auto uscendo sull'uscio. Come litigare con uno dei mici randagini. Ne sono consapevole e ne accetto il rischio, perchè credo che il gioco valga la candela.
Non sono intervenuta nella discussione perché mi sembra fuori luogo accanirsi in questo modo quando si hanno opinioni diverse. Per la cronaca ad esempio, io non leggo nessuna presunzione nelle parole di Aletto, mentre ne leggo nelle parole di qualcun altro in altre occasioni. Ma non per questo vado a condannare solo perché si hanno opinioni diverse. Accetto i punti di vista di tutti e stop.
Comunque una mia amica delle medie, che abitava in un comprensorio con poche auto e tutti cortili condominiali, portava tutti i giorni il suo micio a fare una passeggiata anche due volte al giorno, tanto che lui non usava neanche la lettiera. Se il micio è calmo e il posto è calmo non ci vedo niente di male, ma è chiaro che bisogna valutare le singole situazioni (tanto per tornare alla questione sollevata da chi ha aperto la discussione).
Non sopporto i flame quindi passo e chiudo :)
violapensiero
10-04-2016, 15:09
Ricordo che Guglielmo Marconi non aveva nessuna laurea, come anche il bravissimo critico d'arte francese Philippe Daverio, Nikola Tesla e tanti altri...
In effetti la passione che mettiamo nello studiare le cose che davvero amiamo, ci fa diventare esperti, a volte più di quello che insegnano le varie Facoltà.
Però, ognuno di noi ha un background, un retroterra diverso, studi ed educazione diversi, facciamo diventare questa diversità un bene, se leggiamo qualcosa che non capiamo, chiediamo spiegazioni senza nessun problema, informiamoci, io leggendo Marina, ho comprato qualche libro di Marchesini e Campa, ho cominciato ad informarmi, per capire cose che conoscevo, ma che erano ferme agli studi di Lorenz e Celli, che comunque, devo dirlo, scrivevano in modo migliore di Marchesini e della stessa Campa, che a volte si dimenticano che non tutti hanno studi filosofici alle spalle, io stessa ad esempio, gli studi mancanti me li sono fatti a mie spese spulciando per ogni dove...
Ripeto, facciamo diventare le differenze, risorse. Non dividiamoci ma coalizziamoci per trovare le soluzioni giuste, che non saranno uguali per tutti, perché i mici hanno caratteri diversi, e credo che i miei divertenti post astrologici lo abbiano ribadito più volte...
violapensiero
10-04-2016, 15:10
E finisco dicendo che l'autore del post sicuramente avrà ricevuto moltissimi spunti di riflessione sul quesito che aveva posto...;)
Infatti qui non si sta dicendo che solo quelli che hanno una laurea in una data disciplina possono definirsi esperti (ci sono dei laureati ignoranti come capre e degli autodidatti dottissimi); si sta esternando un'impressione.
Aletto è coltissima, lo si evince chiaramente dai suoi interventi, ma non tutti sono al suo stesso livello (e anche quelli che hanno un'erudizione paragonabile alla sua su determinati argomenti possono essere di opinioni diverse, vuoi perché hanno letto testi diversi, vuoi soprattutto perché li hanno elaborati in maniera diversa); dal basso della mia ignoranza, lamentavo che forse la maniera in cui ha espresso determinati concetti è un pelino troppo tecnica e quindi i profani, come me, faticano a starle dietro e a trarre spunti di riflessione da quello che scrive, proprio perché sfugge loro in prima battuta il senso, mentre sulle prime si sentono un po' sviliti dalla differenza di conoscenze e dall'uso di un linguaggio di non immediata comprensione. Posso anche aggiungere, ma qui vado veramente OT, che non sempre una preparazione filosofica aiuta: io sono laureata in filosofia morale e nel mio percorso di studi ho approfondito la filosofia teoretica con particolare riguardo a Kant e Heidegger (di cui avrei fatto volentieri a meno, ma nell'ateneo torinese il filosofo di Messkirch va per la maggiore); ebbene, non solo alcuni post di Aletto non mi sono stati immediatamente chiari, ma rimango stralunata quando le stesse categorie "filosofiche" vengono utilizzate da studiosi che hanno una formazione originaria di altro tipo (storica, sociologica, psicologica, ecc...). Giusto per provare a darvi un'idea, è come rompere gli occhiali e dover mettere per qualche giorno quelli che si usavano un paio di anni prima: si vede, ma le cose appaiono un po' strane.
Credo anche che le osservazioni per forza generali di esperti etologi non possano essere nell'immediato di grande aiuto per decidere una questione forse un po' banale come quella di far uscire il gatto; molto più utili sono le esperienze personali di altri utenti, le riflessioni, anche quelle "plasmate" dal proprio vissuto. Poi sono d'accordo che la diversità dei pareri e gli scambi di opinioni, più o meno aspri (ovviamente finché non degenerano nell'offesa personale), possano essere (e in molti casi lo siano davvero!) arricchenti e stimolanti.
P.s.: avevo promesso di ritirarmi dalla discussione, ma le promesse sono fatte per essere infrante; no? :D ;)
violapensiero
10-04-2016, 21:32
P.s.: avevo promesso di ritirarmi dalla discussione, ma le promesse sono fatte per essere infrante; no? :D ;)
Non tutte, ma quando si tratta di spiegare, nell'accezione vera del termine, di togliere le pieghe, quindi i dubbi, ben venga...
Ps: io grazie al mio maestro di filosofia ho approfondito la filosofia della scienza con particolare riguardo all'epistemologia. A Bari il filosofo che va per la maggiore è Marx, no comment.
AlessiaPippi
11-04-2016, 09:32
poi ci sono altri a cui il tuo modo di scrivere piace ed interessa.
A me, per esempio.
Sia cosa e sia come lo scrive.
io ho trovato spesso risposte che non mi sono piaciute o che mi hanno fatto stare male da parte di utenti vari, sia nei miei confronti, che nei confronti di altri.
Eppure ho sempre aspettato un momento, ho fatto un respiro profondo e ho cercato di comportarmi con educazione e rispetto.
AlessiaPippi
11-04-2016, 09:50
Aggiungo anche un’altra cosa.
Quando si ha un gatto in casa, come nel mio caso, che si dispera per uscire, che gratta la porta di casa miagolando in una maniera che strazia il cuore…
Quando si pensava di poter regalare ad un gatto una vita paradisiaca e poi ci si rende conto di avere una casa che non ha nessuna finestra che abbia una visuale sull’esterno…
Quando si deve chiudere una parte del terrazzo con una rete e si vede il proprio gatto tentare disperatamente ossessivamente di scavalcarla…
Allora diventa difficile pensare e parlare di “vita lunga e in sicurezza”. Anzi, diventa straziante.
Bisogna sempre passare attraverso le esperienze prima di poterle giudicare.
A tutti quelli che dicono che il gatto vive bene in casa regalerei la Pippi per due giorni. E poi vediamo.
Già, Alessia, alcuni gatti non lo sopportano. Tu sei da ammirare perché ti stai facendo in dieci per migliorare il benessere della Pippi.
Io ho paura a far vedere a Liquirizia il mondo esterno perché temo di sapere come reagirebbe. Quindi lei sta segregata (e la domenica mattina mi tira giù dal letto a miagolii per andare sul balcone una mezzora). Amilcare invece ha come habitat naturale il divano. Avendo solo lui non avrei molti dubbi probabilmente...
Alessia, io sono passata attraverso un'esperienza simile alla tua con Maktum: lui diventava pazzo a vivere tra le quattro mura di un appartamento e quindi dovevamo farlo uscire, non c'era altra scelta. Ci eravamo procurati una pettorina per cani di taglia molto piccola e, come dei babbei, lo portavamo ai giardinetti. Scrivo "come dei babbei" perché lui non si è mai abituato alla pettorina e quindi ci costringeva a strisciare sotto ai cespugli, a fare i 100 metri piani per stargli dietro quando si metteva a correre all'improvviso, ad aspettarlo pazientemente quando si arrampicava sugli alberi... Un paio di volte ha rischiato grosso, l'ultima ad opera di un boxer che stava per aggredirlo: ma con Maktum, come con la Pippi, non c'è scelta: il loro disagio a stare in casa è talmente grande che non si può far altro che assecondare questo loro istinto sperando che tutto vada bene (cioé che non finiscano in bocca ad un cane, sotto le ruote di una macchina, presi a calci da qualcuno, ecc...). Se il gatto di Nanaaah assomiglia anche lontanamente a loro, allora sono del parere che farlo uscire gioverebbe tantissimo al suo benessere psico-fisico.
Ma rimango dell'idea che la Pippi e Maktum siano delle eccezioni e che la maggiorparte dei gatti possano e debbano restare in casa, soprattutto se fuori di casa ci sono strade trafficate come quelle di una zona semicentrale di Torino (dove abito io), anziché prati verdi, giardini, ecc... E' una mia opinione e non pretendo che sia l'unica e nemmeno quella più giusta, però, se mi si chiede un consiglio, non posso che suggerire di tenerlo in casa, a meno che non sia uno di quei rari casi tipo la Pippi o il mio gatto di tanti anni fa.
Per il resto, la lettura di certi post di Aletto mi ha procurato un po' di perplessità e disagio, vuoi perché ho frainteso il tono e l'intenzione con cui sono stati scritti, vuoi perché nella mia ignoranza non riesco a seguirli, vuoi infine perché non credo che la conoscenza in generale dell'etologia felina sia decisiva nel dirimere una questione come quella che ha originato questo thread. Abbiamo tutti (fortunatamente) sensibilità diverse, forse la mia è eccessiva, ma il tono mi è parso a tratti professorale e con questo non sto giudicando la persona, né, men che meno, il suo amore per gli animali, sto semplicemente dando voce ad una mia impressione.
babaferu
11-04-2016, 10:31
la lettura di certi post di Aletto mi ha procurato un po' di perplessità e disagio, vuoi perché ho frainteso il tono e l'intenzione con cui sono stati scritti, vuoi perché nella mia ignoranza non riesco a seguirli, vuoi infine perché non credo che la conoscenza in generale dell'etologia felina sia decisiva nel dirimere una questione come quella che ha originato questo thread.
Saretta, per favore, rileggi la domanda iniziale, se non era di etologia felina quella....
Ciao a tutte!
Secondo voi, è giusto portare fuori il proprio micio (che solitamente sta in casa) fuori con pettorina e guinzaglio?
Vi spiego: io e il mio fidanzato abbiamo cominciato a portare Tappy a fare qualche giretto con il guinzaglio, vuoi nel giardino dei genitori di lui vuoi nel cortile di casa, perché l'idea di tenerlo sempre segregato in casa non ci piaceva per nulla (ma, purtroppo, in una città come Roma e vivendo noi in un appartamento non è possibile fare altrimenti...).
Ora il mio dubbio è: non è che così è peggio? Una mia collega mi ha sconsigliato di farlo, perché in questo modo il gatto ha un'idea di cosa lo aspetta fuori e vorrà sempre di più uscire, soffrendo di più lo stare in casa... All'inizio mi sembrava una cosa assurda, ma ora mi sto cominciando a domandare se non avesse ragione...
Voi che ne pensate? Qualcuna porta mai il proprio gattino a fare un giretto?
Grazieee
siamo noi, come dice Alepuffola, che abbiamo dato per scontato che l'utente non considerasse la questione-sicurezza, e solo pochi le hanno risposto IN TEMA (e la domanda è molto chiara, facendo uscire ogni tanto il gatto con la pettorina, poi soffrirà a stare chiuso?). poi va anche bene che uno metta in guardia sui rischi, però.... son pur sempre consigli non richiesti, per cui bisognerebbe avere le dovute cautele.... e forse non è un caso che l'utente che ha posto la domanda sia scomparsa e non abbia più replicato!
Quando uno sente di essere ignorante può fare 2 cose, fregarsene ed arroccarsi, o mettersi a studiare, che vuol dire spesso anche correre il rischio di mettere in discussione i propri modelli.
Aletto mi aiuta a migliorarmi e quindi spero proprio che colga, nonostante lo sgradevole atteggiamento con cui è stata trattata, che il suo contributo è preziosissimo.
Alessia, son convinta che anche con la tua Pippi in casa, molte sarebbero lì ad aspettare che se ne faccia una ragione.... molte, ma non SerenaF, che in teoria sostiene una cosa ma che in pratica con Maktum ne ha fatta un'altra, dimostrando sensibilità ed intelligenza.
un bacio grande, ba
AlessiaPippi
11-04-2016, 10:37
Aletto mi aiuta a migliorarmi e quindi spero proprio che colga, nonostante lo sgradevole atteggiamento con cui è stata trattata, che il suo contributo è preziosissimo.
Alessia, son convinta che anche con la tua Pippi in casa, molte sarebbero lì ad aspettare che se ne faccia una ragione.... molte, ma non SerenaF, che in teoria sostiene una cosa ma che in pratica con Maktum ne ha fatta un'altra, dimostrando sensibilità ed intelligenza.
un bacio grande, ba
Quoto Ba.
AlessiaPippi
11-04-2016, 10:44
non c'era altra scelta. Ci eravamo procurati una pettorina per cani di taglia molto piccola e, come dei babbei, lo portavamo ai giardinetti. Scrivo "come dei babbei" perché lui non si è mai abituato alla pettorina e quindi ci costringeva a strisciare sotto ai cespugli, a fare i 100 metri piani per stargli dietro quando si metteva a correre all'improvviso, ad aspettarlo pazientemente quando si arrampicava sugli alberi....
Come con la Pippi, uguale.... :)
Ho preso il guinzaglio allungabile di otto metri...così quando incomincia a correre dietro a qualche uccellino non rischio che mi stacchi subito una spalla ma riesco a rendermene conto e a starle dietro nella corsa....
La gente che passa mi guarda male, come se fossi pazza.
No non sono pazza.
Sono egoista forse.
sto cercando la via di mezzo, farla uscire, ma quando dico io ?
Anche questo mi fa sentire in colpa.
Però almeno ci provo.
La domanda iniziale era in effetti di etologia, cioé di tipo generale ("Il gatto- qualunque gatto-, una volta che lo si è fatto uscire, soffre poi a rimanere chiuso in casa?"); quello che non può essere valido in generale è, secondo me, la risposta: quello che può essere vero per Pippi e Maktum, può non esserlo per altri gatti (di certo non lo era per Sophie).
E comunque credete che ho fatto di tutto, prima di rassegnarmi, per far cambiare idea a Maktum perché non mi piaceva nemmeno un po' l'idea di saperlo in mezzo ai pericoli (i cani, le macchine, se per caso si metteva a correre e si catapultava in strada strappandoci il guinzaglio dalle mani, cosa che è successa diverse volte). Insomma, più che sensibilità e intelligenza (e ringrazio Babaferu per queste parole lusinghiere), è stato un prendere atto a malincuore di un istinto insopprimibile.
Toporagno
11-04-2016, 10:56
Noto (se non sbaglio) che l'ultimo post di Nanaaah, che aveva fatto domanda precisa, risale alla prima pagina, poi non è più intervenuta.
Nanaaah, vorrei chiederti se dopo questo proliferare di risposte, in topic, off topic, chi lo sa topic, siamo un attimo riusciti a chiarirti le idee, o sei ancora più confdusa di prima :)
Noto (se non sbaglio) che l'ultimo post di Nanaaah, che aveva fatto domanda precisa, risale alla prima pagina, poi non è più intervenuta.
Nanaaah, vorrei chiederti se dopo questo proliferare di risposte, in topic, off topic, chi lo sa topic, siamo un attimo riusciti a chiarirti le idee, o sei ancora più confdusa di prima :)
Se l'è moccata... ;)
gattinonero
11-04-2016, 11:00
Ma quando non te lo chiedono sarebbe meglio evitare..... questo risponderei a Nanaaah. Insomma i pericoli sono tanti e i gatti sono veramente dei maestri a cercarne anche dove non ci sono... e dopo, i dolori sono tanti e di certo non glieli puoi spiegare.... A questo proposito rammento che tutte le associazioni che gestiscono gattili e rifugi sono molto restie ad affidare gatti a persone che hanno giardini, terrazzi, e possibilità di uscite di vario tipo.. anzi alcune vengono a vedere la tua casa e non teli danno proprio....
AlessiaPippi
11-04-2016, 11:01
La mia invece è stata una scelta.
Forse perché ho avuto un cane per vent'anni, per cui l'idea di far vivere una vita intera ad un animale dentro un appartamento mi risulta difficile da comprendere.
Ho dovuto lottare contro le sue paure....e.... fatalità, Aletto mi è stata di GRANDISSIMO aiuto, quasi di più della comportamentalista, nel mettere in atto piccoli trucchetti che aiutassero la mia Pippi a non avere paura del guinzaglio, della pettorina, delle scale.
Risultato ?
Lei ora piange davanti la porta, adora scendere in giardino.
E io cerco di mediare, e pure un po' mi sacrifico (non che mi senta vittima, è stata una mia scelta e ne accetto le conseguenze).
E' estenuante quando piange davanti la porta ? Sì.
E' meraviglioso vederla saltare sugli alberi, correre dietro aglu uccellini, cacciare lucertole ed esprimersi nella sua vera natura ? Assolutamente altrettanto sì.
Mi viene in mente chi dice che il cane è più impegnativo rispetto al gatto perché lo devi portare giù a fare i bisogni.
Io che adesso li ho "sperimentati" entrambi non ho dubbi su chi delle due, tra Jolie e la Pippi, sia la più impegnativa.
Per cui la risposta alla domanda iniziale per mia esperienza personale è SI, poi un pochino soffre.
Ma domandati anche : "a non uscire mai di casa, soffre ?".
E sii sincera nella risposta che ti darai.
Toporagno
11-04-2016, 11:06
Se l'è moccata... ;)
Ehm...tradotto in italiano corrente:eek:?
Ehm...tradotto in italiano corrente:eek:?
Se ne è andata! E' friulano, non credo arrivi fino a Verona! :kisses:
AlessiaPippi
11-04-2016, 11:18
Se ne è andata! E' friulano, non credo arrivi fino a Verona! :kisses:
Per dire come a volte, se non si capisce qualcosa, basta chiedere.
Invece di dare ad una persona della saccente.
E con questo chiudo pure io.
Ehm...tradotto in italiano corrente:eek:?
Menomale che non sono la sola a non aver capito: stavo per andare a cercare su Google :eek::confused::389:
Menomale che non sono la sola a non aver capito: stavo per andare a cercare su Google :eek::confused::389:
C'è! Sarei curiosa anche io di sapere come va a Nanaaah! :o
Per dire come a volte, se non si capisce qualcosa, basta chiedere.
Invece di dare ad una persona della saccente.
E con questo chiudo pure io.
Sì, ma è anche dovere di chi scrive cercare di venire incontro alla capacità di comprensione di chi si presume non conosca il gergo tecnico della materia, perché se io mi metto a parlare in filosofese, un altro in ingegnerese e il terzo ancora in informatichese si arriva all'incomunicabilità totale (proprio come se uno parlasse in siciliano, l'altro in marchigiano e il terzo in veneto). E questo era detto in generale. Comunque finiamola qui, chiedo scusa a chi si è sentito offeso dalle mie parole e spero che Nanaaah abbia tratto qualche spunto di riflessione dalle nostre disquisizioni (anche se inquinate da qualche baruffa).
Bacioni a tutti! :kisses::p:D
Sì, ma è anche dovere di chi scrive cercare di venire incontro alla capacità di comprensione di chi si presume non conosca il gergo tecnico della materia, perché se io mi metto a parlare in filosofese, un altro in ingegnerese e il terzo ancora in informatichese si arriva all'incomunicabilità totale (proprio come se uno parlasse in siciliano, l'altro in marchigiano e il terzo in veneto). E questo era detto in generale. Comunque finiamola qui, chiedo scusa a chi si è sentito offeso dalle mie parole e spero che Nanaaah abbia tratto qualche spunto di riflessione dalle nostre disquisizioni (anche se inquinate da qualche baruffa).
Tranquilla Serena sono io che ho dato ad Aletto della saccente e le critiche penso fossero rivolte a me! Ma non importa.... Continuerò a leggere e a commentare i threads delle persone che stimo e che mi apprezzano e ad aiutare chi ha bisogno, anche solo con un supporto morale, ma sterili polemiche non ne farò più, sinceramente non mi va proprio e non è questo lo scopo del forum.
Sinceramente a me in un forum piace leggere consigli, pareri, esperienze di tutti, ma devono essere scritti in maniera comprensibile, non devo starci un'ora sopra per capire che cosa vuole dire un'utente e se ogni volta devo chiedere cosa significa sinceramente lascio perdere...
E' come se i miei interventi d'ora in poi li facessi in francese, spagnolo e inglese, quanti avrebbero voglia di chiedere spiegazioni e quanti deciderebbero di lasciar perdere la lettura (logicamente escludo quelli che parlano perfettamente queste lingue)??
See you :micimiao62:
AlessiaPippi
11-04-2016, 11:45
Mia mamma mi ha sempre ripetuto una cosa, fin da quando ero piccola.
Mi ha sempre detto
"c'è modo e modo di dire le cose, tu fallo sempre con garbo ed educazione".
Questo intendevo dire.
Sarà perché sono veramente dispiaciuta per Aletto, ma non riesco a smettere di mettere i puntini sulle "i".
Mia mamma mi ha sempre ripetuto una cosa, fin da quando ero piccola.
Mi ha sempre detto
"c'è modo e modo di dire le cose, tu fallo sempre con garbo ed educazione".
Questo intendevo dire.
Sarà perché sono veramente dispiaciuta per Aletto, ma non riesco a smettere di mettere i puntini sulle "i".
E' una questione di sensibilità (non nel senso di tatto, ma di percezione immediata), Alessia: condivido quello che scrivi, ma, di pancia, la penso come Franca.
E si badi bene: io non voglio dire che Aletto, come persona, sia saccente, né sminuire o negare l'amore che ha per gli animali (di fatto nemmeno Franca l'ha fatto. Le sue parole sono state: "quello che mi dà fastidio di te è che esponi le tue idee/opinioni/cose lette con troppa presunzione", non ha detto che "tu sei presuntuosa e saccente". Una cosa è il modo d'essere di una persona, un altro è come appare ad alcuni altri e in questo spazio si può situare il fraintendimento e l'incomprensione). Quello che voglio dire è che anche a me alcuni suoi interventi sembrano scritti in modo eccessivamente dotto, per cui una profana come me fatica a capirli. Sarà senz'altro un problema mio, ma un po' di amaro in bocca, prima che la riflessione cominci ad attivarsi e a farmi vedere le cose in maniera più ampia, me lo lascia.
Sicuramente anch'io avrò un modo di scrivere che dà fastidio a un sacco di persone; per favore ditemelo. Non so se riuscirò ad emendarmi, ma per lo meno ci provo. ;)
Di nuovo bacioni e buon appetito! ;)
babaferu
11-04-2016, 12:18
E' una questione di sensibilità (non nel senso di tatto, ma di percezione immediata), Alessia: condivido quello che scrivi, ma, di pancia, la penso come Franca.
io no, stavolta proprio per niente, anche se spesso la leggo con piacere ed interesse e spesso ci quotiamo a vicenda (e se scrivesse in una lingua straniera farei lo sforzo di provare a capirla.... ).
Ma se continuiamo a far parlar la pancia vi rendete conto che andiamo poco lontano?
un bacio, ba
AlessiaPippi
11-04-2016, 12:32
ah io c'ho la pancia in ebollizione oggi giuro...
A me è proprio quel "sai cosa mi da fastidio di te" che disturba
E tante altre cose mi hanno disturbato, ma ho sempre respirato a fondo per quieto vivere.
Così si tira la corda però.
Ci eravamo procurati una pettorina per cani di taglia molto piccola e, come dei babbei, lo portavamo ai giardinetti.
Solo per curiosità, perché una pettorina per cani molto piccoli e non una per gatti? :)
Toporagno
11-04-2016, 12:48
Perdonate ma.... il thread nasceva da una domanda specifica di un'utente; dopo quattro pagine, l'utente in questione non sembra più rispondere o essersi interessata a questo thread (a ragione o a torto, ognuno avrà la sua opinione). Qui però si continua ad uscire dal seminato, e postare la discussione sul modo di esprimersi degli utenti. Cosa che esula totalmente da cio che ha chiesto l'utente. Con rischi flame ogni due per tre.
Personalmente, spero che la discussione (se proseguitrà) torni esclusivamente (e ripeto, esclusivamente) su quanto chiesto dall'utentessa, o comunque attinente. Chiedo troppo, a vostro avviso?
Altrimenti, se volete generare flame, possiamo prendere un moderatore a caso (Alepuffolaaaaa) e prendercela con lui perché... boh, non so, qualcosa la troviamo dai :D
Solo per curiosità, perché una pettorina per cani molto piccoli e non una per gatti? :)
Perché Maktum era (purtroppo non c'è più :cry: ) classe 1990 e all'epoca non credo che esistessero pettorine per gatti (la tipa del pet shop mi aveva guardato un po' perplessa di fronte alla mia richiesta). Di sicuro gli unici che portavano a spasso il gatto nel circondario eravamo noi.
@ Toporagno: hai ragione. Ci siamo fatti prendere la mano! Grazie per avermi richiamata sennò chissà quanto sarei andata aventi :(
Topo ha ragione cosi facendo non abbiamo aiutato molto Nanaaah con il suo dubbio.
@AlessiaPippi io dico sempre cioˆche penso, ma non lo dico in maniera cattiva o maleducata . Preferisco essere cosi che poi parlare alle spalle. Poi per me la cosa finisce li, ci sono stati pareri di Aletto che ho quotato perché era lo stesso mio punto di vista..
Comunque per tornare in topic ecco la mia esperienza: Milou usciva da sola e HA CONTRATTO LA FIV. Poi usciva con la pettorina ed andava in terrazza non in sicurezza al settimo piano. Da me non puo' fare nulla di cio' ma non ne risente. Corse sono fortunata io...
Quando portavo fuori Shasa con pettorina e guinzaglio giravamo esclusivamente nei campi intorno a casa. Allora stavo proprio in aperta campagna, il centro abitato era a 2 km, quindi non c'erano problemi di rumori improvvisi o che finisse sotto un auto liberandosi.
Il problema dei gatti liberi di quella zona erano semmai le volpi.
In un centro abitato con auto ecc. non l'avrei mai portato, sono troppo ansiosa.
scusate piccolo ot pero' se la cosa disturba sopratutto e vedo a tanti perche' non avete mai chiesto ad Aletto di scrivere o cercare perlomeno di scrivere piu'chiaro, di spiegare i suoi concetti in maniera diversa ,io penso che si sarebbe offesa,anzi e' una stima di affetto farle capire che ha un po modo di scrivere troppo scentifico.
A volte manca quel passo in piu' che evita queste cose,se vedete che che un'utente non vi va va troppo in genio penso che dire le cose sia meglio che far esplodere la bomba dopo.:D
Brioche:)
11-04-2016, 14:12
...Sicuramente anch'io avrò un modo di scrivere che dà fastidio a un sacco di persone; per favore ditemelo. ...
A me piace molto il tuo modo di scrivere...gradirei che tu non ti emendassi!:D:D:D
violapensiero
11-04-2016, 14:22
Ma se continuiamo a far parlar la pancia vi rendete conto che andiamo poco lontano?
un bacio, ba
A me è proprio quel "sai cosa mi da fastidio di te" che disturba
E tante altre cose mi hanno disturbato, ma ho sempre respirato a fondo per quieto vivere.
Così si tira la corda però.
Non posso, da moderatrice, che quotare.
Ognuno ha il suo modo di esprimersi, quante volte sul forum, ho spiegato gli esiti degli esami del sangue o delle ecografie?
Io stessa a volte uso modi di dire scientifici, che oggi, rispetto a tanti anni fa, grazie o purtroppo, a tante trasmissioni televisive, sono diventati quasi familiari, oggi nessuno si spaventa per la parola emocromo o ematocrito, anche se non sa cosa significa in modo esatto.
Aletto la conosco, è una persona squisita, come Ivo, come tanti qui, che ho il piacere di conoscere dal vivo, grazie al telefono(sono curiosa di conoscere persone speciali, e qui ce ne sono tante), se qualcosa non si capisce o è poco chiara le alternative sono due: si legge qualcosa a riguardo come ha fatto la sottoscritta, oppure si domanda, senza nessun problema.
Mi dispiace tanto che l'autrice del post non si sia più fatta leggere.
Per tornare al topic, per me l'uso del guinzaglio è stato fallimentare, una micia faceva letteralmente la pazza, l'altra si immobilizzava dal terrore, quindi l'ho preso e buttato.
Certo quando vedo tanti maine coon che lo portano con nonchalance mi viene un poco di desiderio...del maine coon, però, non del guinzaglio....:rolleyes::rolleyes::rolleyes:
I miei Coon non ne vogliono sapere della pettorina, se la strappano in modo furioso, sembrano indemoniate......:confused:
AlessiaPippi
11-04-2016, 16:50
Topo ha ragione cosi facendo non abbiamo aiutato molto Nanaaah con il suo dubbio.
@AlessiaPippi io dico sempre cioˆche penso, ma non lo dico in maniera cattiva o maleducata . Preferisco essere cosi che poi parlare alle spalle. Poi per me la cosa finisce li, ci sono stati pareri di Aletto che ho quotato perché era lo stesso mio punto di vista..
Comunque per tornare in topic ecco la mia esperienza: Milou usciva da sola e HA CONTRATTO LA FIV. Poi usciva con la pettorina ed andava in terrazza non in sicurezza al settimo piano. Da me non puo' fare nulla di cio' ma non ne risente. Corse sono fortunata io...
Poi chiudo, promesso. Non è una questione di condivisione di pareri o meno.
Ad aletto hai detto che si atteggia ad esperta etologa usando paroloni (parole tue), per poi precisarle in un post successivo cosa "ti da fastidio di lei".
Io non lo trovo ne garbato ne educato.
Punto.
Poi chiudo, promesso. Non è una questione di condivisione di pareri o meno.
Ad aletto hai detto che si atteggia ad esperta etologa usando paroloni (parole tue), per poi precisarle in un post successivo cosa "ti da fastidio di lei".
Io non lo trovo ne garbato ne educato.
Punto.
Non commento neppure. Punto.
AlessiaPippi
11-04-2016, 16:59
Quando invece le dovresti delle scuse.
ragazze basta chiaritevi in pvt rimaniamo sul tema grazie.
ragazze basta chiaritevi in pvt rimaniamo sul tema grazie.
Quoto! E stavo per scriverlo anch'io, arrogandomi un ruolo (quello di moderatore) che non mi compete. Siamo drammaticamente vicini ad un flame che danneggerebbe l'intero forum, privando noi tutti di contributi preziosi e impegnandoci in una diatriba assai futile che purtroppo anch'io ho contribuito ad alimentare.
Credo che abbiamo chiarito e sviscerato fino alla nausea le rispettive impressioni e sensibilità; a questo punto penso che la cosa migliore sia che Franca, Aletto (e Alessia, se si è sentita offesa) si chiariscano in privato dicendosi quello che hanno da dirsi e facendo pace, perché se anche una sola si allontana dal forum, ci perdiamo tutti.
Questo è un bellissimo forum fatto da persone intelligenti e colte; ognuno ha il suo modo di vedere, le sue idiosincrasie, ogni tanto ci scappa qualche incomprensione e qualche litigio, com'è giusto che sia, ma credo che non faremmo onore a noi stessi se ci impuntassimo.
E scusate per lo sconfinamento: "esco" le mani così il moderatore/admin di turno mi può bacchettare e rimettere al mio posto. :disapprove::o
Io ho detto in maniera normale quello che pensavo. Non devo scuse a nessuno se non all'utente a cui abbiamo inquinato il thread ma non sono l'unica!!
In ogni caso cara AlessiaPippi reputo che Aletto possa difendersi da sola senza bisogno del tuo aiuto!!
Avevo giaˋ deciso di non andare piuˋOT in questa discussione ma non posso non ribattere a chi continua a criticarmi!!
Con questo chiudo veramente... Ciao ciao
AlessiaPippi
11-04-2016, 20:16
Guarda franca, io non sono l'avvocato di nessuno.
Stavo solo cercando di farti capire che hai superato quello che secondo me è il limite della buona educazione e del rispetto reciproco.
Però evidentemente è' un limite soltanto mio, tu ne hai uno diverso visto che sei convinta di aver detto cose normali in modo normale.
Ciao anche a te.
Ciao a tutti.
Anch'io ultimo intervento poi non aprirò più la discussione se no mi viene voglia di scrivere, è umano.
Il tema su quali siano i limiti della buona educazione e del rispetto viene fuori in qualsiasi forum perché ognuno ha la sua sensibilità al riguardo. Per quanto riguarda me il mio limite sono gli insulti, per il resto accetto critiche anche forti.
Dal mio punto di vista quindi in questa discussione nessuno ha mancato di rispetto, era solo quello che si dice "una discussione accesa".
I veri flame direi siano ben altri.
Secondo me che un utente se ne vada è sempre una perdita e mi dispiace molto, soprattutto in un forum di reciproco aiuto come questo, chiarirsi in privato e al limite decidere di ignorarsi sarebbe una cosa saggia (per me, ripeto).
Lo sbaglio è quello che dice rosa e che forse facciamo un po' tutti, magari sorvoliamo per un bel po' su una cosa di un utente che ci irrita, appunto per buona educazione, poi magari salta fuori un argomento che ci tocca e si va un pochino oltre.
Aletto in effetti scrive in modo "difficile", non penso perché sia saccente, non al conosco e non lo posso dire, ma perché le viene naturale usare termini che ormai le sono familiari mente ad altri non lo sono per niente.
Ad esempio sul well being e sul welfare ci sono arrivata per intuizione :), io hi un diploma di ragioneria e nessuna familiarità con la filosofia. Però leggo sempre perché credo si impari sempre qualcosa, se non capisco magari googlo.
Buon proseguimento.
Damoncat
12-04-2016, 07:21
Io sono molto dispiaciuta se Aletto si cancella dal forum...mi piaceva molto leggere i suoi interventi comunque fossero scritti
Non la conosco ma, leggendola, non mi dà l'idea di una persona saccente ma solo di qualcuno che cerca di mettere le sue conoscenze a disposizione degli altri
Peccato...è sempre bello il confronto...anche se usiamo linguaggi diversi:confused:
Perdonate ma.... il thread nasceva da una domanda specifica di un'utente; dopo quattro pagine, l'utente in questione non sembra più rispondere o essersi interessata a questo thread (a ragione o a torto, ognuno avrà la sua opinione). Qui però si continua ad uscire dal seminato, e postare la discussione sul modo di esprimersi degli utenti. Cosa che esula totalmente da cio che ha chiesto l'utente. Con rischi flame ogni due per tre.
Personalmente, spero che la discussione (se proseguitrà) torni esclusivamente (e ripeto, esclusivamente) su quanto chiesto dall'utentessa, o comunque attinente. Chiedo troppo, a vostro avviso?
Altrimenti, se volete generare flame, possiamo prendere un moderatore a caso (Alepuffolaaaaa) e prendercela con lui perché... boh, non so, qualcosa la troviamo dai :D
Nono, l'utente in questione legge tutto e si dispiace di aver generato una lite.
Ammetto che volevo partecipare alla discussione inizialmente, anche perchè stavano nascendo spunti interessanti, ma ora ovviamente è meglio evitare...!
Vi ringrazio però per i consigli iniziali, anche se ammetto che ancora non ho ben capito cosa sia meglio fare :( per il momento non lo abbiamo portato nuovamente fuori, però (con una nuova pettorina, quella attuale è totalmente inaffidabile) mi piacerebbe farlo, proprio per il discorso che in casa mi sembra denaturalizzato (ma non voglio creare ulteriori polemiche con questa frase!)..
Oggi ne parlo anche con la vet!
Grazie a tutti ancora :)
Toporagno
12-04-2016, 08:55
Ringrazio Nanaaah per essere tornata a postare. Spero, con il suo post, che si torni a parlare del suo tema, della sua richiesta, e delle proprie esperienze al riguardo. E basta.
Nanaaah, io non posso portare i gatti fuori con la pettorina (ne ho cinque... sai che casino? :D ), ma leggendo un pò le esperienze di chi ha postato prima, le problematiche che noto sono:
1) esiste un'area sicura dove portare a spasso il gatto? Se c'é solo un giardino frequentato ogni momento da miriade di cani, per esempio, diventa difficile :)
2) la pettorina deve essere scelta con molta attenzione, e va sempre tenuta sotto controllo, per prevenire qualuneu remota possibilità che si slacci ed il micio fugga
3) si tratta comunque di un impegno che una volta preso, non si pèuò randomizzare: se si decide di portare il micio fuori, e questo apprezza le uscite, non si può portarlo una volta si, una volta no, etc. Servirà costanza, nelle uscite
4) Preparatevi, almeno per i primi tempi, a probabili lamentele del micio, che miagolerà a tutte le ore per poter uscire; anche da questo punto di vista, sarà importante, a mio avviso, mantenere una certa costanza, anche come orari
5) Non mi sembra sia stato accennato, ma: mi raccomando le vaccinazioni, compresa quella con la FELV. In casa si è sicuri, ma fuori, per quanto si possa stare all'occhio, può capitare che un altro gatto tenti di attaccare bottone (non necessariamente zuffa), e non c'é garanzia che quel gatto sia sano.
6) Non potrai mai essere sicura al 100%, quando il micio è fuori con te; puoi ridurre i pericoli il più possibile, ma un rischio anche minimo ci sarà sempre, ben di più ovviamente di quando stai in casa. Questo dovrai sempre ricordartelo.
Popi, non tutti i gatti apprezzano le uscite (Cofano, che è il più fifone di casa, credo sclererebbe in mezzo a tutti quei suoni strani, a quei rumori strani, sarebbe più spaventato che altro), ma tu conosci il tuo felino, quindi sai se può apprezzare o meno. E, dopo aver letto anche le altre esperienze riportate qui sopra, tutte quante (quelle positive, quelle negative) qualunque decisione prenderai (se ponderata) sappiamo che sarà per il bene del tuo micio comunque. Anche se non sarà condivisa da tutti :)
gattinonero
12-04-2016, 11:53
Il riassunto di Toporagno mi sembra perfetto! e deriva da tutte le esperienze di tutti, più o meno belle... in effetti la maggior parte di noi è preoccupato di cosa potrebbe succedere nel far uscire un gatto.. che notoriamente è un animale più sicuro in casa... e questo concetto ci ha portato tutti quanti ad essere molto accesi nella discussione. Inoltre nella maggior parte dei casi il gatto non chiede di uscire e allora perché innescare un processo che potrebbe portare a dei guai? Diversamente, e questo potrebbe essere l'esperienza di altri, se il gatto proprio chiede con insistenza e con grandi lamentele di uscire allora potrebbe nascere il problema ... ma altrimenti non credo che uscire potrebbe rappresentare una buona cosa per la sua salute.. Certo avere un bel pezzetto di giardino in totale sicurezza sarebbe l'ideale.... ma chi può avere questo? In quest'ultimo caso (cito questo questa cosa solo per aggiungere un ulteriore problema che però che non avranno tutti..) anche nella più totale sicurezza alcuni gatti sarebbero a comunque a rischio: quelli bianchi..... io ne ho una (ex randagia, già con le orecchie scottate, non ha neanche un anno...).
Il riassunto di Toporagno mi sembra perfetto! e deriva da tutte le esperienze di tutti, più o meno belle... in effetti la maggior parte di noi è preoccupato di cosa potrebbe succedere nel far uscire un gatto.. che notoriamente è un animale più sicuro in casa... e questo concetto ci ha portato tutti quanti ad essere molto accesi nella discussione. Inoltre nella maggior parte dei casi il gatto non chiede di uscire e allora perché innescare un processo che potrebbe portare a dei guai? Diversamente, e questo potrebbe essere l'esperienza di altri, se il gatto proprio chiede con insistenza e con grandi lamentele di uscire allora potrebbe nascere il problema ... ma altrimenti non credo che uscire potrebbe rappresentare una buona cosa per la sua salute.. Certo avere un bel pezzetto di giardino in totale sicurezza sarebbe l'ideale.... ma chi può avere questo? In quest'ultimo caso (cito questo questa cosa solo per aggiungere un ulteriore problema che però che non avranno tutti..) anche nella più totale sicurezza alcuni gatti sarebbero a comunque a rischio: quelli bianchi..... io ne ho una (ex randagia, già con le orecchie scottate, non ha neanche un anno...).
Sono d'accordo: quella di Toporagno è un'ottima sintesi di tutti i dubbi che è legittimo e doveroso porsi prima di prendere la decisione di far uscire il gatto (e che credo che Nanaaah abbia già passato in rassegna).
Oltre all'esposizione al sole nel caso di gatti bianchi, mi viene in mente che, per quanto remoto, c'è anche il rischio di un avvelenamento/intossicazione per aver mangiato qualche pianta velenosa per il gatto. In giro ci sono vari elenchi delle principali piante d'appartamento che costituiscono un pericolo per i nostri mici, se ingerite, ma forse in un giardino ci sono anche delle varietà spontanee che non sono di particolare pregio (e quindi nessuno penserebbe di coltivarle in vaso sul balcone), ma che possono dare degli effetti collaterali nel caso in cui vengano consumate (dal più banale, la diarrea o il vomito, fino a sintomi decisamente più seri). Certo questo è un problema che riguarda soprattutto i gatti lasciati liberi di gironzolare in un giardino recintato (com'è il mio in campagna, anche se non mi illudo che la recinzione che lo circonda possa rappresentare un deterrente per Edhel e Chiquy, se volessero evadere), più che quelli condotti a guinzaglio perché in tal caso l'umano vigila e quindi interviene se si mettono a brucare qualche pianta.
Il riassunto di Toporagno mi sembra perfetto! e deriva da tutte le esperienze di tutti, più o meno belle... in effetti la maggior parte di noi è preoccupato di cosa potrebbe succedere nel far uscire un gatto.. che notoriamente è un animale più sicuro in casa... e questo concetto ci ha portato tutti quanti ad essere molto accesi nella discussione. Inoltre nella maggior parte dei casi il gatto non chiede di uscire e allora perché innescare un processo che potrebbe portare a dei guai? Diversamente, e questo potrebbe essere l'esperienza di altri, se il gatto proprio chiede con insistenza e con grandi lamentele di uscire allora potrebbe nascere il problema ... ma altrimenti non credo che uscire potrebbe rappresentare una buona cosa per la sua salute.. Certo avere un bel pezzetto di giardino in totale sicurezza sarebbe l'ideale.... ma chi può avere questo? In quest'ultimo caso (cito questo questa cosa solo per aggiungere un ulteriore problema che però che non avranno tutti..) anche nella più totale sicurezza alcuni gatti sarebbero a comunque a rischio: quelli bianchi..... io ne ho una (ex randagia, già con le orecchie scottate, non ha neanche un anno...).
Ecco, ora mi mangiate: il mio micio è proprio bianco.
Quando l'abbiamo fatto uscire, siamo stati attenti a farlo o verso sera o facendolo stare in una parte di giardino all'ombra (con tanto di crema solare su orecchie, zona più rosina sopra gli occhi e nasino)...
Questo dovrebbe disincentivarmi ancora di più, lo so, perchè le attenzioni da metterci si triplicano (anche se va tenuto presente che lo portiamo sempre in giro o nel cortile del mio palazzo, dove non girano altri gatti, o nel giardino dei genitori del mio ragazzo, che è privato)... Ma proprio non riesco a darmi pace a quel suo musino triste e a quei miagolii di noia frequentissimi :(
Per carità, non metterei mai a rischio la sua salute: si esce solo all'ombra, in un'area super al sicuro e con pettorina ben allacciata.
Vorrei solo fargli fare una vita il meno infelice possibile, date le circostanze (ossia l'impossibilità di uscire data la città e il pelo bianco)... :(
A breve vi mando una sua foto nel giardino dei genitori del mio fidanzato, per farvi capire cosa provo quando lo vedo fuori...!
babaferu
12-04-2016, 12:41
Ma a un gatto bianco si può tranquillamente mettere la crema! Poi non penso che sia quella mezz'oretta di uscita che provoca ustioni, ma meglio prevenire. Soprattutto proteggilo anche se prende il sole in veranda.
Un bacio ba
Ma guarda che a un gatto bianco si può tranquillamente mettere la crema! Poi non penso che sia quella mezz'oretta di uscita che provoca ustioni, ma meglio prevenire. Soprattutto proteggilo anche se prende il sole in veranda.
Un bacio ba
Sìsì, comprata e messa infatti! Però diciamo che se può stare all'ombra è meglio :P
babaferu
12-04-2016, 12:44
Sìsì, comprata e messa infatti! Però diciamo che se può stare all'ombra è meglio :P
....scusami ho letto dopo.
Beh un po' di sole male non gli fa se e' ben protetto, anzi gli fa bene, come a tutti.... Perché stimola la vit d.
Un bacio ba
Toporagno
12-04-2016, 12:56
Ecco, ora mi mangiate: il mio micio è proprio bianco.
Quando l'abbiamo fatto uscire, siamo stati attenti a farlo o verso sera o facendolo stare in una parte di giardino all'ombra (con tanto di crema solare su orecchie, zona più rosina sopra gli occhi e nasino)...
Questo dovrebbe disincentivarmi ancora di più, lo so, perchè le attenzioni da metterci si triplicano (anche se va tenuto presente che lo portiamo sempre in giro o nel cortile del mio palazzo, dove non girano altri gatti, o nel giardino dei genitori del mio ragazzo, che è privato)... Ma proprio non riesco a darmi pace a quel suo musino triste e a quei miagolii di noia frequentissimi :(
No, non dovrebbe disincentivarti; soltanto, deve essere una attenzione in più da avere (evitare le uscite a mezzogiorno quando il sole è a picco, stile deserto, ad esempio) :)
Poi, attenzione, parlane col veterinario, ma credo che un'esposizione "bassa" (un'oretta al giorno) in ore in cui il sole non picchia, non aumenta i rischi di un micio bianco. DIfferente, se fosse al sole 24ore su 24.....
violapensiero
12-04-2016, 13:37
Se il giardino è privato e recintato, e tu sei sempre vicino, basta uscire dopo le 17 oppure prima delle 11 al mattino. E con la crema solare ogni pericolo è scongiurato. Mi raccomando a fissare bene la pettorina, fai anche la prova a sollevare il micio col guinzaglio, se non esce, sta messa bene.
Boh, non vorrei sbagliarmi, ma nella mia personalissima scala dei pericoli il rischio di un possibile carcinoma alle orecchie, purché si prendano le precauzioni del caso e si controlli il gatto regolarmente, sta molto più in basso del pericolo di fuga dato che, quando sono spaventati, i gatti riescono a sgusciare anche dai pertugi più stretti e a sfilarsi le pettorine meglio allacciate. Quindi almeno per quello, io starei relativamente tranquilla. :)
Ritpetit
12-04-2016, 13:46
Il riassunto di Toporagno mi sembra perfetto! e deriva da tutte le esperienze di tutti, più o meno belle... in effetti la maggior parte di noi è preoccupato di cosa potrebbe succedere nel far uscire un gatto.. .
Ci voleva un TOPO per riportare sui binari giusti una discussione sui GATTI:)
Sì, Toporagno ha fatto proprio un bel riassunto.
Ciao a tutte!
Secondo voi, è giusto portare fuori il proprio micio (che solitamente sta in casa) fuori con pettorina e guinzaglio?
Rientro in topic anche io, che forse per primo ho "sbarellato".
Credo che ora tu possa in parte avere le idee anche più confuse, ma anche la possibilità di valutare le esperienze (più o meno negative) e le opinioni (pro o contro) di tutti quelli che hanno partecipato, e questo mi fa sperare che, fermo restando che la decisione dovrà giustamente essere tua, tu possa almeno avere più elementi per valutare serenamente il rapporto rischi/benefici della tua scelta.
Personalmente credo sia una scelta che presenta due valutazioni molto importanti da fare, che sei la più adatta a determinare perché conosci il carattere del tuo gatto e l'ambiente in cui andrai ad interagire:
1) Valuta bene il "rischio" di avere poi un gatto/cane.
Il gatto è abitudinario, e se oggi pensi soffra a stare in casa, se lo abitui a uscire poi è facile che lui lo richieda/ne senta il bisogno con molta costanza: adesso che vengono le belle giornate, ma anche a gennaio quando pioverà/farà freddo/nevicherà; oggi che puoi/ne hai voglia, ma anche domani che non potrai/non ne avrai voglia/avrai l'influenza.
Se oggi mugugna per uscire, se ci si abitua ti scartavetrerà i marroni se glielo negherai per qualche ragione (ad esempio: vai in ferie? lo lasci ad un familiare? lui avrà voglia o tempo di portarlo anche in giro?)
Privarlo quando ci si sarà abituato -personalmente- lo troverei ancora più crudele che negarglielo oggi
2)Il grado di sicurezza del/dei posti dove porterai il gatto: se sono chiusi (ma chiusi per un gatto, non per noi) questo problema non sussiste, se così non è NON ESCLUDERE che un imprevisto qualsiasi possa farti scappare il gatto, e quindi fai di tutto per ridurre al minimo questi rischi (mentre cercavo il mio Pedro ho visto scappare un cane -prontamente recuperato- perché il padrone è scivolato, caduto e ha mollato il guinzaglio)
Ad esempio (come avrai letto successe con la gatta di mia sorella) considera il tuo gatto non come un felino ma come Huodinì: visto che non vorrai arrivare a strozzare il micio, sappi che per quanto stringi una pettorina, in condizioni di forte stress o paura potrebbe liberarsene comunque.
1) Valuta bene il "rischio" di avere poi un gatto/cane.
Il gatto è abitudinario, e se oggi pensi soffra a stare in casa, se lo abitui a uscire poi è facile che lui lo richieda/ne senta il bisogno con molta costanza: adesso che vengono le belle giornate, ma anche a gennaio quando pioverà/farà freddo/nevicherà; oggi che puoi/ne hai voglia, ma anche domani che non potrai/non ne avrai voglia/avrai l'influenza.
Se oggi mugugna per uscire, se ci si abitua ti scartavetrerà i marroni se glielo negherai per qualche ragione (ad esempio: vai in ferie? lo lasci ad un familiare? lui avrà voglia o tempo di portarlo anche in giro?)
Privarlo quando ci si sarà abituato -personalmente- lo troverei ancora più crudele che negarglielo oggi
Questa riflessione era venuta anche a me... Raggiungereste questi posti in macchina?
Perchè spesso i cani escono e quando capiscono che piove/è troppo freddo/troppo caldo, concludono quello che devono fare in un paio di giri dell'isolato...
Perchè spesso i cani escono e quando capiscono che piove/è troppo freddo/troppo caldo, concludono quello che devono fare in un paio di giri dell'isolato...
Ma lo fanno anche i gatti? Scusate, non è che voglia fare l'avvocato del diavolo ponendo domande imbecilli; è che in campagna Chiquita sta fuori anche con la pioggia battente (non quando scendono giù le cateratte dal cielo, ma diciamo anche se piove deciso), mentre io sulla porta di casa mi sgolo a chiamarla per farla entrare... Poi magari anche lei è un caso estremo (per la serie: tutti a me devono capitare 'sti gatti strani :shy: )
Ma lo fanno anche i gatti? Scusate, non è che voglia fare l'avvocato del diavolo ponendo domande imbecilli; è che in campagna Chiquita sta fuori anche con la pioggia battente (non quando scendono giù le cateratte dal cielo, ma diciamo anche se piove deciso), mentre io sulla porta di casa mi sgolo a chiamarla per farla entrare... Poi magari anche lei è un caso estremo (per la serie: tutti a me devono capitare 'sti gatti strani :shy: )
Questo non lo so, Sansa se piove si fa un giretto, controlla che sia tutto ok, mi guarda male e rientra!:p
Intendevo che se bisogna mettere la pettorina, scendere, prendere la macchina, raggiungere il luogo desiderato per far vedere al gatto che piove/fa troppo freddo allora magari può diventare un po' frustrante per tutti, non è come aprire la porta, il gatto vede il maltempo e poi decide cosa fare!
Starmaia
12-04-2016, 14:22
Se piove nessuno esce.
Se inizia a piovere e qualcuno è fuori, torna dentro di gran carriera.
A volte capita che qualcuno (Merlino) pensi sia una cosa intelligente ripararsi sotto il tavolo del giardino solo che poi resta lì perché non ha coraggio di affrontare la traversata ;)
parlando di gatti bianchi io ho un persiano bianco che esce o alla mattina presto o dopo le 17.sulle orecchie metto sempre una crema consigliata dal vet,questo per evitare tumori e dermatiti.
Damoncat
12-04-2016, 14:57
Io le uniche volte che ho usato la pettorina per Damon è stato quando ho provato a farlo uscire sul balcone, per vedere se era, come ho letto qui, un gatto "esploratore" e quindi tendeva a buttarsi giù e scappare per esplorare o "difensivo" e quindi più prudente ed osservatore
Per Damon è già stato uno stress immenso indossare la pettorina quindi già mi ha fatto da subito passare la fantasia di qualche passeggiata
Oltre a questo poi si è mostrato così disinteressato verso l'esterno che il problema non si è proprio posto
Però, per esempio, ho un'amica che ha un Devon Rex a cui piace immensamente con guinzaglio e pettorina, girare nel cestello della bicicletta della sua amica umana, ovviamente non nel traffico della città ma in zone tranquille..
Personalmente, credo che con i giusti accorgimenti, si possa scegliere la soluzione migliore per quello che è sia il carattere del proprio gatto che il proprio
(una signora nel mio condominio porta giù il suo micio in giardino e lo lascia lì mentre lo controlla, assolutamente libero...il suo gatto è bravo e non si allontana ma io..non ce la farei..non sarei tranquilla..ma questa è una cosa che dipende dal mio di carattere...quindi Damon che probabilmente farebbe lo stesso.. resta a casa:D)
Io avevo provato a mettere la pettorina a Chiquita (non la stessa che avevamo usato per Maktum, questa era proprio per gatti): un fiasco totale! :eek: Si è talmente agitata sentendosi addosso qualcosa che la stringeva che ha iniziato a saltare come una matta, avvolgendosi e rischiando seriamente di strozzarsi con il guinzaglio attaccato. Alla fine ho dovuto mollare tutto, lei è partita a razzo con me dietro e prima che la brancassi e riuscissi a togliergliela è passato un quarto d'ora infernale.
A quel punto ho deciso che poteva anche gironzolare per conto suo in campagna e che mi sarei limitata a monitorarla il più costantemente possibile.
I miei un giretto in giardino se lo fanno anche se piove o fa freddo, però non stanno tanto fuori e comunque non sotto l'acqua, si mettono sotto lo spiovente del tetto dove non arriva la pioggia.
Quello che sta più volentieri fuori è Tigre, penso sia perché è il più giovane.
La mia cagnetta più anziana quando l'ho presa stava ore fuori, anche perché non era mai stata in casa. Adesso ci sta solo se le condizioni meteo sono perfette, se appena è un po' umido e le apro la porta guarda fuori e poi mi guarda come a dire "esci te se ci tieni".
In alternativa quando capisce che voglio farla uscire si nasconde sotto al letto (ed è un cane di taglia medio grande, ci striscia sotto).
Comunque alla fine penso che farli uscire debba essere un momento piacevole per entrambi. Per me sarebbe un'occasione d'ansia. Giovedì sera la gatta della mamma di una mia amica, Puffetta, è uscita, di solito si faceva un giretto nel prato dietro casa e tornava. Invece stavolta non si sa perché si è allontanata e sono iniziati i giorni d'ansia e le condivisioni Fb...
Torno a scrivere in questo Topic per chiedere un ultimo consiglio.
Allora, ormai il patatrac è fatto: abbiamo deciso che è meglio non portarlo fuori, proprio perché non potremmo assicurargli una costanza, però lui ormai si è abituato.. e credo sia per quello che miagola così tanto tutti i giorni, molto spesso davanti alla porta di casa perché vuole uscire.
Pensavo di provare con i croccantini della Royal Canin Calm.. che dite? Eccessivo? So che si usano in casi più estremi effettivamente... che dite?
Torno a scrivere in questo Topic per chiedere un ultimo consiglio.
Allora, ormai il patatrac è fatto: abbiamo deciso che è meglio non portarlo fuori, proprio perché non potremmo assicurargli una costanza, però lui ormai si è abituato.. e credo sia per quello che miagola così tanto tutti i giorni, molto spesso davanti alla porta di casa perché vuole uscire.
Pensavo di provare con i croccantini della Royal Canin Calm.. che dite? Eccessivo? So che si usano in casi più estremi effettivamente... che dite?
Mah, nel mio caso non avevano fatto gran che effetto; li avevo usati in concomitanza di un inizio stallo. Risultato: le befane erano incacchiate come al solito. Però magari dipende da gatto a gatto. ;)
Starmaia
20-04-2016, 16:31
Puoi provare, non è affatto un'ultima spiaggia.
A me hanno detto di provare un po' tutto quel che mi viene in mente perché col gatto si va molto spesso a tentativi.
Cerca anche di farlo giocare dentro casa, rendere l'ambiente stimolante magari con giochini dove nascondi del cibo che lui deve trovare (puoi cercare su google "giochi di attivazione mentale per gatti", trovi diversi spunti).
AlessiaPippi
20-04-2016, 18:50
Se piove nessuno esce.
Se inizia a piovere e qualcuno è fuori, torna dentro di gran carriera.
A volte capita che qualcuno (Merlino) pensi sia una cosa intelligente ripararsi sotto il tavolo del giardino solo che poi resta lì perché non ha coraggio di affrontare la traversata ;)
La Pippi invece adora le condizioni meteo estreme....
Più piove di stravento e tira aria più lei vuol star fuori....
....ma si sa, la Pippi è una simpatica burlona :)
Ritpetit
20-04-2016, 23:29
Torno a scrivere in questo Topic per chiedere un ultimo consiglio.
Allora, ormai il patatrac è fatto: abbiamo deciso che è meglio non portarlo fuori, proprio perché non potremmo assicurargli una costanza, però lui ormai si è abituato..
Odio dire "te l'avevo detto", però....
1) Valuta bene il "rischio" di avere poi un gatto/cane.
Il gatto è abitudinario, e se oggi pensi soffra a stare in casa, se lo abitui a uscire poi è facile che lui lo richieda/ne senta il bisogno con molta costanza........
...però te l'avevo detto!
E meno male che tra tutti i rischi possibili si è verificato quello meno problematico.
Non voglio neanche pensarci se fossi tornata a scrivere per dire che si era liberato della pettorina ed era scappato.......
Odio dire "te l'avevo detto", però....
...però te l'avevo detto!
E meno male che tra tutti i rischi possibili si è verificato quello meno problematico.
Non voglio neanche pensarci se fossi tornata a scrivere per dire che si era liberato della pettorina ed era scappato.......
Ed è proprio perché me l'avevate detto che ho smesso di portarlo fuori (da quando ho scritto non è più uscito). Però ormai il danno era fatto :P
Ora tocca trovare una soluzione, indietro non si torna..
babaferu
21-04-2016, 09:00
Ma lascia stare i crocchi, se miagola ne ha bisogno!
Fallo uscire quando potete!
I gatti sono abitudinari.... Se gli dai delle abitudini.
Se si esce quando si può.... Si adatterà.
Baci ba
babaferu
21-04-2016, 09:03
Ed è proprio perché me l'avevate detto che ho smesso di portarlo fuori (da quando ho scritto non è più uscito). Però ormai il danno era fatto :P
Ora tocca trovare una soluzione, indietro non si torna..
....ma se prima uscivate e non c'erano problemi poi hai ascoltato un consiglio e ci sono problemi perché non dovresti tornare indietro? Peraltro non tutti i consigli andavano nella stessa direzione.
Crocchi calm o meno non si rassegnerà.... O vuoi un gatto rassegnato?
Un bacio ba
Sono d'accordo con babaferu sia per i crocchi sia per il tornare indietro, un gatto rassegnato è un gatto intristito perché gli è impossibile poter esprimere una motivazione di specie, in questo caso quella territoriale ed esplorativa che mi sembra nel tuo gatto sia molto forte
Qui stiamo passando un brutto periodo perché con i ponteggi non possono andare nel terrazzo grande e Buio in particolare è gravemente a disagio, vede i randagini arrivare fino qui tramite i ponteggi, miagola forte in continuazione e marca con feci ed urine in salotto. Passerà Buiolino mio, toglieranno questi maledetti ponteggi, anche se tu non lo sai
L'unico problema della pettorina è la gestione totalmente personale del gatto nell'affrontare un eventuale pericolo/disagio, quindi da tenere presente
....ma se prima uscivate e non c'erano problemi poi hai ascoltato un consiglio e ci sono problemi perché non dovresti tornare indietro? Peraltro non tutti i consigli andavano nella stessa direzione.
Crocchi calm o meno non si rassegnerà.... O vuoi un gatto rassegnato?
Un bacio ba
Prima i problemi già c'erano purtroppo, come puoi notare dal topic aperto in concomitanza con questo :(
Dalla prima uscita in poi è stato un miagolio continuo...
Abbiamo deciso di non portarlo più fuori perché è una cosa che possiamo fare 1-2 volte a settimana... Stiamo pensando di trasferirci tra l'altro, non sappiamo assolutamente all'estero quale sarebbe la nostra situazione a livello di spazi verdi e sicuri...
Non voglio dargli un'illusione se poi possiamo portarlo fuori solo una volta ogni tanto.....
Per quanto riguarda i croccantini calm, abbiamo deciso di non prenderli... Certo è che, croccantini o no, la sua sarà la vita di un rassegnato, non potendo uscire di casa... e non sono quelle 2 passeggiate con noi a settimana che gli cambiano la vita... non ha smesso di piangere un singolo giorno, neanche quando lo portavamo fuori....... uff........
Prima i problemi già c'erano purtroppo, come puoi notare dal topic aperto in concomitanza con questo :(
Dalla prima uscita in poi è stato un miagolio continuo...
Abbiamo deciso di non portarlo più fuori perché è una cosa che possiamo fare 1-2 volte a settimana... Stiamo pensando di trasferirci tra l'altro, non sappiamo assolutamente all'estero quale sarebbe la nostra situazione a livello di spazi verdi e sicuri...
Non voglio dargli un'illusione se poi possiamo portarlo fuori solo una volta ogni tanto.....
Per quanto riguarda i croccantini calm, abbiamo deciso di non prenderli... Certo è che, croccantini o no, la sua sarà la vita di un rassegnato, non potendo uscire di casa... e non sono quelle 2 passeggiate con noi a settimana che gli cambiano la vita... non ha smesso di piangere un singolo giorno, neanche quando lo portavamo fuori....... uff........
Sono un po' sconfortata, ma disposta a fare qualsiasi cosa per farlo stare meglio...
E' una situazione difficile, chissà da quanto stava fuori e se ormai si era abituato a starci...
Più va avanti più i miagolii si intensificano, al primo rumore proveniente dalle scale del palazzo si mette davanti alla porta a piangere...
Io so che per il suo bene non può uscire da solo, ma lui no. E lo porterei fuori più che volentieri, ma questo alimenterebbe solo la sua voglia di uscire e la sua insofferenza verso casa nostra...
Non so veramente dove sbattere la testa :(
Toporagno
21-04-2016, 10:31
Più che le crocchette CALM, ti suggerirei zylkene o fiori di bach, che dovrebbero aiutare a calmarlo.
Non so che tempistiche avete relativamente al trasferimento, ma potresti cercare, nel prendere la nuova casa/appartamento, di trovarne una dove ci sia un balcone/area che tu possa completamente recintare, così che il micio si guadagnerà la sua uscita senza più pericoli.
Ciao Nanaaah,
mi dispiace che il tuo micio patisca la situazione che è venuta a crearsi.
Ovviamente qui sul forum ci sono tante persone che hanno avuto tante esperienze diverse e che, pur amando i gatti come e più di sé stessi, hanno giustamente idee diverse su cos'è meglio per il micio (campare fino a 20 anni in assoluta sicurezza? Correre qualche pericolo, ma vivere secondo la sua natura di gatto facendo esperienze che tra quattro mura non può fare? Chi può dirlo? Dipende dal gatto, dal grado di ansia del padrone, da dove si abita. Chiaro che se le uscite vanno bene in un contesto rurale, dove pure i pericoli ci sono, sono assolutamente sconsigliate se uno vive in piena città).
Non so cosa consigliarti: tu conosci meglio di me la situazione presente; sai quale disponibilità di tempo avete per portarlo a scorrazzare a casa dei tuoi (o dei tuoi suoceri, non ricordo più), conosci il carattere del tuo gatto e conosci soprattutto te stessa. Chiediti, nel caso in cui il gatto si smarrisse, quale sarebbe il tuo pensiero: diresti "Che ********* sono stata: se avessi dato retta a quelli che mi dicevano di non farlo uscire, se avessi fatto un po' più la dura, se lo avessi tenuto in casa, oggi sarebbe qui con me/sarebbe vivo, ecc...?" oppure penseresti "Sono rattristata, vorrei averlo ancora accanto a me, ma mi consola pensare che finché ho potuto gli ho fatto fare una vita piena e bella, una vita da gatto e non da recluso"? In quale delle due posizioni ti riconosci di più; per me sono tutt'e due valide (riflettono due idee del benessere felino e dei nostri doveri in quanto responsabili di un altro essere vivente che hanno entrambe argomentazioni valide a sostegno), ma ad istinto scelgo senz'altro la prima, proprio perché ho fatto l'esperienza di un gatto come Maktum che ad oggi non ripeterei più.
Più va avanti più i miagolii si intensificano, al primo rumore proveniente dalle scale del palazzo si mette davanti alla porta a piangere...(
Secondo me il problema è più tuo che suo.. nel senso che tu soffri a vederlo miagolare così, ti fai venire mille dubbi e ansie, è normale, in genere succede un po' a tutti i proprietari di gatti "miagoloni" (puoi anche fare una ricerca sul forum e vedrai quanti ce ne sono), loro ti portano all'esasperazione e lo sanno bene, lo fanno perché sperano che prima o poi noi cediamo.. vale un po' per tutto, il cibo, il fatto di uscire, le coccole..
Se fossi in te lo sfiancherei di giochi, renderei la casa più felino-friendly (o ancora più se lo è già), in modo che si possa arrampicare, saltare ecc, e al LIMITE (te la butto lì quasi come una provocazione) penserei all'introduzione di un fratellino/sorellina per giocare insieme.. Invece lascerei stare i crocchi medicati o i farmaci calmanti (che non siano omeopatici).
Io credo che il problema sia anche del micio, è evidente che esprime un disagio così...
Non so se e quanto un paio d'ore alla settimana (che fisiologicamente si ridurrebbero in inverno) possano aiutare... Uff
Ti faccio tutti i miei migliori auguri per il trasferimento!
Ritpetit
21-04-2016, 12:11
........ Stiamo pensando di trasferirci tra l'altro, non sappiamo assolutamente all'estero quale sarebbe la nostra situazione a livello di spazi verdi e sicuri...
Non voglio dargli un'illusione se poi possiamo portarlo fuori solo una volta ogni tanto.....
.........
Questo potrebbe già essere una grossa fonte di stress.
a prescindere se avrete a disposizione spazi verdi sicuri o meno, COMUNQUE cambierà il suo territorio se andrete via, dalla vostra attuale abitazione sarà proiettato in un'altra.
Inoltre, non sapendo dove andrete all'estero (vicino? altro continente?) potreste non trovare neanche le sue abituali pappe (ci sono gatti fognetta che mangiano di tutto, altri che come piccoli principi vogliono solo certe cose, in certi momenti, e quello che oggi va bene domani non funziona più...), che potrebbero aumentarne lo stress.
Provare un po' di feliway?
Vabbé, dai, almeno sull'alimentazione i gatti sono molto più adattabili di quel che pensiamo; l'anno scorso sono andata in vacanza in USA e naturalmente non ho resistito alla tentazione di portare alle befane qualche pappa americana (Weruwa, Tiky cat, Newmann's organic ecc...: ho passato un'ora a sminuzzare i cabasisi del commessso per sapere quali erano le migliori. In compenso gli ho raccontato tutto di Almo Nature che avrebbero messo in assortimento il mese successivo); comunque Chiquita e Edhel le hanno mangiate, più o meno gradite e non hanno avuto nessun problema di lettiera ;)
Certo, il trasferimento è un bello scombussolamento, ma secondo me anche lì gioca molto l'indole (più spavalda, ovvero esplorativa, oppure più fifona e difensiva) del gatto; a priori non si può dire con certezza che gli causerà senz'altro sofferenza (il viaggio quasi di sicuro sì, ma il nuovo ambiente potrebbe piacergli molto più di quello dove vive adesso).
Sono un po' sconfortata, ma disposta a fare qualsiasi cosa per farlo stare meglio...
Le motivazioni di specie,territoriale ed esplorativa nel suo caso come anche quella predatoria non le potrai mai sopprimere, se si sopprimono insorgono problemi a volte non visibili nell'immediato, ma puoi cercare di spostare l'attenzione offrendo un'alternativa valida tipo il gioco con la cannetta per la motivazione predatoria va benissimo, ma al primo cenno di disinteresse bisogna smettere. La soluzione è dare un'alternativa giusta
Se avete instaurato con lui dei piccoli riti familiari, agisci in quei momenti
Il trasferimento è ancora un'opzione (finché non trovo lavoro non mi trasferisco..), però sto cominciando a preoccuparmi in anticipo più per Tappy che per noi:
- Il viaggio sarebbe obbligatoriamente in macchina, assolutamente niente stiva (la meta sarebbe l'Irlanda, abbiamo già vissuto lì e vorremmo tornarci)
- La pappa la ordinerei da Zooplus, ho già visto e c'è zooplus.ie!
- La casa va presa grande e possibilmente con un terrazzo diverso dal mio attuale (ossia: lunghissimo e stretto, al primo piano, con necessità di mettere rete da sopra a sotto per 2.5/3 m non essendo "a tasca" :(!)(però, piccolo PRO, in Irlanda dovrei preoccuparmi molto meno del sole e di tumori alla pelle!)
Però si tratta sempre e comunque di una possibilità, non una certezza.. Per cui vorrei intanto risolvere il problema attuale. Sotto casa ho un cortiletto cementato, dove potrei portarlo anche più di una-due volte al giorno... Ma cosa se ne fa :(?
Scusatemi ragazzi, so di essere una lagna, ma sono solo molto preoccupata e confusa!
Ma la rete non è proprio un'opzione?
ma hai provato a farlo giocare molto?
io fossi in te non lo farei uscire.. una volta che si abitua a certi stimoli, poi è dura farlo "accontentare" di situazioni meno stimolanti.. sarà un po' dura nel primo periodo, miagolerà, farà le scenate, ma poi se ne farà una ragione (sempre che in casa abbia un po' di stimoli)..
Ma la rete non è proprio un'opzione?
Assolutamente! L'abbiamo rimandata giusto perchè al momento non sappiamo se e quando ci sposteremo.
Vi chiedo anche questa cosa: l'altro giorno il mio fidanzato mi ha detto che secondo lui il condominio non ci lascerà mettere la rete al balcone (come quando vuoi cambiare il colore delle tapparelle e non puoi insomma, per motivi estetici)... Possibile?!
Inoltre, sapete se si può chiedere una mano a qualcuno per montare la rete? Voi avete fatto da soli? Sarebbe un lavoro grosso, il balcone è molto lungo (gira attorno a due lati interi di casa nostra!!!) e alto, e non saprei nemmeno da dove cominciare ._.
Sicuramente la rete aiuterebbe eccome!
ma hai provato a farlo giocare molto?
io fossi in te non lo farei uscire.. una volta che si abitua a certi stimoli, poi è dura farlo "accontentare" di situazioni meno stimolanti.. sarà un po' dura nel primo periodo, miagolerà, farà le scenate, ma poi se ne farà una ragione (sempre che in casa abbia un po' di stimoli)..
Sìsì, ma poi dopo un po' si distrae e torna a miagolare... Quando gli prendono quei momenti non c'è coccola nè giochino che aiuti :(
Toporagno
21-04-2016, 12:47
Il trasferimento è ancora un'opzione (finché non trovo lavoro non mi trasferisco..), però sto cominciando a preoccuparmi in anticipo più per Tappy che per noi:
- Il viaggio sarebbe obbligatoriamente in macchina, assolutamente niente stiva (la meta sarebbe l'Irlanda, abbiamo già vissuto lì e vorremmo tornarci)
- La pappa la ordinerei da Zooplus, ho già visto e c'è zooplus.ie!
- La casa va presa grande e possibilmente con un terrazzo diverso dal mio attuale (ossia: lunghissimo e stretto, al primo piano, con necessità di mettere rete da sopra a sotto per 2.5/3 m non essendo "a tasca" :(!)(però, piccolo PRO, in Irlanda dovrei preoccuparmi molto meno del sole e di tumori alla pelle!)
Però si tratta sempre e comunque di una possibilità, non una certezza.. Per cui vorrei intanto risolvere il problema attuale. Sotto casa ho un cortiletto cementato, dove potrei portarlo anche più di una-due volte al giorno... Ma cosa se ne fa :(?
Scusatemi ragazzi, so di essere una lagna, ma sono solo molto preoccupata e confusa!
Non sottovalutare il cortiletto cementato! E' di tua proprietà? E' recintato a sufficenza, o puoi recintarlo meglio? Avresti la possibilità di mettere una bella pianta, di quelle grosse (anche nel vaso), per poter fargliela "usare"?
Anche un cortiletto di cemento può diventare un'ottima oasi: una bella pianta, qualche vaso con erba gatta dove possa sedersi, etc. può diventare un ottimo gioco per un micio. Anche perché , ad esempio, le lucertoline passano anche in quei cortiletti, e quindi lui potrebbe tranquillamente cacciarle (ok, le lucertole non sarebbero daccordo con me, ma è la vita)
Non sottovalutare il cortiletto cementato! E' di tua proprietà? E' recintato a sufficenza, o puoi recintarlo meglio? Avresti la possibilità di mettere una bella pianta, di quelle grosse (anche nel vaso), per poter fargliela "usare"?
Anche un cortiletto di cemento può diventare un'ottima oasi: una bella pianta, qualche vaso con erba gatta dove possa sedersi, etc. può diventare un ottimo gioco per un micio. Anche perché , ad esempio, le lucertoline passano anche in quei cortiletti, e quindi lui potrebbe tranquillamente cacciarle (ok, le lucertole non sarebbero daccordo con me, ma è la vita)
No, è in comune con altri 4 edifici oltre al nostro...... E non è recintato, è solo chiuso da mura e un cancello :( però con una bella pettorina legata bene e molta attenzione...
Piante ce ne sono, ma non sono nostre. Già ci ha fatto una passeggiatina, e non era affatto scontento (al momento gli basterebbe fare su e giù per le scale del condominio in realtà), ma a lungo andare non sarà di sicuro un ambiente che lo possa stimolare...
Sono anch'io dell'idea di aumentare le occasioni di svago domestiche; il micio è sicuramente annoiato, come la stragrande maggioranza dei gatti d'appartamento (solo che lui esprime questa noia mettendosi davanti all'uscio a miagolare, anziché spaparanzarsi e ronfare sul divano), ma mi sembra che allo stato attuale farlo uscire sia problematico e non possa essere fatto con costanza e con una frequenza tale da appagarlo.
Anche lasciando perdere le preoccupazioni doverose sulla sicurezza (macchine, cani, pericolo di smarrimento, di baruffe con altri gatti, ecc...), l'opzione uscita con pettorina (ma la tollera?) mi sembra praticabile solo con difficoltà e sporadicamente nel vostro caso, il che di sicuro aumenta il livello di stress del gatto (per la serie: "ma come? Ieri mi hai fatto uscire e oggi no? Perchéééééé???!!) anziché placarlo.
Ops, mi ero persa la parte sul cortiletto di cemento; ecco quella sarebbe un'ottima soluzione se si riesce a recintarlo bene. :)
Toporagno
21-04-2016, 13:02
Leggevo prima del balcone. IO a sto punto mi muoverei sul discorso balcone, sul poterlo mettere in sicurezza,
Lascio la parola agli altri utenti, sopratutto da un punto di vista legale (ad esempio: per strutture "mobili" che cioé potrebbero essere tolte quando si vuole, è necessario l'approvazione condominiale?) e una volta chiarito gli aspetti legali, partirei in quarta con il condominio. Il discorso estetico avrebbe un impatto relativo: ci sono reti, infatti, robuste ma quasi completamente trasparenti (vedi zooplus), sistemate bene permetterebbero di avere il tuo balcone in sicurezza ma senza che ci sia alcun impatto verso l'esterno.
Sul balcone, poi potresti realizzare delle piccole oasi di verde (penso, ad esempio, ai vasi con erba gatta) per ilmicio, e sopratutto con una bella gattaiola, il tuo gattone entrerebbe ed uscirebbe quando vuole :)
Io non scarterei a priori questa possibilità, vero che i condomini sono un incubo, ma tentar non nuoce (ma, ripeto: prima informati bene sulle possibilità sia legali sia di regolamento condominiale che hai :) )
Assolutamente! L'abbiamo rimandata giusto perchè al momento non sappiamo se e quando ci sposteremo.
Vi chiedo anche questa cosa: l'altro giorno il mio fidanzato mi ha detto che secondo lui il condominio non ci lascerà mettere la rete al balcone (come quando vuoi cambiare il colore delle tapparelle e non puoi insomma, per motivi estetici)... Possibile?!
Inoltre, sapete se si può chiedere una mano a qualcuno per montare la rete? Voi avete fatto da soli? Sarebbe un lavoro grosso, il balcone è molto lungo (gira attorno a due lati interi di casa nostra!!!) e alto, e non saprei nemmeno da dove cominciare ._.
Sicuramente la rete aiuterebbe eccome!
Beh, se c'è la possibilità di trasferirsi in tempi brevi hai ragione!
Dipende dai tuoi condomini, ma io credo che in qualche modo si possa risolvere....
Se è un lavoro grosso ci sono anche ditte specializzate, volendo!
Mi ero distratta, non avevo visto che c'era la questione balcone, assolutamente, secondo me devi tentare il balcone piuttosto che il cortiletto in cemento. Questo per diversi motivi:
1. il balcone (in sicurezza) fa sempre parte del territorio-casa, è privo di rischi, non ci sono cani, auto, possibilità di fuga ecc, è LIMITATO nello spazio, ma allo stesso tempo è stimolante (specie si ci metti qualche tronco/corda/struttura tiragraffi ecc).
2. sul balcone può girare libero, nel cortiletto è costretto dalla pettorina (cosa innaturale per un gatto).
3. Sul balcone ci può andare quando vuole (se mettete la gattaiola), fuori ci va solo se voi siete disponibili, quindi è uno stress sia per voi (che magari avrete degli impegni o imprevisti) che per lui (che vi vuole sempre disponibili)
Io il mio balcone l'ho messo in sicurezza, facendo fare il lavoro da un tizio che lo fa di mestiere.. su Milano ce ne sono ben due, non so se nella tua zona ci sia qualcuno. E' senz'altro meglio far fare ad un professionista, anche perché è un lavoro pericoloso (almeno parlo per me che sono una fifona), infatti il tizio era tutto bardato con le imbragature di sicurezza agganciate al balcone.
Sulla legge non so, io sono proprietaria quindi non mi sono interessata, poi comunque vige la più totale anarchia condominiale.. comunque le reti di sicurezza in teoria potrebbero valere anche per i bambini piccoli, quindi magari potresti dire di averlo fatto per un nipotino (sparo lì)..
Oggi me le perdo tutte (cortiletto, balcone...); comunque io andrei per gradi, cominciando dal balcone e sperando che al micio basti :D
Leggiti il regolamento di condominio, prova a sentire l'amministratore e, al limite, parlane alla prossima assemblea; a meno che tu abbia dei condomini str*********, non credo che ti neghino il permesso (sottolinea che si tratta di una rete trasparente, quindi praticamente invisibile, che è rimuovibile, ecc, ecc). Se il balcone non appaga Tappy, allora si passa alle passeggiate in cortile con la pettorina.
Ci mettiamo all'opera!
Essendo Tappy bianco, però, dovremo stare attenti all'ora in cui esce, ma direi che anche questo è fattibile :)
Grazie mille per tutti i consigli e la pazienza!!!
Per la rete seguirei i consigli di Serena, penso anche che ci siano regole diverse se si tratta di un balcone laterale o di "facciata".
Starmaia
21-04-2016, 15:26
Invece lascerei stare i crocchi medicati o i farmaci calmanti (che non siano omeopatici).
Ma non gli dà mica Prozac ;)
Si tratta comunque di croccantini a livello di Zylkene o Anxitane, che scardinano il motivo di agitazione e fanno uscire il gatto dal loop ansiogeno che a volte si crea aiutandolo così a interessarsi ad altro. Poi smette, non lo deve mica prendere a vita.
Ma non gli dà mica Prozac ;)
Si tratta comunque di croccantini a livello di Zylkene o Anxitane, che scardinano il motivo di agitazione e fanno uscire il gatto dal loop ansiogeno che a volte si crea aiutandolo così a interessarsi ad altro. Poi smette, non lo deve mica prendere a vita.
A beh pensavo fossero come gli psicofarmaci.. allora se non è come il Prozac magari lo provo anche sul mio gatto miagolone ;)
A beh pensavo fossero come gli psicofarmaci.. allora se non è come il Prozac magari lo provo anche sul mio gatto miagolone ;)
Guarda, per l'effetto che ha prodotto sulle befane direi che è come mangiarsi un'insalata di valeriana o bere la camomilla prima di andare a dormire: molto, molto blando!
ElenaRolfi
05-05-2016, 17:30
Cosa mi sono persa!!!
Cosa mi sono persa!!!
:o:D:kisses:
ElenaRolfi
05-05-2016, 17:44
:o:D:kisses:
[ahahahah! ma come vi siete permessi di instaurare una discussione di quel tipo SENZA DI ME!?!??!?! :devil: :devil: :devil:
peccato ormai è tardi comunque la penso come alessia pippi ovviamente]
tornando (anzi andandoci proprio, visto che arrivo adesso) al topic è giunto il momento di dare anche il mio "utilissimo" intervento: FUORI NO!
Cosa mi sono persa!!!
Uno dei thread più imbarazzanti della storia di Micimiao, credo :o (per quanto la discussione fosse interessantissima e, polemiche a parte, ha portato molti spunti di riflessione a favore dell'una e dell'altra tesi).
@ Elena: ma mi sembra che Alessia fosse a favore delle uscite... o volevi fare una battuta? :confused: (Perdonate, ma oggi il mio rincoglionimetro segna un livello tra "estremo" e "epico")
Uno dei thread più imbarazzanti della storia di Micimiao, credo :o (per quanto la discussione fosse interessantissima e, polemiche a parte, ha portato molti spunti di riflessione a favore dell'una e dell'altra tesi).
E che ha fatto scappare parecchi utenti, il che mi dispiace moltissimo.
ElenaRolfi
05-05-2016, 21:27
Ma infatti mi ero chiesta che fine avesse fatto Franca e quindi ho spulciato nei thread e ora l'ho capito!
Dai Franca torna tra noi!
No cmq davo ragione ad Alessia per la storia di Aletto!
Alla fine mi sono persa, cosa ha deciso Nanaaah ?
E che ha fatto scappare parecchi utenti, il che mi dispiace moltissimo.
Anche a me! :cry:
Soprattutto perché credo che MM brilli tra i vari forum gattofili per il livello delle discussioni.
@ Elena, non so cos'abbia deciso Nanaaah. Penso che volesse sondare delle strade alternative, tipo un arricchimento ambientale del balcone di casa prima di rassegnarsi a farlo uscire con la pettorina (poi stava anche vagliando la possibilità di trasferirsi all'estero, dove magari potrebbe usufruire di un ambiente più cat-friendly).
Starmaia
06-05-2016, 15:23
Uno dei thread più imbarazzanti della storia di Micimiao
Seeeheeee!! Ragazze, ho visto cose che voi umani...
Non so se avete mai notato la sezione denominata "La lettiera" che vedo vuota (per fortuna) da svariati anni ma che un tempo era attiva (a volte anche molto attiva) ;)
Non so se avete mai notato la sezione denominata "La lettiera" che vedo vuota (per fortuna) da svariati anni ma che un tempo era attiva (a volte anche molto attiva) ;)
Sì, sì, l'ho notata e per un attimo ho pensato che saremmo stati archiviati colà; beh, menomale che non è andata così. :D
ElenaRolfi
06-05-2016, 20:50
ahahahah serena c'è sempre tempo per finire "colà" (quanto fa ridere "colà" !? mi ricorda una canzone di elio e le storie tese!) :devil:
violapensiero
06-05-2016, 21:16
No, stiamo calmi...pulire la lettiera non è proprio il mio sport preferito...;)
Meglio una pizza...
ElenaRolfi
06-05-2016, 21:18
ahahah ragazzi breve OT spezziamo un' arancia su questo argomento: quando arriva il momento "puliamo la lettiera" piuttosto mi tirerei una sprangata sugli alluci!
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare
O.T. il colà di Elio e le storie tese qual era? mi piacciono tanto quelle canzoni :o
ElenaRolfi
07-05-2016, 14:18
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare
O.T. il colà di Elio e le storie tese qual era? mi piacciono tanto quelle canzoni :o
Il tuo riferimento è di ben altro livello :o
Comunque "La vendetta del fantasma formaggino" ahaha!!!!!!!
Il tuo riferimento è di ben altro livello :o
Comunque "La vendetta del fantasma formaggino" ahaha!!!!!!!
La cercherò! non la conosco! grazie :)
AlessiaPippi
08-05-2016, 11:55
Seeeheeee!! Ragazze, ho visto cose che voi umani...
Non so se avete mai notato la sezione denominata "La lettiera" che vedo vuota (per fortuna) da svariati anni ma che un tempo era attiva (a volte anche molto attiva) ;)
Ah ecco ;) ;)
Io sono più o meno nuova ma di cose più "imbarazzanti" mi pareva di averne lette ben altre !!!!!
e cosi' ci siamo persi pure Aletto?
a mio parere, un vero peccato
ElenaRolfi
08-05-2016, 15:08
Ma no ma no ausilia!
ragazze non divagate, stiamo sull'argomento di Nanaaah,grazie
ElenaRolfi
08-05-2016, 19:29
Si ma Nanaaah non è più intervenuta..............
lo so l'ultimo aggiornamento e' stato il 21 aprile se per quella data non aggiorna verra' chiuso,poi scusa Elena non e' che uno non scrive da un po, tu o altri dovete scrivere altre cose che vanno fuori dall'argomento ti pare?:D:D
ElenaRolfi
09-05-2016, 15:32
Si hai ragione..
Noi lo facciamo per proteggerli dai pericoli ma, i gatti vorrebbero esser liberi;)...che poi dipenda anche dal carattere più o meno timido ed avventuroso del micio o, dall' indole coraggiosa... credo che loro amino la libertà e una volta annusata non ci sono sistemi per convincerli a rinunciarci. Non esiste mochette che sia paragonabile all'erba di un prato....e, neanche grattaoi giganti che simulino alberi naturali.
Sì, però, non so i vostri...ma i miei, se per caso non mi accorgo subito che sono dietro alla porta o portafinestra quando vogliono entrare, piantano su delle miagolate che levati :D.
Osservando i miei gatti che possono uscire (non è un territorio libero, ma è un giardino di quasi 1000 mq), noto che amano il giardino tanto quanto le coperte in pile del divano, che, pur potendo scegliere, passano molto più tempo in casa che in giardino (a parte forse Tigre, che è ancora molto giovane), che adorano sì stare sparapanzati al sole, ma altrettanto l'amaca attaccata al termosifone.
Insomma, amano la botte piena e la moglie ubriaca :).
Quindi, potendo farli uscire in sicurezza, ben venga, ma non potendo, direi meglio una casa sicura e confortevole che il gattile o la strada. Sarà un discorso molto pratico e poco filosofico, ma nessuno di noi ha proprio tutto quello che vorrebbe avere e i gatti non fanno eccezione.
Mi sembra che la maggior parte dei gatti siano sufficientemente felici e appagati anche in casa, poi è ovvio che se potessero avere di più...ne approfitterebbero.
A volte mi pare che ci facciamo delle s...e mentali per gatti che stanno benissimo, nutrire, amati, curati, giocati :), mentre ci sono un sacco di gatti che vivono una vita di poco cibo, niente amore, nessuna cura se ne hanno bisogno.
Mia condivido il tuo pensiero anche i miei escono e trovo che potendo uscire quasi quando vogliono li trovo piu' rilassati e appagati,sono contenti di uscire ma anche rientrare a casa e stare in casa,come dico sempre i mei gatti vivono nel benessere altri purtroppo non e' cosi.
I gatti hanno bisogno di poter scegliere, lo vedo anche qui con i miei che hanno possibilità di stare in casa e nei terrazzi. Se vogliono cambiare zona e si trovano, in inverno specialmente, una portafinestra chiusa lo esprimono in tutti i modi a loro possibili, miagolando a squarciagola, grattando la porta, facendo cadere piccoli oggetti dai mobili o anche semplicemente stando seduti davanti a quella porta con lo sguardo fisso.
La libertà di scelta non è secondo me un capriccio che si levano approfittando di una situazione, ma una necessità di specie comune anche alle altre specie, una necessità mossa da un desiderio. O un desiderio mosso dalla necessità, fate voi :)
I gatti hanno bisogno di poter scegliere, lo vedo anche qui con i miei che hanno possibilità di stare in casa e nei terrazzi. Se vogliono cambiare zona e si trovano, in inverno specialmente, una portafinestra chiusa lo esprimono in tutti i modi a loro possibili, miagolando a squarciagola, grattando la porta, facendo cadere piccoli oggetti dai mobili o anche semplicemente stando seduti davanti a quella porta con lo sguardo fisso.
La libertà di scelta non è secondo me un capriccio che si levano approfittando di una situazione, ma una necessità di specie comune anche alle altre specie, una necessità mossa da un desiderio. O un desiderio mosso dalla necessità, fate voi :)
Certo!
Però se non disponiamo di gardini o terrazzi "sicuri" sorge il conflitto lasciare libero il gatto in un mondo estremamente antropizzato, quello delle nostre città, per il quale non è stato preparato dalla natura / garantirgli una vita sicura ma un po' noiosa e frustrante... Uffi :shy:
Avendo studiato antropologia (e anche, ammetto, per la mia forma mentis) non traccerei il confine capriccio-necessità in modo netto, purtroppo :kisses:
I gatti hanno bisogno di poter scegliere, lo vedo anche qui con i miei che hanno possibilità di stare in casa e nei terrazzi. Se vogliono cambiare zona e si trovano, in inverno specialmente, una portafinestra chiusa lo esprimono in tutti i modi a loro possibili, miagolando a squarciagola, grattando la porta, facendo cadere piccoli oggetti dai mobili o anche semplicemente stando seduti davanti a quella porta con lo sguardo fisso.
La libertà di scelta non è secondo me un capriccio che si levano approfittando di una situazione, ma una necessità di specie comune anche alle altre specie, una necessità mossa da un desiderio. O un desiderio mosso dalla necessità, fate voi :)
Certo, ma quasi nessuno, di nessuna specie, ha la libertà di scelta assoluta, siamo tutti condizionati. Quindi tutti scendiamo a dei compromessi, senza per questo essere per forza frustrati o infelici.
Devo essere sincera, dopo tante esperienze mie, di amici, conoscenti, vicini, forum, pagine Facebook, non ho più nessun conflitto sul farli uscire o no se non c'è sicurezza.
Certo!
Però se non disponiamo di gardini o terrazzi "sicuri" sorge il conflitto lasciare libero il gatto in un mondo estremamente antropizzato, quello delle nostre città, per il quale non è stato preparato dalla natura / garantirgli una vita sicura ma un po' noiosa e frustrante... Uffi :shy:
Avendo studiato antropologia (e anche, ammetto, per la mia forma mentis) non traccerei il confine capriccio-necessità in modo netto, purtroppo :kisses:
Hai ragione Mirrina, il concetto di capriccio è tutto nostro, la necessità di specie è invece nell'etogramma proviene da dotazioni innate, e talvolta si fondono. Questo fine settimana ho avuto uno scambio di vedute interessanti con mia figlia che è antropologa, inevitabilmente alcuni punti non combaciano e proprio per questo era interessante. E per questo abbiamo parlato anche delle intelligenze plurime Howard Gardner, di Gordon Gallup e la sua famosa prova dello specchio ecc
Chi non ha giardini o terrazze può comunque non antropomorfizzare la sua relazione col micio di casa, per evitare proiezioni che poi ricadono sul miciotto.
Il resto dell'ambiente, specie per chi vive in città, è antropizzato, ma il gatto continua a fiancheggiare anche questo tipo di insediamento umano grazie alla sua (del gatto intendo) flessibilità di adattamento, al suo saper avvalersi delle sue dotazioni ed utilizzarle anche in ambienti poco consoni alla sua natura, spesso pericolosi e non auspicabili
..... non ho più nessun conflitto sul farli uscire o no se non c'è sicurezza.
Ma nessuno qui ha mai parlato di farli uscire senza sicurezza!
I gatti hanno bisogno di poter scegliere, lo vedo anche qui con i miei che hanno possibilità di stare in casa e nei terrazzi. Se vogliono cambiare zona e si trovano, in inverno specialmente, una portafinestra chiusa lo esprimono in tutti i modi a loro possibili, miagolando a squarciagola, grattando la porta, facendo cadere piccoli oggetti dai mobili o anche semplicemente stando seduti davanti a quella porta con lo sguardo fisso.
La libertà di scelta non è secondo me un capriccio che si levano approfittando di una situazione, ma una necessità di specie comune anche alle altre specie, una necessità mossa da un desiderio. O un desiderio mosso dalla necessità, fate voi :)
Non sono d'accordo; la libertà di scelta presuppone la conoscenza o la capacità di prevedere in maniera quanto più esatta e precisa possibile le conseguenze dei due bivi dell'alternativa. Certo che il micio ha libertà di scelta, ma sceglie in maniera irriflessa, senza sapere che fuori è bello, è più stimolante che stare a vegetare sul divano, ma ci sono anche mille pericoli (dalle macchine ai cani ad altri gatti che possono veicolare malattie). Se vogliamo ripendere il parallelismo gatto-bambino (e dobbiamo per forza usare come termine di paragone un bambino in età pre-scolare), magari il bambino ha un intenso desiderio di mettere tutto in bocca o di correre fuori dal cancello a giocare, ma secondo me è sacrosanto che il suo desiderio venga osteggiato, perché ci sono rischi che non può comprendere e che, forse, se riuscisse a comprendere, lo porterebbero a fare una scelta diversa (idem il gatto).
Siamo sempre al dilemma "amore come protezione" vs "amore come lasciar liberi e assecondare le scelte dell'altro": non dico che una delle due posizioni sia migliore dell'altra e che chi sceglie diversamente da me sbaglia, ma non ho dubbi per quale delle due optare.
Ah, da filosofa spocchiosa, aggiungo che le osservazioni descrittive su quale sia l'etogramma e cosa combinino i gatti selvatici e i grandi felini non ci aiutano a decidere che cosa sia meglio fare: è l'applicazione della legge di Hume (che dice che da premesse descrittive non si può ricavare una conclusione prescrittiva) ad un problema di vita spicciola, benché non sia mia intenzione sminuirne l'importanza per qualunque gattofilo.
Ma nessuno qui ha mai parlato di farli uscire senza sicurezza!
Ma allora di cosa stiamo parlando fin dall'inizio? :).
Ma allora di cosa stiamo parlando fin dall'inizio? :).
Di portarlo in giro con la pettorina (che, personalmente, non so quante garanzie in più offra, viste le reazioni isteriche delle mie appena provo a mettergliela e tutte le volte in cui, con Maktum, è riuscito a sfilarsela o a strapparci il guinzaglio dalle mani: ebbene sì, è capitato anche questo).
gattinonero
10-05-2016, 13:33
Ah, da filosofa spocchiosa, aggiungo che le osservazioni descrittive su quale sia l'etogramma e cosa combinino i gatti selvatici e i grandi felini non ci aiutano a decidere che cosa sia meglio fare: è l'applicazione della legge di Hume (che dice che da premesse descrittive non si può ricavare una conclusione prescrittiva) ad un problema di vita spicciola, benché non sia mia intenzione sminuirne l'importanza per qualunque gattofilo.
Secondo me chi ha iniziato questo 3d non si aspettava di certo tanto scibile così speso e steso a bella posta... ma purtroppo inutile. Noi viviamo oggi e non ieri, in un mondo molto trasformato e sempre più lontano dalla natura intesa da un punto di vista solo scientifico e accademico. Ormai siamo fuori da un ambiente tutto naturale, dove gli animali avrebbero potuto vivere "secondo la loro natura"...ed allora, se li vogliamo, li possiamo e li dobbiamo solo proteggere. Che cosa possono scegliere loro? Di attraversare la strada quando il semaforo è verde? Di stare attenti al vicino isterico che li prende a calci? Di non mangiare qualche veleno lasciato per strada da qualche umano mal intenzionato? Di non cadere in qualche trappola o di non farsi prendere a fucilate? Bè, non credo ci possano riuscire. Anche la pettorina io la metterei solo ai cani, che sono cani non gatti.... e poi secondo me gli animali in genere sono lontani da quei sentimenti strani e così molto umani come la noia... loro sono contenti di vivere, sempre.....solo perché vivono! E questo noi proprio ce lo sogniamo....
Ritpetit
10-05-2016, 13:35
Ma nessuno qui ha mai parlato di farli uscire senza sicurezza!
Ma allora di cosa stiamo parlando fin dall'inizio? :).
Di portarlo in giro con la pettorina (che, personalmente, non so quante garanzie in più offra, viste le reazioni isteriche delle mie appena provo a mettergliela e tutte le volte in cui, con Maktum, è riuscito a sfilarsela o a strapparci il guinzaglio dalle mani: ebbene sì, è capitato anche questo).
Appunto.
Quindi, anche se avevo espresso la mia opinione sicuramente con irruenza e forse anche con irriverenza (e me ne scuso ancora), in realtà si torna al vero problema, che mille considerazioni antropologiche e filosofiche avevano in realtà scansato:
il gatto che esce con la pettorina non è in sicurezza.
Provato e comprovato da mille esperienze negative al proposito.
Punto e basta.
Siccome l'autrice del post aveva scritto:
Ciao a tutte!
Secondo voi, è giusto portare fuori il proprio micio (che solitamente sta in casa) fuori con pettorina e guinzaglio?
...e visto che quantomeno mi pare che siamo d'accordo sul fronte sicurezza, ne consegue che (io sono più per la matematica, per me diventa un teorema), sapendo che col guinzaglio non è un'uscita in sicurezza, al consiglio se è o meno giusto farlo uscire bisognerebbe rispondere: NO!
gattinonero
10-05-2016, 13:37
Le prime due righe di quanto ho scritto erano una "quota" di SerenaF.
[..] E per questo abbiamo parlato anche delle intelligenze plurime Howard Gardner, di Gordon Gallup e la sua famosa prova dello specchio ecc
Chi non ha giardini o terrazze può comunque non antropomorfizzare la sua relazione col micio di casa, per evitare proiezioni che poi ricadono sul miciotto. [..]
Avevo letto Gardner al liceo, dovrei ricercarlo (tra l'altro c'era lui in copertina, era anche carino:p)
...e visto che quantomeno mi pare che siamo d'accordo sul fronte sicurezza, ne consegue che (io sono più per la matematica, per me diventa un teorema), sapendo che col guinzaglio non è un'uscita in sicurezza, al consiglio se è o meno giusto farlo uscire bisognerebbe rispondere: NO!
Beh, però tra aprire la porta in centro a Roma e lasciarlo andare e chiuderlo in casa con le finestre sprangate ci sono infinite sfumature ed infinite situazioni (giardini, balconi, reti, passaggio di auto, vicini di casa, indole ed età del micio, ecc): la pettorina, che a me personalmente non piace, è una di queste.
E poi ci siamo noi da considerare, con il nostro carattere e il nostro bagaglio esperienziale.
Il problema è far quadrare il cerchio. ;)
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